Sin dagli esordi il suo lavoro video si e' caratterizzato da una complessa alchimia tra elementi privati e suggestioni tratte da vicende contemporanee. Mediante una particolare tecnica digitale, Sawa recupera artifici chiaroscurali ed effetti di profondita' propri della fotografia del passato, sublimando ansie collettive e claustrofobie sociali. A cura di Luigi Fassi.
Personale
a cura di Luigi Fassi
Sin dai suoi esordi, il lavoro video di Hiraki Sawa (Ishikawa, Giappone 1977, vive e
lavora a Londra) si è caratterizzato come una complessa alchimia tra elementi
privati e suggestioni tratte dalle vicende contemporanee, mediante l'uso di una
tecnica digitale che recupera artifici chiaroscurali ed effetti di profondità propri
della fotografia del passato. L'artista ambienta le sue opere prevalentemente nel
proprio appartamento londinese, trasformandone stanze e spazi in una "foresta di
simboli", dove ogni dettaglio d'arredamento, come maniglie, scalini e rubinetti, si
anima e diventa teatro d'azione attraversato da aeroplani o da figure animali.
Hiraki Sawa sembra sublimare nei suoi video ansie collettive e claustrofobie
sociali, trasfigurandole in un sofisticato immaginario d'innocenza infantile, dove
ogni ingrediente musicale e visivo è millimetricamente calcolato per suggerire una
continua incertezza latente.
La prima personale italiana dell'artista, presentata in galleria, riassume tutti
questi aspetti, come in Trail (2005), Ages (2006) e Murmuring (2006) dove, tra spazi
domestici e chiusi, forme e dettagli si animano misteriosamente di vita, in un
microcosmo nuovo, popolato da giostre e animali, crepitii sussurrati e frastuoni
elettronici. Le scene sono caratterizzate da un parossismo crescente, testimonianza
di una perdita di controllo su un ambiente alla deriva, dove l'uomo non ha più la
posizione centrale e la sua assenza testimonia un disagio crescente.
Spazi aperti, di natura fantastica e visionaria, sono invece i fondali di Hako
(2006) e Unseen Park (2006) dove animazioni digitali dai tratti ludici e infantili
si susseguono di continuo, accompagnate da melodie di carillon e dettagli fiabeschi
che rimangono perpetuamente irrisolti nella loro vacuità.
Inaugurazione: martedì 29 maggio 2007 alle ore 19
Galleria Alberto Peola
via della Rocca, 29 - Torino
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30
Ingresso libero