Illunis. Le undici foto esposte, sono state impresse su di un supporto sintetico, cha a sua volta si sostiene su di una lastra trasparente di plexiglas che, grazie a piccole sorgenti luminose e ad un gioco di riflessi crea un alone colorato attorno all'immagine.
Illunis
Il
titolo "illunis" termine latino, si ispira ad un lemma caro a D’Annunzio con il
quale il Poeta definiva l’assenza della luna “navigando nell’alta notte illune”
(dal latino illunis).
Dalla semplice ed ancestrale considerazione che, senza la luna impera
l’illuminazione umana, il fotografo Federico Berto intitola la sua personale di
Venezia “senza luna”.
Le undici foto esposte, sono state impresse su di un supporto sintetico, cha a sua
volta si sostiene su di una lastra trasparente di plexiglas, altre due fotografie
sono supportate da una lastra in plexiglas più spessa la quale, grazie a piccole
sorgenti luminose e ad un gioco di riflessi crea un alone colorato attorno
all’immagine.
Federico Berto, nato a Venezia il 21 luglio 1957, si avvicina alla fotografia,
alla fine degli anni ’70, si fa’ subito trasportare con entusiasmo nel mondo
dell’immagine.
Collabora con varie associazioni amatoriali fotografiche, partecipa a vari
concorsi, ricavandone lusinghieri riconoscimenti.
Alla fine degli anni ‘80 comincia a frequentare il fotografo Bellato Renato, un
grande artigiano dalla sapienza antica.
Naturalmente da questa scuola il suo bagaglio culturale e tecnico ne esce
notevolmente incrementato.
Alla fine degli anni ‘90 il maestro si ritira dall’attività professionale,
naturalmente Federico continua a coltivare l’amore per l’arte fotografica.
Nello stesso periodo comincia a intraprendere nuove strade espressive, sondando le
possibilità tecnologiche dei nuovi apparecchi fotografici.
Con il tempo abbandona il figurativo, inoltrandosi per una strada sconosciuta, ed
essendo da sempre affascinato dalla luce, sperimenta tutte le possibilità
espressive dei fotoni emessi da una sorgente luminosa.
La ricerca che oggi presenta è il frutto di un lungo studio e di un progressivo
evolversi di una tecnica di ripresa molto personale, la quale gli da modo di
materializzare quello che la sua mente immagina osservando le luci artificiali
della notte.
L’umanità, fin dalla notte dei tempi, ha usato tutti i mezzi a sua disposizione
per dissolvere il buio, partendo dall’antico vivido fuoco, è arrivata a creare con
artifici tecnologici, “creature” incorporee, che nella notte disegnano mille
figure immaginifiche.
Alle volte anche le creature tecnologiche possono riservare sorprese, magnificando
l’opera dell’uomo che ignaro ha involontariamente creato immagini fantasiose.
O luce, Falena nella notte la mia mente per seguire i tuoi arabeschi.
Inaugurazione: giovedì 3 maggio 2007 - ore 19.00
Imagina Cafè
Dorsoduro 3126 - campo Santa Margherita (ponte dei Pugni) - Venezia
Orario: tutti i giorni, chiuso il lunedì, dalle ore 08 alle ore 02
Ingresso libero