Nino Costa
Giacomo Failla
Concetto Guzzetta
Carlo Lauricella
Leopoldo Mazzoleni
Salvatore Mineo
Antonio Portale
Franco De Grazia
Mostra dedicata al tema del gioco. Artisti siciliani, di solida esperienza e di diversi orientamenti espressivi, del motivo proposto hanno colto alcuni elementi metaforici, tradotti nelle opere presenti. Opere di: Nino Costa, Giacomo Failla, Concetto Guzzetta, Carlo Lauricella, Leopoldo Mazzoleni, Salvatore Mineo e Antonio Portale.
Alea - Il gioco come scommessa
A cura di: Franco De Grazia
Questa è la seconda di quattro mostre a tema che si
svolgeranno quest'anno nell'ex Monastero dei Benedettini
a Catania e saranno replicate nella chiesa di
S.Teresa a Ragusa Ibla.
L'interesse per l'argomento mi è stato sollecitato dal
ricordo di una cara amica, Silvana Cirrone docente
di Filosofia del linguaggio presso l'Università di Catania,
che al gioco e alle sue regole si è dedicata, regalandoci
riflessioni filosofiche di notevole importanza teorica
e momenti di gioia spensierata.
Qual'è la molla che spinge al gioco? Il desiderio di
guadagno? Certamente no! Questo si può dare in
alcuni casi solo come ragione occasionale, ma poi
su questa si innestano motivazioni psicologiche ben
più profonde che scatenano e spingono sempre più
verso una scommessa la cui posta va oltre il guadagno.
In rapporto alla vita reale, dove le leggi della logica
e della causalità restringono il campo delle possibilità,
il gioco – non obbedendo ad alcuna causalità razionale
– fa esplodere il quadro limitato dello spazio
esistenziale dove si muove l'individuo e, ponendo in
primo piano il meccanismo delle aspettative con le
sue innumerevoli possibilità, riscatta l'uomo dalle
frustrazioni quotidiane.
Nella prassi della scommessa il possibile diventa lo
spazio stesso della libertà, ma è là che risiede uno dei
paradossi più sconcertanti del gioco: per il giocatore,
l'atto del gioco è l'affermazione suprema ma anche
derisoria della sua libertà. Nella prassi del gioco egli
diventa padrone assoluto e schiavo delle sue scelte
e, in qualche esito tragico, giudice e vittima.
Nell'accezione metaforica possiamo individuare tanti
"giochi" quante sono le attività umane, sino a quella
per eccellenza, la vita, il gioco più complesso al quale
non ci possiamo sottrarre, pena la perdita della nostra
coscienza, del nostro essere, di noi stessi. Anch'essa
si gioca in diverse mani, ci impone delle regole, ci
sottopone scelte da fare e rischi da correre.
Il segno della vincita in questo caso è l'affermazione
della vita stessa e la comprensione del suo valore.
Gli artisti partecipanti sono siciliani, di solida esperienza
e di diversi orientamenti espressivi. Del tema proposto
essi hanno colto alcuni elementi metaforici che hanno
tradotto nelle opere presenti.
Nell'istallazione di Nino Costa "il giocatore deve (è la
regola) guardare nello specchio per trovare il ‘sé
illusorio' su cui si basa il ‘sé reale'; egli imita una società
che si riflette nel suo gioco, attiva un meccanismo
commutatorio che porta allo smarrimento relativo, a
una "dérive" intelaiata dalla cornice/limite in cui il
gioco/sogno sfuma nella realtà con un perenne avvolgersi,
senza cui è follia" .
I dadi di Giacomo Failla presentano al centro di ogni
faccia lo stesso ‘valore' geometrico ma, cambiando
la combinazione dei segni attorno a esso, ogni lancio
determina una nuova vicenda esistenziale.
Nella scultura di Concetto Guzzetta l'atleta classico
(kouros) moltiplicato serialmente diventa anonimo e
rigido modulo di uno schieramento preordinato da
campo di calcetto (soccer). La partita si gioca sullo
scarto ironico fra la cultura classica e la contemporanea
e fra cultura e vita.
La sequenza di Carlo Lauricella mostra una serie di
elementi che si susseguono anche cromaticamente,
ma caratterizzati da varianti che ne mettono in discussione
l'ordinato assetto optical, a dimostrare che nel
gioco dell'arte (ma anche della vita) regole ed eccezioni,
strutture ed elementi si equivalgono.
Nelle "piegature" di Leopoldo Mazzoleni il pensierospazio
è protagonista del gioco nel suo "continuo
adattarsi e piegarsi come risultanza di un infinito adeguamento
di momenti alle circostanze che di volta in
volta si vengono a creare e che mutano intervenendo
in quanto emergenza."
Salvatore Mineo presenta due opere: nella prima
richiama i giochi dell'infanzia sui quali si proietta
inquietante l'ombra del futuro; nella seconda istallazione,
un omino surreale, sospeso come in un sogno
sulla sommità di una scatola ludica, osserva impassibile
l'evento che nel fondo ha scompaginato la scacchiera.
Il lanciatore di dadi di Antonio Portale è una figura
enigmatica: mentre lancia sembra voler trattenere.
In essa si combina e si fonde l'azione della scommessa
con l'atteggiamento psicologico di chi si interroga
sul destino che sta determinando.
(Franco De Grazia)
Inaugurazione: mercoledi' 23 maggio alle 17,30
Monastero dei Benedettini
Catania