Casa natale di Benito Mussolini
Predappio (FC)
via Varano Costa Nuova, 5
0543 921738 FAX 0543 923417
WEB
L'Arte per il Consenso
dal 13/7/2001 al 4/11/2001
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Segnalato da

Studio Pesci




 
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13/7/2001

L'Arte per il Consenso

Casa natale di Benito Mussolini, Predappio (FC)

Da Sironi a Depero 1922-1935. Un percorso espositivo importante, che apre una riflessione sul rapporto fra arte e propaganda del fascismo, partendo da autori che ebbero un ruolo di primo piano nel panorama artistico del Novecento, come Ambrosi, Bertelli, Brunelleschi, Chelini, Cisari, Depero, Garretto, Di Lazzaro, Dudovich, Fontana, Martinati, Melis, Schawinsky, Sironi, Thayaht, Tato, Tomba, Wildt. Artisti che con il loro lavoro offrirono un contributo all¹invenzione del mito mussoliniano, con l¹obiettivo esplicito di creare consenso.


comunicato stampa


Mostra di dipinti, manifesti pubblicitari e sculture, in tutto 54 opere, promossa dal Comune di Predappio nella Casa Natale di Benito Mussolini.

Un percorso espositivo importante, che apre una riflessione sul rapporto fra arte e propaganda del fascismo, partendo da autori che ebbero un ruolo di primo piano nel panorama artistico del Novecento, come Ambrosi, Bertelli, Brunelleschi, Chelini, Cisari, Depero, Garretto, Di Lazzaro, Dudovich, Fontana, Martinati, Melis, Schawinsky, Sironi, Thayaht, Tato, Tomba, Wildt. Artisti che con il loro lavoro offrirono un contributo all¹invenzione del mito mussoliniano, con l¹obiettivo esplicito di creare consenso.

L¹arte e la cultura in generale si sono spesso piegate, se non asservite, alle necessità dei regimi totalitari. Questo è accaduto a più latitudini, e con diverse motivazioni: innanzitutto la necessità di ³ sopravvivenza ² degli artisti e dei movimenti artistici, ma anche spesso l¹aperta ³ adesione ² ideologica. I regimi hanno sempre cercato, ma anche temuto, il rapporto con gli artisti.

Come si crea il consenso in un regime totalitario? Con quali strumenti? In un¹epoca nella quale non esisteva ancora la televisione i media privilegiati furono da una parte, i manifesti murali che tappezzavano con insistenza le città e le opere degli artisti, dall¹altra la cosiddetta 'rete delle riviste', ovvero una serie di pubblicazioni dirette a vari segmenti della popolazione, secondo l¹età, la professione e la fascia sociale, legate tra loro dal sottile filo della propaganda continua, all¹inizio camuffata, poi via via sempre più invadente fino a divenire becera e opprimente. In un secondo tempo a questi media se ne aggiunse un altro, strumento formidabile per la diffusione ³in tempo reale² dell¹ideologia del regime: la radio.

Tramite la radio, infatti, erano diffusi non solo i numerosissimi discorsi del duce, ma anche proclami, direttive comportamentali, pubblicità autarchiche (il famoso ³acquistate prodotti italiani²), come pure informazioni, intrattenimenti e varietà, tutti invariabilmente controllati e manipolati dal regime. Insomma, il rituale della ³vita dinamica e fascista², grazie alla rete della propaganda, copriva tutto, conservava tutto, salvava tutto e liberava tutti dalla libertà, ottenendone, in cambio, il consenso.

Ma quale arte serviva al regime per creare il consenso?
Nel 1926 Mussolini, in un discorso pronunciato all¹Accademia di Perugia, affermò, in maniera del tutto contraddittoria, che l¹arte dell¹Italia fascista doveva essere ³tradizionalista e moderna². Antinomia di termini derivante da una questione ancora irrisolta: se accettare le proposte di rinnovamento dei futuristi, oppure volgersi alla rivalutazione della cultura classica, in particolare del monumentalismo della Roma Imperiale, il cui fascino sollecitava non poco le mire di grandeur del regime.

Fu la Mostra della rivoluzione fascista, nel 1932, a sancire l¹affermazione di una serie di valori e dei relativi stilemi: monumentalismo romano, grafia cubitale ed architettonica, effetti scenografici, colorismo rude e segno rozzo. Insomma l¹affermazione del movimento antagonista del futurismo, e cioè il Novecento di Margherita Sarfatti, con le sue componenti di ³coralitಠsocializzante, del quale il principale cantore fu Mario Sironi, già futurista della prima ora.

Prosegue così il percorso culturale avviato dal Comune di Predappio che, dopo aver provveduto al recupero della ³Casa Natale Mussolini², da tre anni ha destinato l¹edificio a sede di iniziative culturali di interesse pubblico, realizzate in collaborazione con il mondo universitario, istituzioni e studiosi. Dopo aver preso in esame altri strumenti utilizzati dalla propaganda del regime come le cartoline postali nel 1999 e l¹architettura nel 2000, quest¹anno l¹attenzione si concentra sull¹arte e sulle passioni di pittori e scultori che, pur nel condizionamento ideologico del Ventennio, seppero creare opere la cui bellezza è riuscita a sopravvivere nel tempo.

Questa terza mostra rappresenta quindi un ulteriore tassello di un progetto complessivo portato avanti dal Comune di Predappio che punta a fare del paese romagnolo un luogo di riflessione sulla storia contemporanea e sulla memoria di quello che ormai è il secolo scorso: il Novecento. Da qui è maturata la decisione di adibire la 'Casa Natale Mussolini' a finalità culturali di interesse pubblico. Un contributo decisivo in questa direzione è venuto dal rapporto di collaborazione allacciato da alcuni anni con il mondo universitario, in particolare con la SER.IN.AR. di Forlì -Cesena, società che sostiene le attività delle sedi decentrate dell¹Ateneo di Bologna. Questa riflessione ha trovato un momento importante nell¹idea progettuale elaborata nel 1998 da un gruppo di docenti dell¹Università di Bologna (Angelo Varni, Paolo Pombeni e Roberto Balzani) di creare un 'Centro di studio sulle crisi delle democrazie fra le due guerre' accompagnato da una programmazione annuale incentrata su esposizioni, convegni e pubblicazioni.

La mostra, a cura di Massimo Cirulli e Massimo Scudiero, è patrocinata dalla Regione Emilia - Romagna, dalla Provincia di Forlì-Cesena e dalla Comunità Montana dell¹Appennino Forlivese, è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di SER.IN.AR. Forlì-Cesena, e con il contributo di Dental Trey.

Mostra ideata e realizzata da Pubblicity & Print Organization, New York

Curatori: Massimo Cirulli e Maurizio Scudiero

Coordinamento generale: Piero Mareggini Parisini

Comitato scientifico: Maria Fede Caproni Armani, Carlo Clò, Giampiero Mughini, Alston Purvis, Maurizio Scudiero

Orario
luglio e agosto: tutti i giorni compresi sabato e domenica 15,00-­19,00 settembre a novembre: sabato, domenica e festivi 10,30-12,30 e 15,00­-18,00

Biglietto d¹ingresso: intero L. 8.000, ridotto L. 6.000.

Visite guidate gratuite: a richiesta e su prenotazione

Informazioni
Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Predappio
tel 0543.921222/921738 - fax 0543.923417

In collaborazione con
Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
SER.IN.AR. Forlì ­ Cesena
Dental Trey s.r.l.

Con patrocinio di
Regione Emilia ­ Romagna
Provincia di Forlì ­ Cesena
Comunità Montana dell¹Appennino Forlivese

Allestimento ideato da Maurizio Scudiero

Progetto grafico di Michela Ravaioli, stampa: Tipolitografia Valbonesi - Forlì

Catalogo: Pubblicity & Print Organization, New York

Ufficio stampa
STUDIO PESCI, Via G. Petroni 18/3, 40126 Bologna
tel: +39-051-269267, fax: +39-051-2960748
e-mail:gio@mailbox.dsnet.it

Casa Natale di Benito Mussolini
ingresso da piazza Garibaldi
Predappio (FO)

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