Artisti stranieri in Puglia. 5 artisti vengono da paesi diversi, spinti da motivi di studio, viaggio, amicizie o necessita' di fuga. I loro lavori parlano anche di questa esperienza, affrontano in modi differenti temi legati alla costruzione di un'identita' in progress.
Artisti stranieri in Puglia
a cura di Antonella Marino
Sull’onda della sua recente riscoperta turistica, la Puglia sempre più spesso attrae artisti stranieri, in un percorso talvolta di segno rovesciato dai grandi centri verso la “periferia”, dalle città verso la campagna o il mare. Gli artisti - migranti per antonomasia e capaci più di altri di trasformare l’esilio in risorsa creativa - si fanno così portatori di una cultura multipla, quella d’origine e quella dei paesi ospiti, creando “zone di contatto” tra mondi diversi, tra visioni del mondo, voci e sguardi. Da questo punto di vista la Puglia, in quanto terra di antiche compresenze culturali, storico micromondo di convivenze, luogo tradizionale di ospitalità e accoglienza, ben si presta ad essere un set privilegiato di mediazione per incontri e scambi.
I cinque artisti riuniti in mostra ad Andria vengono da paesi diversi, d’Europa e non solo. Motivi di studio, viaggio, amicizie o più drammatiche necessità di fuga, li hanno condotti nella nostra regione. E qui, per la fascinazione del paesaggio o per l’instaurarsi di profondi legami affettivi, hanno deciso di restarvi. I loro lavori parlano anche di questa esperienza, affrontano in modi differenti alcuni temi legati alla costruzione di un’ identità in progress.
Senso di sradicamento e memorie di fuga si ritrovano ad esempio nella intensa installazione realizzata ad hoc della croata Silvana Duho, che ricostruisce le emozioni e i ricordi del suo tragitto da profuga in traghetto da Dubrovnik verso Bari, circa quindici anni fa. Memorie stratificate del passato e sogni di cambiamento tornano pure nei quadri polimaterici che la norvegese Ingvild Lundesgaard, trasferitasi in una masseria della Valle d’Itria, fa sprigionare da frammenti di tessuti e materassi, ricettacoli di corpi e intimità. Esprimono invece l’idea di mappe alternative, costruendo puzzle identitari non appiattiti sugli stereotipi etnici e geografici, i “Passaporti” dipinti dal russo Valeri Tarasov, di stanza in un trullo vicino ad Alberobello. Mentre Ingrid Simon, austriaca insediatasi giù nel Salento verso Leuca, ci restituisce il dramma dei clandestini che approdano quotidianamente su quelle coste, fotografando i “relitti” lasciati sugli scogli nel loro sbarco. Ed Hermann Meyer, dalla lontana Argentina a Ceglie Messapica, mette in frizione la grande tradizione plastica italiana con il recupero di radici espressive ancestrali.
Il risultato è uno stimolante mosaico transculturale: unico approccio possibile perché l’utopia di una coesistenza pacifica possa un giorno davvero realizzarsi. La mostra, a cura di Antonella Marino, è inserita nel ricco calendario di eventi della 570a edizione della Fiera d’Aprile, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Andria.
Immagine: Ingrid Simon
Opening: venerdì 27 aprile ore 17
Spa societa' per l'arte
via Flavio D'Excelsis, 22 - Andria (BA)
Orari: dal martedì al sabato dalle 18 alle 21