Vele per nessun mare. Le nuove piegature di Berlingeri sono rivestite di colore caratterizzante, scaturito dalla volonta' concettuale di fondere la scultura e la pittura in un unico medium significante, in grado di redimere qualsiasi distinzione tra le arti.
Vele per nessun mare
"Sono alla ricerca di un’arte capace di evocare segreti senza tuttavia svelarli mai completamente" Cesare Berlingeri.
Artefice della piegatura concettuale, Cesare Berlingeri con il suo fare da demiurgo contemporaneo ha creato un singolare microcosmo aperto sul ripiegamento, strutturandosi attraverso stratificazioni di increspature tattili che promettono un dis-velamento imminente, sebbene non mantengano le aspettative d’origine.
La verità della tela è totalmente espressa, ma allo stesso tempo si trova avvolta, per cui non si manifesta alla visione; all’osservatore appare invece il mistero di quel mondo e le sue implicazioni, di cui le pieghe sono chiara metafora; la piegatura racchiude l’inesplicabile. Come racconta lo stesso artista, è stato il lavoro di scenografo a teatro che gli ha suggerito in termini visivi ed emotivi l’ampia gestualità della "spiegazione", quella sua magia del ripiegare i vasti fondali scenici alla fine dello spettacolo.
"Osservavo come un’immensa notte stellata poteva ridursi, di piega in piega, a un fagotto di ottanta centimetri, ad uno scrigno che emana la sua forza dal proprio mistero". Dalla piegazione su tela alla scultura ripiegata il passo è davvero breve e alquanto naturale, quasi fosse processo biologico e fenomenologico al contempo.
Le tele acquistano vita piena ed ebbra di tattilità proprio attraverso l’installazione-scultura ideata da Berlingeri in questi nuovi lavori, che trovano la più completa esplicazione nel confronto con l’ambiente esterno: spazio fisico ed estensione cerebrale si confrontano con la forza atavica e viscerale di queste opere e si incrementano vicendevolemente. L’aria a contatto con la materia diventa della stessa sostanza, tingendosi dello stesso colore, acquistando un più esteso respiro, generando nuove visioni, assorbendo la scultura in un gioco di rimbalzi e connessioni. A sua volta l’alluminio diventa aria mossa dal vento.
La fluida liquidità del mare non necessita di manifestazione visibile alcuna qualora la sineddoche diventi materia consapevole, prendendo il posto di qualsiasi contenitore sensibile. Le vele di Cesare Berlingeri diventano la porta d’accesso attraverso il mare magnum dell’arte, mediata dalla componente classica del cui nutrimento archetipo la creazione si alimenta inquieta, per arrivare sulla soglia del presente cariche di tangibile fisicità. L’artista – viaggiatore esplora nuove terre creative per rigenerare il proprio spazio esistenziale. Non importa quale mare verrà solcato, purché il viaggio sia la fonte a cui attingere costantemente, in nome dell’evocazione.
Scrive in merito il critico Paolo Aita sul catalogo della mostra: “Con Berlingeri non c’è solo una remissione del senso attraverso l’estetica. C’è, con un movimento di assunzione di tutta l’estetica classica, finalmente l’incorporazione dell’essere all’opera attraverso la bellezza: noi vediamo queste opere come l’artista classico immagina Venere, una possibilità che, attraverso la visione, diventa realtà.”
Le nuove piegature di Berlingeri sono rivestite di colore caratterizzante, scaturito dalla volontà concettuale di fondere la scultura e la pittura in un unico medium significante, in grado di redimere qualsiasi pressante, secolare, distinzione tra le arti.
Inaugurazione giovedì 3 maggio 2007 ore 18:30
Vecchiato New Art Galleries
Piazzetta San Nicolò, 1 - Padova
Ingresso libero