In corso dal 30 giugno. A Ravenna negli antichi ambienti della Manica Lunga della Biblioteca Classense e a Santarcangelo nella quattrocentesca Rocca Malatestiana, sono esposti 90 dipinti, disegni a china e a matita, rappresentativi dello storico progresso di Giulio Turci (Santarcangelo 1917-1978), il grande artista amato da Fellini perche' sapeva meglio di ogni altro, interpretare la terra e le marine della Romagna.
Negli antichi ambienti della Manica Lunga della Biblioteca Classense e a Santarcangelo nella quattrocentesca Rocca Malatestiana, che accoglie anche arredi d’epoca provenienti dalla Biblioteca ravennate, sono esposti 90 dipinti, disegni a china e a matita, rappresentativi dello storico progresso di Giulio Turci (Santarcangelo 1917-1978), il grande artista amato da Fellini perché sapeva meglio di ogni altro, interpretare la terra e le marine della Romagna.
Le opere sono distribuite nelle due sedi, per dar modo al visitatore di "entrare" nel racconto nell’atmosfera di ciascuna di esse e soprattutto di lasciarsi coinvolgere dall’emozione e dalla malia che Turci intesse intorno alle sue magiche, raffinate visioni.
L’ampia retrospettiva del pittore santarcangiolese mette in luce gli snodi cruciali della poetica turcina, nonché il fitto tessuto della formazione dell’artista romagnolo cui non sono estranei lasciti figurativi di Ottone Rosai, Carlo Carrà , Giorgio Morandi.
A colpire Fellini e con lui i molti estimatori di Turci, era lo stile insuperabile con cui dipingeva o disegnava le batane rovesciate sulla spiaggia, gli inquietanti orologi fermi, gli armadi della memoria e dei giochi infantili, gli ombrelli al vento e le grasse bagnanti, gli ombrelloni sulla spiaggia.
E ancora, i canneti, gruppi di persone a crocchio e quelli in posizione frontale come attendessero lo scatto di un flash, gli improbabili matrimoni, i musicisti per lo più violoncellisti soli o in formazione, i palloni colorati su cieli plumbei, il pallonaro e gli aquiloni.
Oli che esprimono una sensibilità accesa, sospesa tra sogno metafisico e profonda coscienza del reale, con una percezione rabbrividente del mistero.
Giulio Turci si dedicò all’Africa e all’Asia, continenti che lo affascinavano e che esplorò in ripetuti, lunghi viaggi: da ognuno di questi tornava con memoria di atmosfere, visioni, sensazioni, esperienze forti e dirompenti che, a Santarcangelo, riversava sulla tela riconducendole ai luoghi di casa come se luci, profumi, emozioni di terre lontane trovassero sintesi solo nella sua terra.
In considerazione dell’avvincente quota stilistica espressa da Turci in numerose opere tutt’ora sconosciute al pubblico, si è ritenuto esser maturo il tempo di riunire in questa importante mostra monografica le eccelse prove dell’artista quasi tutte inedite, certi di soddisfare i desideri non solo dell’amplissimo numero dei suoi estimatori, ma anche di incontrare il favore di chi andrà , per la prima volta, a conoscere un pittore la cui profondità trascende i confini di Romagna
La mostra di Giulio Turci "Dipinti e disegni" è a cura di Gabriello Milantoni ed è organizzata dalla Associazione Sigismondo Malatesta in collaborazione con la Biblioteca Classense; la Rocca è concessa per l’occasione da Donna Marina Colonna dei principi di Paliano.
Per informazioni: 0544.482112
Orario fino all’11 agosto: da lunedì a giovedì 16-19, venerdì 16-22 sabato 10-13, chiuso nei giorni festivi
Sala Manica Lunga
Biblioteca Classense
Via Baccarini 3, Ravenna