Rufa Rome University of Fine Arts Rufartgallery
Roma
via Benaco, 2
06 85865917
WEB
Gualtiero Redivo
dal 1/5/2007 al 11/5/2007

Segnalato da

Rufartgallery




 
calendario eventi  :: 




1/5/2007

Gualtiero Redivo

Rufa Rome University of Fine Arts Rufartgallery, Roma

Una selezione di opere rappresentative della ricerca svolta dall'artista nell'ultimo anno di attivita'. Curata da Andrea Romoli Barberini, la mostra si compone di una serie di opere inseribili nell'ambito delle ricerche polimateriche.


comunicato stampa

Nodi d’acqua

A cura di Andrea Romoli Barberini

La pittura di Redivo rifugge da ogni forza persuasiva del bello e cerca di influenzare le emozioni attraverso una riflessione sull’informe e sulle ragioni del diverso di fronte all’identico

Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità, a partire da lunedì 30 aprile 2007, sino al 12 maggio 2007, la Rufartgallery di Roma - spazio espositivo della RUFA (Rome University of Fine Arts) Libera Accademia delle Belle Arti - ospiterà una selezione di opere di Gualtiero Redivo rappresentative della ricerca svolta dall’artista nell’ultimo anno di attività. Curata da Andrea Romoli Barberini, la mostra si compone di una serie di opere inseribili nell’ambito delle ricerche polimateriche indagate dall’artista da diversi anni.

Il tema della mostra “acqua per la vita” nasce dalla convinzione che l’arte in quanto ha la capacità di parlare una lingua trasversale alle identità (di genere, nazionali, religiose e ideologiche), al di la di ogni sua spettacolarizzazione, è chiamata a svolgere un ruolo di stimolo verso quelle coscienze spente e assopite che alimentano la storia delle apatie e delle crisi di ideali. L’arte si propone allora come un laboratorio nel quale si sperimentano nuove forme di umanesimo tese a proporre percorsi possibili verso un progressivo appannamento delle differenze. La pittura di Redivo rifugge da ogni forza persuasiva del bello e cerca di influenzare le emozioni attraverso una riflessione sull’informe e sulle ragioni del diverso di fronte all’identico. Essa articola la costruzione di ogni immagine cercando innanzi tutto di affrancarsi dalla banalità della dimensione quotidiana per approdare alla sfera dell’inconsistenza, dell’inaspettato e dello spaesamento, fino a raggiungere una opacità referenziale che offre innumerevoli percorsi di lettura.

Dal momento che la consapevolezza del limite dell’esperienza sensibile fa capire che il mondo accessibile ai sensi non è che una modesta porzione della realtà, Redivo trova necessario complementare il visivo con il concettuale proponendo itinerari espressivi che siano anche il travestimento di una idea e non solo visione.

L’idea è il superamento dei predicati di quella forma astratta, anonima e regolatrice di tutti gli scambi che si chiama mercato, ovvero accumulazione infinita, competizione sfrenata, totale assenza di rispetto degli uomini e della natura, esaltazione del denaro come generatore simbolico di tutti i valori. Per tale ragione la devianza dalla simmetria, seppur proposta in forma minimale, manifesta la volontà di scardinare la norma cristallina, di destabilizzare l’ordine prevedibile e di incitare alla riflessione: un attentato ai nessi logici tradizionali che vuole mutuare una sollecitazione ad andare oltre per vedere secondo una prospettiva nuova.

L’esperienza del negativo promuove la ricerca di senso o meglio il senso nasce dal rifiuto e dal tentativo di rimozione del negativo. Ma c’è altro nelle opere di Redivo che resta nascosto dietro le apparenze esibite delle immagini - artifici di inganno e menzogna - che lasciano laconicamente trapelare la seduzione della notte, e questo è il sottile fascino che emana da tutto ciò che è ombra e ambiguità, là dove tutto è inconsistenza e tutto appare voluttuosamente lecito. Un buio profondo dove tutte le cose sono incatenate e intrecciate in un’invisibile disarmonia, una fonte opaca da cui vengono le parole che poi la ragione cerca di ordinare. All’innocenza artigianale si sostituisce lo sguardo obliquo della memoria che accantona la sterile riproduzione a vantaggio di una creativa complementarietà d’interferenze alla ricerca di una teatralità intesa non come pateticità retorica ma come nuovo mondo comunicativo che, soggetto ad una sorta di principio di indeterminazione, frantuma l’unicità della percezione in una galassia di significati.

Inaugurazione 2 maggio 2007 ore 18.30

Rufartgallery
Via Benaco 2 - Roma

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