Installazioni fotografiche. Sfilano davanti i suoi occhi reperti urbani e simboli eterni, giustapposti con grande liberta'. A cura di Paolo Aita.
Dalla luce all’attimo
A cura di Paolo Aita
Le installazioni dell’artista romana Fiorella Rizzo suscitano un piacevole shock nello spettatore. Sfilano davanti i suoi occhi reperti urbani e simboli eterni, giustapposti con grande libertà. In questa Mostra cosentina le sfere dialogano con la fotografia unendo l’attimo e l’eterno. Queste immagini sono state riprese in condizioni di grande precarietà, sfidando dunque il gusto estetico dell’installazione che si basa sull’imperturbabile serenità del vetro. Il luogo di ripresa è la metropolitana di Londra, il cui dinamismo è reso tramite il “mosso” fotografico e un’illuminazione cruda, al limite del brutale. Il contrasto con la serenità, che invece sembra planare dall’alto sulle sfere, è totale, realizzando l’incontro di due stati della forma quanto mai distanti da loro.
La cosiddetta “creatività al femminile” in questo caso si carica di grande sofisticatezza culturale e indipendenza mentale. Non si trova il consueto atto di denunzia di una condizione infelice e inadeguata, ma una critica ancor più radicale nei confronti delle consuetudini mentali, che propongono allo spettatore solo percorsi culturali ormai consunti dall’abitudine. Il rapporto arte-vita si delinea strettissimo nella ricerca artistica di Fiorella Rizzo, caratterizzata sin dai primi anni settanta da una forte prevalenza plastica, anche se proveniente dalla sezione di Decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, sua città natale. Nel 1974 si trasferisce a Roma. È nel 1977 la sfera di vetro che racchiude un chicco di grano scrive: “L’arte come la natura nasconde i misteri nel visibile”.
Dopo le prime mostre personali: Bari 1977, Salerno 1978, è stata presentata da Tommaso Trini nella mostra “Arte e Critica” 1981, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e qui si pone l’attenzione della critica nazionale e internazionale partecipando alla selezione di “Art and Critics”, 1982 Chicago. L’arte, la vita e la Storia rappresentano un territorio sconfinato, senza barriere da percorrere alla ricerca di valori e certezze interiori come nelle sculture “Campana” 1980, “Moto iniziale”, “Per guardare il cielo”, Genetliaco1981 – 82, (Marco Mozzo).
Cripta 1989 – 91, Galleria Stefania Miscetti, Roma, è la visualizzazione di un mistero quello che circonda il numero ventidue, cifra emblematica che ricorre a raggruppare alfabeti, segni e simboli di diverse civiltà (Alessandra Mammì). Dal 1989 al 1992 è presente in vari Musei negli Stati Uniti con la mostra “Eternal Metaphors: New Art From Italy”.
Con “Naulo” 1991 – 93 vi è il definitivo abbandono degli impasti di terre che avevano caratterizzato il decennio precedente, prosegue la sua ricerca utilizzando carte, cartoni ondulati e oggetti di uso quotidiano ma fortemente modificati: tutto diventa “altro”, l’ambiguità e l’inganno visivo ne potenziano il loro polisenso.
Nel 1994 inizia a frequentare Londra e a stabilirsi per lunghi periodi, ma lavora anche in Italia partecipando a numerose mostre. Dal 2000 al 2002 realizza a Londra “Kaleidoscope”, un lavoro fotografico esposto ala Essor Gallery della capitale Britannica e nel 2006 nell’ambito del Festival Internazionale della Fotografia, a Villa Poniatowski, Roma. Quarantadue foto che costituiscono un unico Opus realizzate nella Metropolitana londinese.
Nel 2006 espone “Macth” 1995 – 2003 al “Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea Palazzo Colonna”, Genazzano (Roma). Alla XII Biennale d’Arte Sacra, 2006, fa dialogare due sue opere cronologicamente lontane così come in questa mostra “Dalla luce all’attimo”.
Inaugurazione ore 18 con l'artista
Vertigoarte
Via Rivocati, 63 - Cosenza
Ingresso libero