Dopo le 'Attese' presentate due anni fa in questa galleria, l'artista si conferma pittore 'spazialista-atmosferista', che rappresenta dimensioni immateriali stemperate nella luminosita' dell'aria.
Una solitudine troppo rumorosa
Silenzio, assenza, immobilità negli stadi deserti di Pier Paolo Maggini; la solitudine è in agguato, l’attesa taglia l’aria e raggela lo sguardo, il rumore del vuoto rimbomba e diventa assordante.
Tra le gradinate e le curve alleggerite dall’orda della folla, da un momento all’altro, in questo tempio della collettività, la società in cerca di aggregazione di comunità sembra gridare l’annichilimento di una solitudine devastante.
Dopo le “Attese” presentate due anni fa in questa galleria, Maggini con gli “Stadi ” si conferma pittore “spazialista-atmosferista”, che rappresenta dimensioni immateriali stemperate nella luminosità dell’aria. Figurativo per amore e concettuale per vocazione media la pittura con la fotografia in un’ armonica sintesi, dai molteplici ed enigmatici sensi.
Lo stadio svuotato ha la forza di produrre la sensazione del pieno; evocando il rito della collettività come simbolo di appartenenza a una comunità mai nata.
In questo campo della sur-visione, la massa è “sacrificata”, Maggini nell’ola silenziosa, cela l’urlo di una società globale che grida bisogno d’identità.
Jacqueline Ceresoli
Inaugurazione ore 18 - 21
Nowhere Gallery
via della Moscova, 15 - Milano
Orario: dal martedi al sabato 10.30/13.30 – 15.30/19.30
Ingresso libero