Universita' della Svizzera Italiana - Accademia di architettura
Mendrisio
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Pechino, Shanghai e Nanchino: tre citta' cinesi
dal 23/5/2007 al 28/6/2007
dal mercoledì alla domenica dalle ore 12 alle ore 18

Segnalato da

Amanda Prada



 
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23/5/2007

Pechino, Shanghai e Nanchino: tre citta' cinesi

Universita' della Svizzera Italiana - Accademia di architettura, Mendrisio

La mostra si propone di raccontare la spettacolare trasformazione dell'urbanistica cinese in un momento di dirompente crescita industriale, economica, culturale ed artistica del Paese. Progetti, modelli e installazioni multimediali. A cura di Josep Acebillo.


comunicato stampa

Mostra di architettura

a cura di Josep Acebillo

Nell’era della globalizzazione, la dirompente crescita industriale, economica, culturale ed artistica della Cina catalizza l’attenzione: memorie di un passato glorioso e sperimentazioni e ricerche avanzate si affiancano e vanno a delineare un mondo fatto di specificità e contraddizioni con il quale gli architetti si devono confrontare.

L’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana cerca di raccontare la spettacolare trasformazione dell’urbanistica cinese attraverso l’esposizione Beijing, Shanghai and Nanjing: Three Chinese Venues (Pechino, Shanghai e Nanchino: tre città cinesi).

La mostra s’inserisce nel ciclo espositivo sulle metropoli del mondo emergente curato dal Direttore dell’Accademia, Josep Acebillo: “un mondo – spiega Acebillo – che non deve emergere perché è già emerso; è, infatti, sotto gli occhi di tutti e tenta di dare risposte chiare alle profonde trasformazioni che la società affronta oggi”.

Così dopo le esposizioni sul Messico (novembre–dicembre 2006), Mosca (dicembre 2006–gennaio 2007), Chandigarh e Brasilia (febbraio–marzo 2007) e, l’ultima, su Johannesburg (aprile–maggio 2007), la mappa delle evoluzioni urbanistiche degli ultimi decenni si completa con una riflessione sulla scena cinese.

La mostra Beijing, Shanghai and Nanjing: Three Chinese Venues sarà inaugurata giovedì 24 maggio 2007 alle ore 19. Come le precedenti, è sostenuta dalla Commissione svizzera per l’UNESCO e si rivolge non solo alle studentesse e agli studenti di Mendrisio, ma anche al grande pubblico.

La consolidata tradizione cinese e l’apertura alla cultura occidentale hanno creato un ambiente dinamico per la costruzione e l’architettura, che ha sollecitato e sedotto architetti di tutto il mondo con nuove opportunità progettuali. La mostra Beijing, Shanghai and Nanjing: Three Chinese Venues si propone d’illustrare le trasformazioni odierne dell’urbanistica cinese: le città “esplodono”, infatti, con sorprendente velocità ed i profili metropolitani si ridisegnano e arricchiscono. La mostra s’interroga anche sulla compatibilità dell’inarrestabile evoluzione urbana con la ricchezza del patrimonio storico e l’offerta di ambiente sostenibile.

Pechino (Beijing) è la capitale politica e culturale della Cina. La sua evoluzione si basa su un concetto assiale: l’asse principale si è sviluppato in maniera tradizionale da nord a sud; dopo il 1949 la città si è però sviluppata in senso moderno, cioè lungo l’asse che va da est ad ovest; le Olimpiadi del 2008 stimoleranno, invece, lo sviluppo di un nuovo asse parallelo nord-sud.

Shanghai, città coloniale e principale porto dell’Asia orientale a partire dal 1842, è oggi la capitale industriale ed economica del paese. Negli anni Novanta si è dato avvio all’espansione della zona orientale (Pudong), diventata in poco tempo l’area economica più attiva di Shanghai, con importanti banche e centri commerciali. In vista dell’Esposizione mondiale del 2010 stanno ora sorgendo nuove città-quartieri: un esempio è Pujiang (100’000 abitanti per un’area di 15 km²) che, lungo il fiume Huangpu, rientra nell’operazione strategica “One City and Nine Towns” per lo sviluppo di una struttura urbana multipolare.

Nanchino (Nanjing) è invece un caso tipico di evoluzione urbanistica che integra una lunga storia di città pianificata con la conformazione naturale del sito. L’aspetto urbano di Nanchino asseconda perfettamente il concetto tradizionale di feng shui: la struttura storica con le antiche mura risalenti all’epoca della Dinastia Ming si combina con gli elementi naturali. A partire dagli anni Novanta lo sviluppo urbano ha interessato però numerose aree esterne, soprattutto nella direzione sud-ovest.

La recente crescita di Pechino, Shanghai e Nanchino è presentata nella Galleria dell’Accademia attraverso proiezioni d’immagini, piante, modelli, mappe satellitari, foto, pannelli descrittivi, nonché progetti ed architetture recenti, sia di architetti orientali (Liu Jiakun, Yung Ho Chang, Cui Kai, Zhu Pei, Kengo Kuma), sia di affermati architetti occidentali (Jacques Herzog e Pierre de Meuron, Norman Foster, Rem Koolhaas, Skidmore, Owings & Merrill): un variegato panorama di futuristici grattacieli e edifici pubblici accanto ad innovativi edifici per teatri ed università e sofisticate case unifamiliari. Specifiche sezioni illustrano esemplari interventi d’architettura, come lo Stadio Olimpico di Pechino di Herzog & de Meuron o la zona d’espansione urbana di Pujiang di Gregotti Associati, ma anche imponenti complessi residenziali e commerciali come Jianwai Soho a Pechino e residenze private di alta qualità ispirate al modernismo internazionale come la Commune by the Great Wall, un hotel extra lusso, vero regno dell’esuberanza, o ancora il Bamboo Wall, la casa che Kengo Kuma ha realizzato nell’area di Pechino integrandola con la natura circostante.

Accompagnano la mostra alcune suggestive installazioni multimediali che bene rappresentano una Cina che si trasforma e si reinventa continuamente. Ne è un esempio l’installazione dell’artista taiwanese Yao Dajuin Geophone Nanjing (2005), una sorta di raccoglitore di suoni urbani: l’ascolto attento e profondo di campioni di suoni e rumori permette di scoprire la città di Nanchino nella sua totalità. In mostra anche la videoinstallazione Dragon and Tiger Proposal (2005) di Chi Ti-Nan su interventi di rigenerazione urbana, cioè un racconto filmato di soluzioni progettuali di minimo impatto (e costo) che hanno permesso di riqualificare quattro zone (l’accesso ad un viale, un laghetto artificiale, un tunnel ed un mercato).

Come di consueto, nel corridoio antistante l’entrata della Galleria viene proposta un’attività didattica; in questo senso è dato spazio al WISH (Workshop on International Social Housing), la Summer School dell’Accademia.
Il WISH ha come oggetto la progettazione di quartieri di alloggi sociali in città del mondo emergente caratterizzate da una veloce crescita demografica ed urbana, con una particolare attenzione all’integrazione dei nuovi quartieri nell’insieme della città. Sotto la direzione di Martino Pedrozzi dell’Accademia di architettura, il workshop coinvolge ogni anno studenti di Mendrisio e dell’università partner, ma anche enti governativi della città in oggetto responsabili della pianificazione ed attivi nella promozione della politica dell’alloggio.

La sezione in mostra a Mendrisio presenta quindi i progetti elaborati dagli studenti per dieci aree strategiche della città di Nanchino nel corso dell’estate 2005 (nelle sue edizioni precedenti il WISH ha studiato le realtà di Tucumàn in Argentina, di Mexicali in Messico, di Johannesburg in Sudafrica e prevede di lavorare sulla città di Tbilisi, in Georgia, durante l’estate 2007).

L’esposizione Beijing, Shanghai and Nanjing: Three Chinese Venues è curata da Wowo Ding, Direttrice della Graduate School of Architecture dell’Università di Nanchino.

La vernice è prevista per giovedì 24 maggio 2007 alle ore 19.00 presso l’Accademia di architettura (Galleria dell’Accademia, pianterreno di Palazzo Canavée, Via Canavée 5, 6850 Mendrisio-Svizzera). Per l’occasione interverranno la curatrice e Chen Zhao, autore di uno dei testi del catalogo della mostra. Al termine un aperitivo sarà offerto a tutti i presenti.

Vernice giovedì 24 maggio 2007 alle ore 19

Universita' della Svizzera Italiana - Accademia di architettura
Largo Bernasconi, 2 - Mendrisio
Orario: dal mercoledì alla domenica dalle ore 12 alle ore 18
Ingresso libero

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