Coffee O'Clock
Arezzo
Corso Italia, 184
0575 23171

Daniele Gommoni e Marco Tavanti
dal 11/5/2007 al 31/8/2007
WEB
Segnalato da

Rita Carioti




 
calendario eventi  :: 




11/5/2007

Daniele Gommoni e Marco Tavanti

Coffee O'Clock, Arezzo

La pittura di Marco Tavanti e' incentrata sulla ritrattistica, riprodotta con una tecnica di realismo fotografico. I soggetti della pittura di Daniele Giommoni attingono alla vita agreste, dove uomini e animali vivono una vita comune.


comunicato stampa

Iconografie sentimentali

A cura di Rita Carioti

DANIELE GIOMMONI
Daniele Giommoni è un giovane pittore emergente, che nasce a Castiglion Fiorentino (AR) nel 1972. Vive la sua infanzia in una serena e tranquilla realtà familiare. Sin da giovanissimo coltiva la passione e il suo grande talento per la musica, che esprime sia ascoltandola negli svariati generi che spaziano da quella classica a quella heavy metal, ma soprattutto suonando privatamente, per varie ore al giorno, il pianoforte e il basso, e saltuariamente in pubblico con un gruppo di amici in vari locali proponendo cover e proprie canzoni. Con il tempo, per motivi logistici legati al lavoro abbandona questa attività, che presto verrà sostituita da una altra passione, a lui altamente congeniale: la Pittura. Nella primavera del 2000 inizia il suo percorso artistico frequentando alcune botteghe di noti pittori locali, ed inizia a realizzare opere i cui principali soggetti sono scorci di vita quotidiana vissuta, e i tipici paesaggi che lo circondano. “Ogni mio quadro oltre che rappresentare un paesaggio uno scorcio o un momento, racchiude sensazioni, stati d’animo legati ad un periodo, messaggi nei confronti delle persone che osservano”.

Grande amante della natura, organizza spesso escursioni, sia in macchina che in moto, lungo strade isolate in mezzo alla campagna o lunghe passeggiate nei boschi, durante tutte le stagioni, anche d’inverno; “ Adoro l’inverno, durante le giornate di pioggia, con l’acqua che mi cade sul vetro della macchina, le luci che si scompongono e le forme che si scontorcono”, così come predilige le ambientazioni ed i colori primaverili ed autunnali. Le energie che ne trae da tutto questo peregrinare in solitario, verranno spesso trasfigurati nei suoi romantici quadri, che realizzerà nella mansarda dove tiene il suo studio, e dove si dedica per ore a dipingere; “Utilizzo l’arte per mettermi in contatto con gli altri. L’ ho fatto tramite la musica suonando strumenti e dischi, l’ ho fatto parlando nell’ ombra dietro ad un microfono. Adesso . . . il colore”. Attualmente le sue opere sono esposte in numerose collezioni private in Italia Europa e U.S.A. Daniele Gommoni è inoltre un abile pescatore e un buongustaio; si diletta a cucinare e ha fatto vari corsi di degustazione divenendo sommelier.
Rita Carioti

I soggetti della pittura di Daniele Giommoni attingono alla vita agreste, dove uomini e animali vivono una vita comune, immersi in pacifico panismo naturale. Le opere presentano una minuziosa ed attenta restituzione in tela del paesaggio osservato, che è quello della campagna, con i suoi topoi (la vigna, il gregge, i campi e scorci di borghi medioevali). .Anche la tecnica pittorica attinge alla tradizione toscana: per l’uso di masse di colore e campiture cromatiche più o meno estese, nella fusione tonale di luce e colore, i quadri di Giommoni potrebbero definirsi neo-macchiaioli. Anche se le immagini appaiono sfumate attraverso le modulazioni dei colori e delle ombre, le macchie conferiscono ai dipinti una solida corposità. Le note cromatiche e luminose non fanno, ma riempiono un spazio dato (Bagno Vagnoni); non muovono lo spazio imponendogli il loro ritmo, ma si muovono lungo i percorsi obbligati di uno spazio immobile, pastorale e bucolico. Qui l’animo del pittore sembra accarezzare col pennello i fili d’erba, i fiori, gli animali e l’uomo.

In altri quadri (Cane, Footway e Scorcio) la tecnica presenta filamenti frastagliati e spatolate che, invece di accostarsi, sembrano sovrapporsi: in tal modo le superfici sembravano vibrare di un’intensa luminosità, che comunica le impressioni e le emozioni provate dal pittore nell’osservazione della natura dal vivo, en plein air. L’accostamento dei colori puri applicati sulla tela e a piccoli tratti sembra rimandare al Divisionismo.
prof. Massimiliano Badiali

MARCO TAVANTI

Marco Tavanti nasce a Castiglion Fiorentino (AR) nel 1969. Inizia il suo approccio all’arte figurativa dall’età ancora adolescenziale, prima utilizzando per la realizzazione delle sue opere, soltanto matite e carboncini, in seguito cambia tecnica e inizia a dipingere con colori ad olio.
La maggior parte del tempo che dedica alla pittura, predilige farlo nelle ore notturne, dimensione in cui trova maggiore ispirazione e intima concentrazione; “Dipingo al 90% durante le ore notturne e quando lo faccio riesco a rilassarmi al massimo, quasi a preferire la pittura al riposo…”
I soggetti a cui si dedica con minuziosa riproduzione di dettagli, sono i soggetti umani, in modo particolare i volti, quei volti che esprimono sentimenti forti e significativi di autenticità e purezza, che arrivano a toccare in modo prorompente, la soglia dell’anima; “Il soggetto principale dei miei quadri sono i volti…mi attraggono i loro sguardi, le espressioni, specie nei vecchi, nei bambini, specie se poveri, capaci di trasmettere le emozioni più giuste, perché più forti ed intense…”

Esso nella sua straordinaria semplicità, ritrae i suoi soggetti da alcune fotografie, che il più delle volte realizza il suo amico fotografo Carlo Landucci nei frequenti viaggi che effettua in Africa, e sceglie quelle che sente ad esso più affini, in cui può ritrovare ciò che poi fedelmente riprodurrà nei suoi quadri.
Per Marco Tavanti non è importante se il soggetto lo ritrae dal vero o meno, è fondamentale invece esprimere il valore assoluto di una emozione. E’ per questo che i tempi di creazione tra un quadro e l’altro richiedono lunghe pause; perché ogni soggetto, per divenire specifica simbologia iconografica, come un “buon vino di classe” deve maturare e strutturarsi in silenziosa meditazione affinché possa rivelarsi in tutto il suo complesso e profondo contenuto.

Rita Carioti

La pittura di Marco Tavanti è incentrata sulla ritrattistica, riprodotta con una tecnica di realismo fotografico. Sono individuabili almeno due filoni della pittura tavantiana: quello esotico e quello mondano. La ritrattistica esotica riproduce figure che vivono una condizione pressoché edenica, in armonia con la natura, con la comunità e con la vita familiare. Nella maggioranza dei volti di queste figure trasposte in tela, il pittore, che vive con occhi interiori l’Africa e Cuba, dipinge una serenità e una gioia di vivere, lontane dalla società multiglobale del nostro tempo e del mondo industrializzato. L’inquietudine che traluce in taluni dipinti sottintende una concezione animista più profonda, secondo la quale tutti gli uomini sono considerati legati al mondo dell’invisibile e dello spirito. Lo sguardo di Bambina Indiana è assorto nell’Amor fati nell’accettazione positiva del negativo della vita. Se la solidità di questi volti esotici è restituita attraverso compatte volumetrie di massa, la solennità è resa attraverso l’uso dei colori. Nei dipinti prevale, infatti, una cromia calda di colori primari come il giallo e il rosso (e secondari da essi derivati, in ogni nuances di arancione e marrone), che sono atti a riprodurre gli ambienti tropicali e equatoriali nell’ambientazione e nelle luci, ma che al contempo divengono metafora della solarità di questi popoli. Nella ritrattistica mondana le nuances cromatiche si stemperano e le figure assumono la dimensione del mistero e dell’indeterminatezza Curiosità è femmina oppure la tecnica pittorica assume la monocromia tonale del bianco e nero, divenendo fedele riproduzione fotografica Marylin Monroe del mondo dello spettacolo.
prof. Massimiliano Badiali

Coffe O'Clock
Corso Italia, 184 - Arezzo
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