L'oro dei Pepoli - Apparizioni 3. Diverse installazioni, alcune realizzate appositamente per questa occasione, ed oltre una trentina di sculture eseguite nell'ultimo decennio.
L'oro dei Pepoli - apparizioni 3
Organizzazione e mostra a cura dell’Amministrazione Comunale, Assessorato alla Cultura di Trecenta e Biblioteca Comunale, con il patrocinio Regione Veneto e Provincia di Rovigo.
La sua pittura e la sua scultura sono fuse in un’unica cosa, ad esprimere una felice unione della materia e del colore. Questo è il senso della ricerca artistica dell’ultimo periodo di Domenico Difilippo. La mostra intitolata '' L’oro dei Pepoli - apparizioni 3'' è stata preceduta da ''Apparizioni 1'' e ''Apparizioni 2'' tenutesi in prestigiosi spazi dell’Emilia Romagna negli ultimi sei mesi (curate rispettivamente da Lamberto Fabbri ed Enrico Maria Davoli), quest’ultima personale si svolgerà presso Palazzo Pepoli di Trecenta e sarà curata da Nicola Micieli. La presente resterà aperta e visitabile fino a domenica 3 giugno 2007.
Questa mostra raccoglie diverse installazioni talune realizzate appositamente per questa occasione e oltre una trentina di sculture eseguite nell’ultimo decennio: panoramica completa della fase più recente dell’artista.
I temi trattati sono: ''Menhir - Icone - Angeli e Velli d’oro''. Suggestivi archetipi, che nei sotterranei del palazzo, appaiono come un mix di rimandi della memoria al mito antico. Con le installazioni negli spazi di Palazzo Pepoli Difilippo vuole evidenziare anche attraverso il titolo dato: ''L’oro dei Pepoli'' l’ambivalenza e il doppio senso sia delle molte opere esposte ricoperte con foglia d’oro, sia della magnificenza degli interni del palazzo: dal grande salone delle cerimonie e dalle innumerevoli stanze, che esaltano, con i recenti restauri fatti della Regione Veneto, i fasti del ‘600 / ‘700 rendendo omaggio al Casato dei Pepoli. Le installazioni e il maggior numero degli interventi sono ubicati nei suggestivi sotterranei, pieni di storia stratificata e testimoniata dalle fondazioni a partire dal ‘300.
Questo bene architettonico per il suo valore artistico-culturale è paragonabile all’oro, inteso come metafora, e in questo senso bene si coniuga con l’opera di Difilippo e per questo... prende nome la mostra: ''L’oro dei Pepoli''. Altre opere esposte sono le ''Carte o Manoscritti'': inedite tavole intriganti di difficile criptatura; gli ''Angeli'', a metà tra pittura e scultura, ricche di volumi e di colori spesso naturali, realizzati a volte con l’apporto del coccio pesto o col nero di fuliggine, oppure dal nobile blu lapislazzuli, sino all’applicazione in alcune parti con foglia d’oro, che danno prova dell’abilità tecnica di Difilippo di manipolare e modellare il materiale più diverso a lui congeniale. Sono immagini di una narrazione, che conduce a differenti dimensioni espressive e poetiche, caraterizzate da un forte ''Simbolismo'' e di un’interprete che ha enunciato e firmato, sin dai primi anni novanta in Germania a Brema, il manifesto di un nuovo movimento artistico denominato: ''Astrattismo Magico''.
La mostra verrà documentata da un apposito catalogo con fotografie di Luciano Calzolari e un testo critico di Nicola Micieli: la pubblicazione sarà presentata dalle autorità del Comune di Trecenta il 26 maggio 2007, sempre a Palazzo Pepoli.
Assessorato alla Cultura
Cesare Stella
Biografia dell’autore
DOMENICO DIFILIPPO è nato a Finale Emilia nel 1946. Inizia a studiare all’Istituto d’Arte di Modena, scegliendo l’indirizzo di Architettura, ma si diploma in Decorazione all’Istituto d’Arte di Castelmassa (Rovigo) e per un breve periodo frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nel 1963 diciassettenne, espone per la prima volta in uno spazio pubblico, sollecitato dal poeta concittadino Piero Gigli (Jamar 14 futurista). Verso la fine degli anni ‘60 a Milano fa esperienze lavorative di pubblicista, design e grafico editoriale, collaborando anche per il ''Gruppo Editoriale Fabbri''. Nel capoluogo lombardo è attratto dalla vivacità di alcuni artisti come Gianni Dova, Mario Rossello, Roberto Crippa, Enrico Baj ed altri protagonisti dello scenario artistico contemporaneo, incontrati in via Brera al ''bar Jamaica'' e con i quali intrattiene rapporti d’amicizia e collaborazione, realizzando con loro alcune opere a quattro mani.
Dopo un’esperienza ''Post Nucleare'', ''Poverista'' ed ''Informale'', rientra nella sua provincia dopo i moti studenteschi del ’68. Nasceranno, ispirate dal difficile clima sociale di quegl’anni, le opere: L’Intellettuale, Il Poeta, L’Angoscia e Il Grido. Nel 1970, sposa Leda Mestoli (musa ispiratrice e tenace alleata) e decide di dedicarsi esclusivamente all’attività artistica. Gli anni settanta sono assai stimolanti anche grazie alla vicina Ferrara e all’attività espositiva di ''Palazzo dei Diamanti''. Nella prima metà degli anni ottanta frequenti sono i rapporti con l’ambiente artistico toscano, Torino e Milano. Dal 1973 si evidenzia un elemento singolare all’interno delle sue opere: ''l’occhio abnorme'' che caratterizza i suoi personaggi i quali diverranno ''sigla e totem'' attorno al quale si alternano ''simboli ancestrali'' densi di significati, per un ''bestiario contemporaneo''. Nel 1982 soggiorna per un breve periodo in Francia a Parigi. Sullo scorcio della fine degli anni ottanta la sua pittura ha un forte cambiamento, dall’onirico fantastico volge ad una visione indefinibile: hanno così origine le opere dell’87: Metamorfosi, Forme in movimento e Vittoria alata. Erano i semi e gli sviluppi di quel manifesto dell’Astrattismo Magico che redigerà a Brema, il 10 maggio del 1991. Quel suo nuovo modo di pensare e fare arte, viene proposto per la prima volta in Italia a novembre, nei prestigiosi spazi di Palazzo dei Diamanti (Ferrara), su invito del direttore Franco Farina. La medesima personale sarà proposta e ospitata a Gubbio presso la ''Casa di Sant’Ubaldo'' in occasione delle manifestazioni di ''Umbriafiction‘92''.
Gli anni novanta saranno assai innovativi, un moltiplicarsi d’interessi e di ricerca in molte direzioni, ed in altrettanti incontri stimolanti coronati nel 1997, quando il Ministero dell’Università gli affida la Prima Cattedra di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari; quell’incarico si rivela una grossa opportunità, tappa fondamentale sul piano creativo, assai dirompente, tanto da stravolgere ancora una volta la sua visione delle cose, stimolando un nuovo cammino estetico. Tra il 1997 e 2003, realizza quasi cento opere, dedicate alla Sardegna, atto d’amore per quella terra che gli ha suggerito forme e colori ineguagliabili, esposte totalmente nel giugno 2003 allo Young Museum - Palazzo Ducale di Revere - Mantova. Se i suoi inizi erano esclusivamente votati alla pittura e sporadicamente alla scultura, alla fine degli anni novanta avverrà il contrario.
Dal 1996 per titoli artistici ha avuto incarichi quasi sempre annuali per l’insegnamento nelle Accademie di Belle Arti di Bologna, Firenze, Sassari, Venezia, Carrara, e consecutivamente per due anni a Brera (Milano). Nel 2001 ottiene l’immissione in ruolo a Bologna, dove attualmente insegna ''Cromatologia''. Ha tenuto oltre cinquanta personali in varie città italiane. All’estero si ricordano le esposizioni: a Parigi, Lussemburgo, Brema, Londra, Zagabria, New York e San Francisco. Come pittore è stato invitato con successo nel 1971 e ‘72 al ''Premio Repubblica di San Marino'', dove consegue l’acquisizione dell’opera in entrambe le edizioni. Come scultore ha partecipato a Simposi Internazionali. Nel 2005 la ''Galleria del Carbone'' di Ferrara tiene una sua personale dal titolo: Menhir dell’anima, dove viene esposta la sua ultima produzione scultorea. 2006 è invitato al XXXIII ''Premio Sulmona''; in ottobre tiene una personale in Spagna: ''Art Global'' alla Feria de Saragoza e a Faenza dove viene realizzata la pubblicazione ''Apparizioni'' (per la collana i quaderni del Circolo degli Artisti), a cura di Lamberto Fabbri.
Inaugurazione ore 18
Palazzo Pepoli
Via Canova - Trecenta (RO)
Orario: Giovedì e sabato: 16.00 -19.30 Domenica e festivi: 10.00- 12.00 – 16.00-19.30
Ingresso libero