Opere 1935-2007. L'esposizione raccoglie 60 opere, fra oli, tempere, acrilici, terrecotte, realizzate dall'artista e intellettuale triestino dal 1935 ad oggi: una selezione che ne documenta l'intera produzione artistica, articolata in tre fasi (anni 30 e 40 - periodo del MAC - dalla meta' degli anni 80 ad oggi), alternate a lunghi intervalli di silenzio creativo. A cura di Martina Corgnati.
Opere 1935-2007
a cura di Martina Corgnati
Dal 12 maggio al 15 luglio 2007 il Civico Museo Revoltella di Trieste rende omaggio all’opera di Gillo
Dorfles con una mostra antologica dal titolo Gillo Dorfles 1935-2007, a cura di Martina Corgnati,
promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste con il sostegno della Fondazione
CRTrieste.
L’esposizione raccoglie 60 opere, fra oli, tempere, acrilici, terrecotte, realizzate dall’artista e
intellettuale triestino dal 1935 ad oggi: una selezione che ne documenta l’intera produzione
artistica, articolata in tre fasi (anni trenta-quaranta – periodo del MAC – dalla metà degli anni
ottanta ad oggi), alternate a lunghi intervalli di silenzio creativo.
Dorfles, nato a Trieste, trascorre l’adolescenza e la giovinezza nella sua città natale, dove
frequenta il vivace ambiente mitteleuropeo, intellettualmente reso vivo e fecondo dalle presenze fra
l’altro di Svevo, Saba, Weiss, Nathan. Trasferitosi a Milano nel 1930, dove studia medicina e
psichiatria, esordisce in pittura con opere dall’ispirazione fiabesca -tempere, oli, acquarelli-, in cui si
confondono diverse forme e materie, aeree, liquide, solide (Forme glaciali, Forma blu con sole,
Cavallo giallo e radice viola), nate sotto l’influenza di Nathan, del surrealismo e soprattutto
dell’antroposofia di Rudolph Steiner (Dorfles nel 1934 si era recato in Svizzera per seguire seminari
al Geotheanum).
Dopo la guerra, stabilitosi ormai a Milano, insieme a Gianni Monnet, Atanasio Soldati e Bruno
Munari fonda nel 1948 il MAC (Movimento Arte Concreta), in cui, opponendosi sia al realismo
militante sia al nascente informale, predomina la ricerca di forme concrete, pure, primordiali,
dall’andamento spesso molto libero e il sapore organico: come testimoniano olii quali
Concatenazione (primi anni ’50), Composizione turchese (1955), Composizione con segno arancione
(1957).
L’assunzione della cattedra di Estetica all’inizio degli anni Sessanta prima a Milano, quindi a Cagliari
e Trieste e l’intensificarsi dell’attività di critico e saggista limitano per diversi anni le possibilità
creative di Dorfles a una produzione grafica occasionale e del tutto privata. Gli anni Ottanta vedono
invece il ritorno alla produzione pittorica che da quel momento viene regolarmente esposta al
pubblico. Si tratta di opere che, come scrive Martina Corgnati in catalogo, sono veri e propri
“frammenti di racconto attraverso le immagini, costruiti con grande libertà riassemblando insieme
pezzi dell’antico e sperimentato repertorio simbolico e segnico di arabeschi, grafemi, lessemi,
macchie e ghirigori”.
Sono personaggi ironici, come il Fustigatore o il Giocoliere (entrambi del
2006), in cui l’artista si lascia andare al gioco, all’invenzione e anche all’allusione ironica.
Il ricco percorso artistico di Dorfles trova “in asimmetria, leggerezza e intervallo, cioè la tendenza
ad alternare pieni e vuoti, volumi e spazi, «forti» e «pianissimi»” i suoi caratteri unificanti.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Skira, che oltre alla riproduzione delle opere,
raccoglie testi di Martina Corgnati e Ugo Volli, e un apparato bio-bibliografico.
Sabato 12 maggio 2007
ore 16 Presentazione del libro "Gillo Dorfles - Lacerti della memoria. Taccuini intermittenti", Editrice Compositori, Bologna
ore 18 Inaugurazione mostra
Civico Museo Revoltella Galleria d’Arte Moderna
Via Diaz 27 – Trieste
Orari: Lunedì-sabato 9-18 - Domenica 10-18 - Chiusura martedì