Dipinti. "I suoi animali sono il simbolo di una riapertura dell'uomo verso un panteismo moderno in cui, finalmente, egli potra' riacquistare la consapevolezza di essere parte sensibile di un tutto." (V.Scorsone)
Animalesimo
a cura di Vinny Scorsone
La mostra comprende circa 20 opere, realizzate dall'artista di Celico principalmente
nel corso degli ultimi anni, e si inserisce nel contesto degli appuntamenti della
galleria in occasione del compimento del suo 25mo anno di attività.
Scrive Vinny Scorsone nella sua presentazione in catalogo: "(.) Turchiaro non
rifugge dalla realtà, non si trincera dietro un mondo popolato da incantevoli
creature, anzi affida ad esse il suo messaggio di salvezza per l'umanità.
I suoi animali sono il simbolo di una riapertura dell'uomo verso un panteismo
moderno in cui, finalmente, l'uomo potrà riacquistare la consapevolezza di essere
parte sensibile di un tutto.
Una sensibilità che non è prerogativa dell'uomo bensì propria della natura e che fa
sì che l'uomo sia parte integrante di essa. Non dunque dominatore dell'ambiente che
lo circonda, ma suo semplice fruitore, contemplatore e attore coprotagonista.
Il mondo di Turchiaro, quindi, è solo apparentemente idilliaco. La natura espressa
nei suoi dipinti non è in alcun modo legata a certe rappresentazioni bucoliche che
tanto hanno caratterizzato certa pittura e letteratura in passato. Egli è un
contemporaneo. È legato a questi anni e di questi e delle sue problematiche connesse
all'ambiente, è testimone.
L'uomo, razza infestante, ha manipolato il mondo pensando che a lui, e soltanto a
lui, fosse stato affidato il compito di esercitare il dominio sulla terra; ma
l'ambiente si precisa attraverso gli animali e non solo attraverso la presenza umana
e proprio a questi meravigliosi esseri Turchiaro affida il compito di salvare l'uomo
dalla distruzione.
Gli animali di Turchiaro non sono semplici abitanti di un mondo inventato bensì
delle divinità primigenie. Sono il simbolo della natura, la loro voce. Non metafore
umane ma esseri concreti.
Testimoni di un mondo in continuo mutamento, essi sono i padroni degli elementi;
sono la sostanza Telesiana. Così come Telesio, difatti, Turchiaro pensa alla natura
come un corpo che vive, in continua trasformazione e così come Tommaso Campanella
egli vede nella conoscenza (intesa come sapientia e non come scientia) l'unica fonte
di compenetrazione tra l'uomo e la natura.
I suoi dipinti sono tavole filosofiche e poetiche in cui affiorano gli insegnamenti
di un altro insigne calabrese: l'abate Gioacchino da Fiore (di Celico proprio come
Turchiaro).
Telesio, l'abate Gioacchino, Campanella, sono quindi i perni attorno ai quali gira e
si fonda l'arte di Turchiaro, ma non solo. La sua pittura, difatti, si nutre di
immagini provenienti dalla cultura greca, egizia, dai graffiti preistorici.
Nel suo bagaglio culturale l'artista porta la lezione di Renato Guttuso,
l'esplosione di vitalità di Fernand Léger e il senso profondo della sconfitta di
Alberto Giacometti. Eros e Thanatos si scontrano sulla superficie pittorica dei suoi
dipinti generando pensieri e lezioni. (.)"
Inaugurazione 5 maggio 2007
Studio71
Via V.zo Fuxa 9 - Palermo
Orario: dalle 17 alle 20
Ingresso libero