Zone incerte. L'artista dipinge forme indefinite, imprecise, che sfiorano la geometria senza mai aspirare alla sua aurea perfezione, indagando le potenzialita' dell'ornamento.
Zone incerte
…Francesca Zoboli dipinge forme indefinite, imprecise, che sfiorano la geometria senza mai aspirare alla sua aurea perfezione. Quelli da lei tracciati sono, infatti, cerchi approssimativi, dalle circonferenze fluide, oppure ellissi irregolari, figure curvilinee che sembrano uscite dal paragrafo d’insiemistica di un manuale di aritmetica e che si mescolano e si confondono fino a creare trame e orditi suggestivi… Già, perché l’artista milanese usa gli strumenti di una geometria intuitiva, che ricostruisce le figure tramite un segno libero, a tratti perfino emotivo, che è cosa tutta diversa dalle fredde operazioni del Minimalismo.
C’è, anzi, l’evocazione di un sentore organico in queste carte dall’impianto apparentemente cartesiano, come se la loro struttura, fatta di ascisse e ordinate approssimative, fosse costellata (e in alcuni casi lo è) di depositi e concrezioni sottili di materia…
Tutta la ricerca di Francesca Zoboli è percorsa da una vena sperimentale che indaga le potenzialità del decoro e dell’ornamento affidandosi tanto alla seduzione del colore quanto alla efficacia di un disegno semplice e quasi elementare. I suoi dipinti hanno, infatti, l’impianto esornativo di certi drappi esotici o di certe maquette primitive, somigliano a tappeti e ad arazzi tribali, ma, allo stesso tempo, rievocano i sontuosi fregi Sezessionstil di Gustave Klimt…
Dal testo in catalogo di Ivan Quaroni
Galleria l'Affiche
via Dell'Unione, 6 - Milano
Ingresso libero