Pittura e poesia. L'artista rielabora il grande patrimonio estetico classico, restaurandolo attraverso il linguaggio informale naturalistico, proprio dell'estetica della sua terra.
Quadri per un' esposizione
a cura di Rodolfo Balzarotti
Alessandro La Motta, riminese, si è diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna e si occupa di pittura, di teatro e di iniziative culturali. Unisce la passione per la pittura e la poesia in numerosi lavori come in Omaggio a Fellini (1994), Riemerge in lontane chiarità (1997) e Tra le righe della poesia (1999).
Dal 2000, inizia a curare diverse scenografie per cinema e teatro. Numerose le esposizioni in ambito internazionale, tra cui si segnalano la personale come Body of art a New York (2001)e quella presso il Parlamento Europeo di Bruxelles (2003). La Motta rielabora il grande patrimonio estetico classico, restaurandolo attraverso il linguaggio informale naturalistico, proprio dell'estetica della sua terra, costituito dal dissolversi dei piani e da scorci di luce catturati in riflessi mirabili e inattesi. La sua è una poetica stratificata, fatta di un forte connubio tra pittura e poesia. E' proprio grazie alla poesia, testualmente dipinta sovrapponendo idee, ricordi e sentimenti, che le impronte quasi carnali di La Motta arrivano a ferire l'osservatore. Si generano così nuovi luoghi, figure simboliche che interpretano l'espressione autobiografica di un uomo che combatte di fronte ai lati più nascosti delle cose, alla ricerca di una più vera presa di coscienza di sé.
Inaugurazione ore 18.15
Centro Culturale di Milano - CMC
via Zebedia, 2 - Milano
Orario: da lunedì al venerdì 10-13; 15-19; sabato e domenica 12-19
Ingresso libero