Nobuyoshi Araki
Matteo Basile'
Corrado Bonomi
Delia Brown
Daniele Buetti
Kathe Burkhart
Paolo Cassara'
Antonella Cinelli
Larry Clark
ConiglioViola
Vanni Cuoghi
Alessia De Montis
Frantisek Driktol
Tracey Emin
Fratelli Calgaro
Francesca Galliani
Omar Galliani
Robert Gligorov
Marco Grassi
Leeta Harding
Debora Hirsch
Jasmine Hirst
JandPeg
Richard Kern
Micha Klein
David LaChapelle
Davide Le Grazie
Sabrina Milazzo
Gian Marco Montesano
Barbara Nahmad
Shirin Neshat
Nora Ness
Erwin Olaf
Alessandro Papetti
Mel Ramos
Man Ray
Bettina Rheims
Elisa Rossi
Mimmo Rotella
Paolo Schmidlin
Paul Smith
Bernardo Torrens
Joel-Peter Witkin
Luca Zampetti
Corrado Zeni
Maurizio Sciaccaluga
Un segnale di pericolo invita il visitatore a fare attenzione, a rallentare, perche' ci si sta inoltrando in un terreno sdrucciolevole, un percorso ad ostacoli. Il corpo femminile e' l'unico e solo protagonista di questa collettiva, nelle varie declinazioni in cui l'immaginario - soprattutto maschile - lo colloca. Tra gli artisti: Nobuyoshi Araki, Matteo Basile', Corrado Bonomi, Larry Clark, Tracey Emin e altri. A cura di Maurizio Sciaccaluga.
Collettiva
a cura di Maurizio Sciaccaluga
Un segnale di pericolo invita il visitatore a fare attenzione, a rallentare, perché ci si sta inoltrando in un terreno pericoloso, sdrucciolevole, un percorso ad ostacoli. Il corpo femminile è l’unico e solo protagonista della mostra, curata da Maurizio Sciaccaluga, nelle varie declinazioni in cui l’immaginario – soprattutto maschile – lo colloca. Si parte da un assunto indiscutibile, talmente ovvio da essere quasi scontato: le curve delle donne sono opere d’arte, lo sono state e continuano ad esserlo. Hanno ispirato artisti, poeti, cantautori, registi, fumettisti, pubblicitari, e chi più ne ha più ne metta. A partire dalla celebre Olympia di Manet, quando per la prima volta nella storia dell’arte una donna venne ritratta in una posizione veramente trasgressiva, sfrontata, il pericolo iniziò ad insinuarsi nella rappresentazione del corpo femminile, e la provocazione e l’erotismo evidente e arrogante cominciarono a farla da padroni.
Tutti gli artisti invitati a partecipare a Curve Pericolose – chi in modo più chi meno esplicito, chi in maniera più provocante chi meno, tutti sempre lontani dalla volgarità – hanno subito il fascino femminile, ne hanno compreso e apprezzato la bellezza mai riconducibile – qui – a un unico canone estetico, ma espressione di molteplici punti di vista, dal sogno all’ossessione, dalla quotidianità al mito, dalla normalità alla trasgressione. Il confine con la pornografia, contrariamente a quanto si pensi, resta in arte un limite quasi invalicabile, che qui non si è mai voluto oltrepassare. La bellezza, anche nella sua pericolosità, non è mai sguaiata, come non lo è mai la nudità, anche se non rispetta quei canoni anoressici e diafani che la pubblicità e la moda oggi cercano di imporre. Il corpo può essere stato volgarizzato dall’eccessiva esposizione, dalla sua riduzione a oggetto di consumo, che non conquista più, ma diventa quasi sottinteso. Qui l’osservatore può ancora essere sedotto, ovvero “portato a sé” da donne, corpi, curve, che vogliono celebrare la bellezza, stimolare la curiosità dell’uomo, amico o amante, compagno o rivale.
Una netta superiorità maschile fa risaltare le poche artiste in mostra, donne tra donne, le cui opere rivelano un’osservazione forse più attenta, critica, ma non meno seducente. Quattro sezioni raccontano altrettanti modi di vedere e raccontare la donna: Bad girls, la donna effettivamente pericolosa, dominatrice o dominata, ma sempre in grado di condurre il gioco; Girls next door, la donna della porta accanto, la vicina che non ti aspetti, la tigre nascosta dietro gli occhi da cerbiatta, ma anche la moglie, la sorella, la mamma; Icons, i miti di tutti i tempi; Dreams (… and nightmares), la donna immaginata, sognata, desiderata e mai raggiunta, ma anche l’incubo. Distinzioni forse arbitrarie, ma specchio di fantasie, paure, e grandissime emozioni.
Dall'interesse di Triumph per l'arte e la cultura, nasce la mostra Curve Pericolose, sponsorizzata da Triumph Italia. Un omaggio alla donna nella sua poliedrica e affascinante femminilità. Triumph Italia fa parte del gruppo Triumph International, una delle più grandi aziende al mondo di abbigliamento intimo, da sempre impegnata a valorizzare le curve femminili in termini di seduzione e comfort. Una sezione della mostra sarà dedicata a una decina di scatti del fotografo Giovanni Gastel. L’allestimento, un fil rouge tridimensionale, farà da trait d’union tra le varie opere e le diverse sezioni.
Artisti: Nobuyoshi Araki, Matteo Basilé, Corrado Bonomi, Delia Brown, Daniele Buetti, Kathe Burkhart, Paolo Cassarà, Antonella Cinelli, Larry Clark, ConiglioViola, Vanni Cuoghi, Alessia De Montis, Frantisek Driktol, Tracey Emin, Fratelli Calgaro, Francesca Galliani, Omar Galliani, Robert Gligorov, Marco Grassi, Leeta Harding, Debora Hirsch, Jasmine Hirst, J&Peg, Richard Kern, Micha Klein, David LaChapelle, Davide Le Grazie, Sabrina Milazzo, Gian Marco Montesano, Barbara Nahmad, Shirin Neshat, Nora Ness, Erwin Olaf, Alessandro Papetti, Mel Ramos, Man Ray, Bettina Rheims, Elisa Rossi, Mimmo Rotella, Paolo Schmidlin, Paul Smith, Bernardo Torrens, Joel-Peter Witkin, Luca Zampetti, Corrado Zeni
Inaugurazione 29 maggio 2007
Casa del Pane
p.zza Oberdan, 4 - Milano