Nelle tele l'artista si esprime nel figurativo moderno, che preferisce all'astrazione. Una forza positiva si riversa nelle forme, nei colori, nei volumi, nelle ombre.
Koine' 2
Il punto di partenza ad ogni artista che le sta di fronte trepidante, inquieto, eccitato come alla vigilia di ogni viaggio, lungo o breve che sia, la tela bianca sembra dire: è da lei che si parte. Ma a ben riflettere non è così. Quello della tela intatta è una sfida rivolta all'artista che l'accetta per obbedire al demone delle sue urgenze espressive. Quelle di Ena Villani si esprimono nel figurativo moderno, lo preferisce all'astrazione. Del resto si sa che la soggettività e l'originalità dell'espressione sono comunque fatte salve.
Nemmeno più la fotografia viene intesa come testimonianza oggettiva.
Della realtà, connotata com'è da tutta una serie di scelte soggettive: la scelta del soggetto da ritrarre, i modi e i tempi dell'esposizione, la luce, il colore. Il pittore ancor più del fotografo trasfigura la realtà, la legge in chiave assolutamente personale. Lo stesso soggetto anche se ritratto più volte non dà luogo a una serie di copie, è e resta, un evento ossia un qualcosa di unico e irripetibile.
Il bianco della tela si arrende alla dolce prepotenza delle forme e dei colori e si trasforma nel Figlio generato dalla grande Madre, la creatività che si fa veicolo dei goyeschi ''sonni della ragione'', li fissa e li sottrae alla avara durata del tempo tiranno prolungandone la vita.
L'emozione di un istante si addensa nella concrezione materiale del quadro, diviene ricordo oggettivato, memoria durevole della scintilla amorosa che lo ha generato e che stenta a staccarsi dalla sua creatura,una volta che l'ispirazione, breve e intensa luce di cometa, ha generato una nuova vita. Eppure il dolore del distacco viene lenito dal pensiero che il prodotto d'arte è un dono che l'artista fa di sé agli altri. Il Regista invisibile che regola in lui i moti dell'anima e del corpo vuole così.
Ena ha imparato a interpretarne la volontà con il passare degli anni in cui, incredula, ha visto comporsi sulla tela il disordinato ribollire delle sue emozioni. Aneliti e rinunce, passioni e ricordi, pulsioni irrefrenabili a stento contenute da pause riflessive, ricerca di assoluto e inevitabile patteggiamenti con i compromessi quotidiani, schegge impazzite di vita corrono verso la tela e lì si ricompongono. Una metamorfosi che ha in sé qualcosa di magico: da miscela esplosiva diviene forza positiva e si riversa ora pacatamente ora in maniera febbrile nelle forme, nei colori, nei volumi, nelle ombre.
Ogni volta che le lascia partire. ANGELO OTERO, 2007
Inaugurazione ore 18.30
Libreria Evaluna
Piazza Bellini, 72 - Napoli
Orario: 10.30 /14.00 - 19.00/23.00
Ingresso libero