Prosegue il festival di fotografia romano. 10 immagini, Muse androgine che sembrano uscite da sogni liberty, pensieri profondi che si perdono nell'eco. A cura di Paola Donato, Elena Paloscia, Loris Schermi.
Fantasticheria
A cura di Paola Donato, Elena Paloscia, Loris Schermi
Testo critico di Loris Schermi
La Libreria Odradek è stata scelta per il terzo anno consecutivo come una delle sedi del circuito della VI edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, promosso dal Comune di Roma e prodotto da Zoneattive con la direzione artistica di Marco Delogu .
Il tema proposto per quest’anno è “Questione italiana. Indagine sulla fotografia contemporanea”.
La libreria per l’occasione propone un ciclo di quattro personali, ogni sabato alle 18.00, dal 14 aprile all'11 maggio, degli artisti Antonio Solarino, Samuele Bianchi, Melania Catteruccia, Lydia Linda Ruscitto.
Le esposizioni, a cura di Paola Donato, Elena Paloscia, Loris Schermi sono organizzate dall’Associazione Merzbau Arte e Cultura, attiva a Roma nell’ambito di progetti di valorizzazione e promozione dell’arte contemporanea sul territorio. L’obiettivo delle mostre è quello di focalizzare l’attenzione su alcuni elementi della fotografia italiana, con particolare attenzione per la relazione tra uomo e ambiente. Relazione che, attraverso ricerche differenti, mette a fuoco risultati artistici eterogenei.
Le saline e gli spettacolari paesaggi mediterranei, artificiali e non, da materia inerte si fanno inquietanti presenze, potenza della natura che incombe e sconcerta. A seguire, un progetto in cui il fotografo deliberatamente mette a confronto i propri attori con l’ambiente modificato dall’uomo: la strada, l’asfalto, le strisce ai margini, assumono valenze multiple quali l’emarginazione e la sensazione di pericolo. Poi, la periferia urbana segnata dall’azione dell’uomo ed una figura che si muove in quello spazio evocando immagini d’inizio secolo ed al tempo stesso fuggendo, in pieno accordo con l’ambiente in cui è inserita, ad ogni intenzione estetizzante o sensuale. Infine i paesaggi onirici, visioni fantastiche, nate dalla sovrapposizioni di immagini assolutamente naturalistiche che trasfigurano nell’interpretazione della fotografa in paesaggi solo apparentemente deserti, ma in realtà animati da presenze invisibili.
Il terzo appuntamento della rassegna è dedicato ad una personale di Melania Catteruccia dal titolo ''Fantasticheria''. Un nucleo di dieci immagini a colori di medio formato su forex.
Muse androgine che sembrano uscite da sogni liberty, pensieri profondi che si perdono nell’eco, tra ruderi di costruzioni un tempo vive, rami e foglie che resistono alla città. La Fantasticheria di Melania Catteruccia è sogno ad occhi aperti, figure oniriche che si visualizzano in contesti inaspettati. L’immagine assume una atemporalità metafisica che porta chi guarda ad uno sforzo intellettuale. La figura femminile che li occupa, spiazza lo spettatore che non la riconosce come parte integrante del contesto.
Ma è lì come una apparizione, un’immagine bloccata dallo scatto fotografico prima che scompaia. È l’elemento psichico che incontra il concreto, l’incorporeo e il suo contrario. La Catteruccia, in tutto il suo lavoro, si comporta come un regista che mette in scena la sua pièce teatrale, attenta allo scambio tra il personaggio umano e il suo ambiente, non è mai crudamente esplicita, la vena concettuale è spesso velata dall’aspetto surreale che di frequente allude alla denuncia politica e sociale. In questo lavoro l’artista si ispira alle opere di Alfons Mucha, alle giovani donne che ritraeva quali messaggere di un superiore gusto di vivere, ma qui non ci sono prodotti della modernità da rendere seducenti. In una sorta di worm temporale, l’artista li sostituisce con paesaggi anonimi di realtà periferiche. Fabbricati e rovine, angoli invasi da sterpaglie e piante spontanee.
L’elemento vegetale non è più ornamento e decorazione come nell’Art Nouveau. È ciò che sopravvive nella periferia, è il paesaggio che ci scorre veloce dal finestrino della macchina, è l’angolo nascosto dietro i palazzi abitati del confine della città. Ma se durante il periodo del Modernismo vi era un grande ottimismo nei confronti del progresso, oggi gli alti costi pagati dal punto di vista ambientale e sociale, lo hanno messo in crisi e la ricerca di un’armonia sognata, l’indagine di una stabilità interiore, è diventata la priorità anche nella ricerca di un utopico equilibrio politico: può esistere veramente un mondo in cui l’appartenenza alla comunità sociale sia perfettamente bilanciata con la libertà individuale?
La solitudine della giovane donna, è riflessione sul puro sentimento dell’esistenza. È il sogno dell’immaginazione dove tutto è possibile.
La sua androginia è stato alchemico che incarna i due elementi primordiali: sulphur et mercurius (zolfo e mercurio) ossia elemento che brucia ed elemento volatile. Elémire Zolla parlava di “umana nostalgia dell'interezza” riferendosi al fascino dell’ambiguità dell’androgino sull’osservatore che porta alla completezza e all'integrazione, non solo sul piano religioso o mistico, ma anche su quello psicologico e dell'immagine. Una coincidentia oppositorum che si ripropone come archetipo in vari sistemi mitologici. Spesso, all’inizio della Creazione vi è un essere originario, che solo più tardi viene suddiviso nelle due metà complementari. Eva, il femminino, era parte di Adamo prima di essere staccata. Così l’ambigua figura che la Catteruccia visualizza nelle sue immagini, come una divinità campestre asessuata diventa punto centrale di armonia ed emblema di pienezza e totalità, unica possibilità di ritrovare quel equilibrio perduto e riconquistare l’unità primordiale originaria.
Loris Schermi
Melania Catteruccia nasce ad Arezzo nel 1978. Nel 1998, dopo aver conseguito la maturità artistica ad Orvieto frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2001 partecipa al 13° concorso fotografico Francesco Bertozzi, ed espone nella saletta Albertina, a Novara. Nel 2002 partecipa al 7° premio Nazionale Maurizio Marchese ed espone alla galleria Cuba d’Oro di Roma (due foto segnalate dalla critica). Nel 2003 partecipa alla 3° Rassegna Internazionale di Libro d’Artista al Museo della Casina delle Civette, Villa Torlonia – Roma. Lavora alla Press Photo per la band Baustelle. Pubblicazione della Press Photo su riviste del settore ex: Il Mucchio, Rumore. Mostre personali: Melania@Mikele, cura F. De Nicolò, Circolo degli Artisti, Roma, 2004; Photo-Graphie 493/2000 cura R. Gianni testo A. Cochetti, Zoe Spazio Arte, Roma, 2005; Mio (grande) grandissimo amore, cura M. Carriero testo R. Gianni, Galleria Studio Fontane, Viterbo. Mostre collettive: MetaMetà, galleria Zerotre, Orvieto, 2006; ArteVideoArt(Te)mpoAttivo, cura F. Strigoli, Firenze, 2007. Nel 2005 è selezionata fra i primi 4 artisti della regione Umbria per l’iniziativa Pagine Bianche d’Autore, Seat Pagine Gialle spa. Vive e lavora tra Orvieto e Cesena.
Inaugurazione ore 18.00
Libreria Odradek
via dei Banchi Vecchi, 57 - Roma
Orario: lun-sab 9.00-20.00
Ingresso libero