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18/5/2007

Elena Arzuffi

Galleria Estro, Padova

E se piovesse

a cura di Gabi Scardi

Introverso, autoconfinato in una quotidianità ordinaria e controllata, vive il protagonista della mostra e se piovesse: un uomo solitario che ha optato per un’astensione silenziosa; un orto da curare, un cane serio per unico compagno, la realtà esterna un trauma da evitare piuttosto che un’avventura da vivere.

Incapace di un approccio empatico rispetto al mondo e consapevole di questo limite l’uomo si è ritratto, vive chiuso nelle proprie abitudini fino a trasformarle in manie, prima tra tutte l’attenzione continuamente rivolta alle previsioni del tempo: la meteorologia gli fornisce informazioni dalle quali dipende ogni sua attività: uscire da casa, attraversare il bosco, raggiungere l’orto e prendersene cura. Oppure restare a casa, a battere i tasti di una macchina da scrivere obsoleta.

Nessun dramma, ma una circospezione, un senso di insufficienza, di vuoto da colmare, di vita imposseduta; una nostalgia, ma vaga e indefinita. La diserzione di chi non sa affrontare il reale se non attraverso un filtro.
Paesaggi velati di malinconia, un mondo ovattato, una storia di umori, di movimenti contratti, di rumori che giungono da fuori, di tempo trascorso a coltivare il proprio giardino auscultando l’esterno: là dove capita che piova o che tiri vento.

In mostra alcune videoanimazioni e un’ambientazione comprendente le immagini dell’orto che coltiviamo, e pareti coperte di previsioni del tempo ritagliate dai giornali, come a dar forma ai meandri interiori, alle diverse stanze della nostra testa. La vecchia macchina da scrivere, scatole di medicine omeopatiche con cui curiamo le patologie del nostro corpo e della nostra immaginazione. Mentre il vento soffia i tuoni che rombano.

Galleria Estro
Via S. Prosdocimo, 30 - Padova
Orario: dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 20.00
Ingresso libero

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