L'artista presenta dei lavori reinterpretati mediante un diverso modo rappresentativo e attraverso "informali" dichiarazioni cromatiche. Le opere sono riversate su un supporto fragile: le carte e i cartoncini.
Carte
a cura di Graziella Zardo
Nell’autunno del 2006 Luisa Delle Vedove, artista di Pordenone, si è presentata in questa sede espositiva con opere di un’elegante assemblaggio tra materia e forme geometriche, giocato sulla bicromia del bianco e del nero resa su supporto prevalentemente metacrilato.
Si ripropone Luisa Delle Vedove con una nuova fase di ricerca, presentando dei lavori reinterpretati mediante un diverso modo rappresentativo, e attraverso "informali" dichiarazioni cromatiche, questa volta riversate su un supporto più fragile rispetto al metacrilato delle opere precedenti: le carte e i cartoncini. Da qui il titolo della mostra "Carte". Rimane evidente, ed è la caratteristica principale di questa artista, un profondo ed inesauribile istinto per la ricerca dei materiali e delle tecniche esecutive, che in questo caso si identificano nell’esplorazione del fatto casuale ricondotto al controllo attraverso una sensibile ricerca compositiva. Per questo scopo le "Carte" sono il miglior supporto, poiché facilmente stanno al "gioco" della riprova e dello studio. Le Carte di Luisa Delle Vedove rappresentano l’esternazione di una ricerca che si dibatte sulle non-forme, le quali acquistano significato nella resa cromatica e nel messaggio intrinseco dell’esperienza umana. Ecco che Luisa Delle Vedove sente nelle non-forme un avvicinamento a elementi del vissuto accomunati da sensazioni tutt’altro che estranee al sentire comune: le opere intitolate “Bozzolo”, pur nascendo da stesure informi di colori, vengono a racchiudersi in una non-forma peraltro riconoscibile e che tutti distinguiamo.
Il bozzolo è significato di involucro protettivo entro cui si sprigiona una forza mutante, è simbolo di emancipazione e autonomia. Ma può significare anche una vita ritirata, un richiudersi in sé, interpretazione che però non si addice a questa artista estremamente vitale ed energica. Altre opere riscoprono nella casualità un valore comunitario: “Siamo figli degli stessi batteri” è una serie di opere in cui le non-forme sono gestite attraverso una casualità controllata e ricordano sicuramente, nell’insieme compositivo e cromatico, i microrganismi, i germi o i bacilli che tutti noi abbiamo in corpo (nessun escluso!), e che in qualche modo ci legano, se non per fratellanza di sangue, sicuramente nel linguaggio comunicativo dell’arte. Opere queste che l’artista esegue con tecniche espressive ad acrilico e vernice, rilasciate sulla superficie del cartoncino in modo apparentemente casuale, come apparentemente casuali sono le fatalità di cui siamo spesso vittime. E ancora Luisa lascia le sue tracce in opere dai titoli riconducibili al proprio mondo sensibile in lavori come “Scatti energetici”, “Spazi intimi” e “Rompere le catene”.
La poetica nelle opere di Luisa Delle Vedove ha un comune denominatore rintracciabile in un’energia universale, e nell’apparente casualità delle forme che, come un gioco a carte, stabilisce delle regole per renderci tutti possibili partecipanti. Graziella Zardo.
Inaugurazione: sabato 21 aprile ore 18:30
Primo Piano Arte Studio (Saletta Primo Piano)
C.trà S. Barbara, 21 - Vicenza
Orario: dal mercoledì al venerdì 15-19; sabato e domenica 16-20; mattino di giovedì e sabato 10-13;
fuori orario su appuntamento
Ingresso libero