Accanto all'esposizione di una scelta significativa dei suoi lavori, partendo dagli anni '60, fino ad arrivare agli ultimi quadri e sculture, l'idea e' quella di restituire un universo biografico dell'artista. Il percorso comprende le opere ironiche e metalinguistiche (con cioccolatini, o penne a sfera), quelle 'ebraiche', e quelle dedicate ai numerosi paesi da lui visitati: Marocco, Messico, Africa, Asia Minore. A cura di Marco Senaldi.
L’universo artistico di Aldo Mondino
a cura di Marco Senaldi
Su proposta dell'Associazione degli Amici della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e
grazie alla collaborazione della Galleria Astuni, si aprirà la prossima primavera la
più grande mostra dedicata ad Aldo Mondino dalla sua scomparsa.
L'idea della mostra, ambientata nelle sorprendenti stanze di Villa delle Rose a
Bologna, parte dal "personaggio" Mondino, che lo scrittore e saggista torinese Nico
Orengo ha definito sulle pagine de La Stampa come "il dandy fra i pittori della sua
generazione". Mondino infatti si interessava alle macchine veloci, alle stoffe e ai
sarti, amava le donne e i liquori, ed era un inguaribile "curioso della vita".
Accanto all'esposizione di una scelta significativa dei suoi lavori, partendo dagli
anni '60, fino ad arrivare agli ultimi quadri e sculture, l'idea è quella di
restituire un "universo" biografico dell'artista - che fu fra l'altro, il primo a
riconoscere l'importanza della Pop Art americana, quando in Italia era ancora
sconosciuta, e fu vicino, senza mai farsi coinvolgere completamente, agli ambienti
dell'Arte Povera.
Il progetto è volto a far emergere un Mondino a tutto tondo, un mondo di interessi,
scelte, amicizie (importante quella con Boetti), frequentazioni, ma anche tic,
passioni (come quella per i viaggi e le altre culture), manie, che verranno
concretizzate esponendo materiale inedito o poco noto come lettere, fotografie,
documenti che diano senso e respiro alle opere vere e proprie.
Un mondo in cui lo spettatore sarà invitato a immergersi, per lasciarsi conquistare
dal fascino di quello che fu forse uno degli ultimi "artisti" dotati di carisma del
Novecento italiano.
La mostra si articolerà negli spazi esterni di Villa delle Rose (sculture), ed
interni. Le opere saranno dislocate all'interno della villa in base ad un percorso
che ci porterà attraverso le varie fasi creative dell'artista, dalle opere
ironiche/metalinguistiche (con cioccolatini, o penne a sfera), alle opere
'ebraiche', a quelle dedicate ai numerosi paesi visitati ed amati da Mondino:
Marocco, Messico, Africa, Asia Minore. Il percorso sarà corredato da un video con
un'intervista all'artista.
Il catalogo
Il ricco catalogo interamente e colori, è stato pensato proprio a partire
dall'impostazione della mostra, ed è incentrato sul personaggio-uomo-artista
Mondino. Insieme alle opere esposte, contiene un regesto delle notevoli immagini
fotografiche scattate da Mondino durante la sua lunga carriera e soprattutto nei
suoi vagabondaggi per i continenti. Non un catalogo esaustivo, quindi, quanto un
tentativo di evidenziare lo spessore artistico e l'inesauribile vena di ricerca
dell'artista torinese - la sua idea di arte come "anomalia" e ironica messa in gioco
delle regole di un mestiere "senza regole" - quello che un altro grande piemontese
come Cesare Pavese aveva definito "il mestiere di vivere".
In catalogo, testi del direttore dell'Istituzione Galleria d'Arte Moderna di
Bologna, del Presidente degli Amici della GAM e del curatore della mostra.
Aldo Mondino
Nasce a Torino nel 1938. Nel '59 si trasferisce a Parigi, dove frequenta per due
anni l'Atelier 17 di William Heyter, studia mosaico con Severini, frequenta i
giovani pittori surrealisti, esperienza che lascerà le tracce nelle opere ludiche
degli anni Sessanta. Nel 1960 torna a Torino. L'incontro con Gian Enzo Sperone si
rivela fondamentale. Le sue opere sono aperte citazioni di pittori, da Casorati a
Dine, con riferimenti al mondo pop, alla segnaletica stradale e all'universo
infantile (Donna con le uova di Casorati, 1964). Da questo momento in poi, comincia
ad utilizzare scritte, parole e a sperimentare materiali inusuali, come lo zucchero
(Rosa di zucchero, 1972). Nel 1970, nasce la serie dei King. Partendo da un
fantoccio del tutto somigliante al pittore, Mondino lo ritrae disposto come su un
quadrante di un orologio. Un'operazione del tutto concettuale, legata alla magia
della scansione del tempo. Questo sarà ricordato dall'artista, come il primo
incontro con se stesso e con la pittura.
Nel 1976 partecipa alla 38.ma Biennale di Venezia, in cui si impegna in un
parallelismo filologico tra la sua arte e la composizione di Schönberg. Dal 1985
inizia il ciclo legato ai viaggi: Marocco, Turchia, India e l'oriente in generale,
con un occhio di riguardo nei confronti della Spagna con i suoi tori e toreri. Nei
quadri di tema orientaleggiante, Mondino rende protagonisti personaggi della vita
araba, ma anche rabbini, ortodossi, sultani turchi e danze di Dervisci, senza
tralasciare personaggi più comuni come i mercanti dei bazar.
Negli ultimi anni, però, si esprime anche in quella che è una delle sue più grandi
aspirazioni, la scultura, realizzando, ad esempio, una gettata in bronzo dal titolo
"La mamma di Boccioni", dove il seno della donna è costituito da due grosse bocce.
La sua insaziabile curiosità lo porta poi ad avvicinarsi al bricolage e alla
ceramica, che interpreta anche come elemento di decoro di quadri.
A Partire dagli anni Novanta, il suo interesse si focalizza su temi
orientaleggianti. Nel 1993, alla Biennale veneziana, espone una serie di quadri di
grandi dimensioni, rappresentanti i Dervisci nell'atto di danzare. In questi anni,
l'oriente, coi suoi volti e i suoi colori, sarà l'elemento dominante della sua
poetica (Schekitah, 1994; La siesta, 1997). La passione nel realizzare lavori
tridimensionali, lo porta ad utilizzare materiali particolari, come la cioccolata
(Scultura un corno). Caratteristica comune alle due mostre intitolate The Bizantine
World di Milano e di Roma del 1999 è, infatti, l'utilizzo esclusivo di cioccolatini.
Nel 2000, compie il primo viaggio in India e realizza la mostra dal titolo Flovers,
alla Birla Accademy di Calcutta.
Era un artista poliedrico Aldo Mondino, un artista che non ha mai avuto paura di
andare controcorrente, anzi lo faceva per scelta. La sua vena creativa, supportata
da una vasta cultura, lo portava a sperimentare continuamente, a re-inventare le
correnti che lo avevano ispirato, a ironizzare sugli artisti da cui aveva voluto
distinguersi, a provocare per sentirsi libero.
Inaugurazione sabato 21 aprile - ore 19
Ville Delle Rose
Via Saragozza 228/230 - Bologna
tutti i giorni 15.00-19.00 - Lunedì chiuso
Ingresso libero