Accademia Belle Arti Scuola del Vedere
Trieste
Via Cecilia de Rittmeyer, 18
347 8554008, 040 311885
WEB
Maria Visconti
dal 13/4/2007 al 27/4/2007

Segnalato da

Marianna Accerboni



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Maria Visconti



 
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13/4/2007

Maria Visconti

Accademia Belle Arti Scuola del Vedere, Trieste

Il contrasto e il rapporto concettuale tra buio e luce, chiaro e scuro, cromatismo e bianco e nero e' un leitmotiv nella creativita' dell'artista. In mostra una ventina di opere recenti, realizzate a olio su tela. A cura di Marianna Accerboni.


comunicato stampa

Luce, ombra, bellezza

a cura di Marianna Accerboni

S’inaugura sabato 14 aprile 2007 alle ore 18.30 a Trieste all’Accademia Belle Arti Scuola del Vedere (via Ciamician, 9) la mostra personale della pittrice triestina Maria Visconti, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni. La rassegna, intitolata "Luce, ombra, bellezza", propone una ventina di opere recenti, realizzate dall’artista a olio su tela, e rimarrà visitabile fino al 28 aprile.

"Il buio e la luce" è il titolo di una raccolta di liriche - scrive Accerboni - recentemente pubblicate da Maria Visconti, poliedrica pittrice triestina, attiva anche in campo letterario e - nello stesso ambito dell’arte visiva - particolarmente versatile nell’esprimersi attraverso molteplici tecniche.

Il contrasto e il rapporto concettuale tra buio e luce, chiaro e scuro, cromatismo e bianco e nero è un Leitmotiv nella creatività dell’artista, che nel corso degli anni sta acquisendo una maturità sempre più accentuata, come dimostrano anche le opere recenti proposte in questa esposizione: quasi una ventina, suddivise in tre sezioni. Una è dedicata al nudo femminile, ambito pittorico tra i più frequentati e complessi, interpretato dalla Visconti attraverso uno stile personale, di taglio iperrealista, che sottolinea – nella luce – la bellezza e l’armonia del corpo femminile, in una rappresentazione che oscilla tra sogno e realtà; ma ne rammenta anche la caducità, perché un raggio quasi livido ne scandisce le fattezze. L’iperrealismo scivola così e si rapporta agli esiti dell’espressionismo tedesco e nordico e a tutte le problematiche interiori che ne hanno sottolineato gli esordi e l’evoluzione, a quell’inquietudine intellettuale che ha permeato di sé molti aspetti dell’arte visiva europea, da Munch a Ensor a Kokoschka, e della letteratura del novecento.

L’iperbole è presente anche nella natura morta, che la Visconti frequenta assiduamente e nel cui ambito rileviamo pure alcuni spunti di sorridente, ironico, allusivo surrealismo (che l’artista esplica attraverso l’intersezione di alcune parti del corpo umano), mentre il rapporto tra luce e ombra, tra bianco e nero del periodo precedente prorompe in una scenografica sequenza di rossi accesi e brillanti…Infine incontriamo il ritratto, arte difficile in cui l’autrice si cimenta in una felice interpretazione maschile, che coglie alla perfezione il temperamento del soggetto, e in un’approfondita analisi di se stessa.

Va ricordato - conclude il critico - anche un settore nel quale Visconti rappresenta un notevole talento, quello della vetrata artistica. In tale contesto la pittrice risolve felicemente il rapporto compositivo tra pieni e vuoti e propone un vivace, vitalissimo contrappunto cromatico, in cui il linguaggio naturalistico viene ancora una volta sottoposto all’analisi e alla decrittazione iperrealista.

Accademia Belle Arti Scuola del Vedere
via Ciamician, 9 – Trieste

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