Con "Critto(3)grammi" Massimo Livadiotti riprende il mondo dei numeri proponendo 5 opere su tela di vario formato con una serie di rebus narrativi in cui il pennello esprime tracce, inventa percorsi, apre prospettive dalle soluzioni mai scontate. Veronica Montanino lavora su un doppio processo che mescola realta' opposte ma dialoganti: figurazione e astrazione, pittura e scultura, muro e ambiente, pieno e vuoto.
Massimo Livadiotti / Veronica Montanino
Massimo Livadiotti torna nella Capitale a distanza di sei anni dall’ultima mostra personale. Un progetto, quello per Romberg Roma, che arriva dopo la mostra del 2005 presso Romberg Latina. Per quell’occasione, sotto il titolo “Critto(2)grammi”, eravamo entrati nel conturbante e misterioso universo dei rebus, affrontato dall’artista con la sagacia, le intuizioni e le alchimie che contraddistinguono la sua raffinata pittura tra memoria e futuro. Oggi è la volta di “Critto(3)grammi”, un viaggio che riprende il mondo dei rebus (in anteprima per Roma) e un altro tema caro al suo sguardo, il mondo dei numeri. Al piano superiore vedremo cinque opere su tela di vario formato: una serie di rebus narrativi in cui il pennello esprime tracce, inventa percorsi, apre prospettive dalle soluzioni mai scontate. Al piano inferiore ci saranno altre cinque opere su tela e una scultura in terracotta dipinta: tutto attorno all’universo dei numeri lungo un viaggio simbolico, ricco di dettagli metaforici, icone senza tempo, visioni affascinanti ed enigmatiche. Undici nuove opere che esprimono una doppia ma sinergica riflessione di Livadiotti: al piano superiore prevale l’idea rispetto alla tecnica, al piano inferiore vince una riflessione sulla pittura rispetto al pensiero che origina l’opera. Non è un caso che proprio tra le tele numeriche troviamo richiami al divisionismo e alle tecniche del non finito. Cosa che si ripete in maniera lampante nella grande tela grezza dove acrilici e tempere raccontano una grande testa in un dialogo concettuale tra oggetto ed estetica del processo pittorico.
Ad accompagnare la mostra un testo “enigmistico” di Stefano Bartezzaghi e un testo critico di Antonella Sbrilli. Con il supporto ideativo di Bartezzaghi l’artista ha anche realizzato una delle tele, creando così un’anomala collaborazione tra l’ideazione dell’enigmista e la messa in pratica del pittore.
Veronica Montanino lavora su un doppio processo che mescola realtà opposte ma dialoganti: figurazione e astrazione, pittura e scultura, muro e ambiente, pieno e vuoto... elementi che si incrociano per creare strutture dove la geometria cinetica incontra e anima le piccole sagome di figure umane. Una struttura scenica dai materiali plastici per raccontare azioni private, gesti quotidiani, intimità disvelate. Il tutto dentro radici cromatiche dal sapore pop, giocando tra la rielaborazione più attuale del bassorilievo e un’esplosione geometrica che sembra pulsare verso il fruitore.
Immagine: Massimo Livadiotti, “(3)di(6)(4)ve” (chiave di Stefano Bartezzaghi) 2007 Olio su tela di cm 50x70
Inaugurazione sabato 5 maggio ore 18
Romberg Arte Contemporanea
Piazza De' Ricci 127 Roma
da martedì a sabato 14-20