Castello Estense
Ferrara
piazzetta del Castello
0532 299233 FAX 0532 299279
WEB
Out of Here
dal 4/6/2007 al 14/6/2007
chiuso il lunedi, 9.30 - 16.45

Segnalato da

Associazione Culturale Ferrara Pro Art




 
calendario eventi  :: 




4/6/2007

Out of Here

Castello Estense, Ferrara

Mostra dedicata alle avanguardie artistiche che vuole essere un'anticipazione della Biennale veneziana e promuovere la fama di Ferrara come centro culturale e artistico di caratura internazionale. In mostra opere di Maurizio Roasio, Buci Sopelsa, Pier Toffoletti e altri.


comunicato stampa

Fuori dalla Biennale

Ferrara, Castello Estense: al via “Out of Here - Fuori dalla Biennale”, mostra dedicata alle avanguardie artistiche che vuole essere un’anticipazione della Biennale veneziana e promuovere la fama di Ferrara come centro culturale e artistico di caratura internazionale. In mostra opere di Maurizio Roasio, Buci Sopelsa, Pier Toffoletti e altri.

Critici d’arte, galleristi, collezionisti e semplici appassionati sono in fermento: domenica 10 giugno, infatti, apre a Venezia la 52ª Esposizione Internazionale d’Arte. Un evento imperdibile, che fino al 21 novembre prossimo farà della città lagunare e del nostro Paese la capitale mondiale dell’arte contemporanea. Quale miglior occasione per promuovere incontri culturali e per avviare sinergie artistiche? Per questa ragione, l’Associazione Culturale Ferrara Pro Art e la Galleria di Arte Contemporanea Sekanina, in collaborazione con la Galleria Artatlantic, organizzano, dal 5 al 15 giugno, nella splendida cornice delle Sale degli Imbarcaderi del Castello Estense di Ferrara, “Out of Here - Fuori dalla Biennale”: una mostra che vedrà l’esposizione di opere delle più importanti avanguardie artistiche e che vuole essere una sorta di anticipazione di quanto sarà possibile ammirare alla Biennale di Venezia.

L’evento, patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Ferrara, si inserisce nel quadro di una serie di iniziative mirate a fare della città estense uno dei maggiori centri artistici in Italia: non dimentichiamo che dal 1995, il centro storico di Ferrara è inserito nella lista dei luoghi patrimonio mondiale dell’umanità stilata da UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. Ma Ferrara non vive soltanto del ricordo degli splendori dell’epoca rinascimentale: pensiamo alle mostre promosse con continuità, a partire dagli anni Novanta, da Palazzo dei Diamanti, che hanno visto come protagonisti - per fare alcuni nomi - Rubens, Chagall, Gaugain, Monet, Munch, Sisley, Rauschenberg, i Cubisti e i Simbolisti. Senza dimenticare che Ferrara ha avuto l’onore di essere stata scelta dalla direzione dell’Hermitage Museum di San Pietroburgo come sede espositiva italiana; sempre a Ferrara, inoltre, è in programma l’apertura del Museo Nazionale della Shoah.
“Out of Here - Fuori dalla Biennale” rappresenta un ulteriore momento di promozione della cultura e dell’immagine di Ferrara.

Tra gli artisti in mostra, grande spazio sarà dedicato a Maurizio Roasio (Vercelli, 1942), che la critica ha designato come “l’artista dell’ordine geometrico della passione”: una definizione curiosa, che riflette il cimentarsi di Roasio in uno stile informale definito da una geometria in cui ordine e razionalità convivono con emozione e pathos. Un risultato sorprendente, frutto di un’evoluzione artistica trentennale e di un “dialogo” tra linea, colore e perfezione prospettica mediato dalla passione. La pittura di Roasio è bidimensionale: eppure, le sue opere non sono soltanto il frutto di uno studio di linearità e di purezza pittorica. L’artista ricerca una soluzione/connotazione alla travolgente espressione emotiva dei rossi, dei blu, dei verdi e dei gialli mescolati e fusi: significative, in questo senso, sono le applicazioni metalliche ravvisabili in alcune sue produzioni. Per riprendere una definizione di Marzia Perotta, critica d’arte, “le opere di Roasio sono complesse, sofisticate, in equilibrio perenne tra ragione e passione, linea definita e forma approssimata, come del resto lo sono le passioni e le emozioni, che tutti noi vorremmo, magari per una volta, riuscire ad arginare, definire, linearmente collocare”.
Conosciuta al pubblico dei critici e dei collezionisti d’arte, Buci Sopelsa è un’altra degli artisti che interverranno ad “Out of Here - Fuori dalla Biennale”: quella di Buci Sopelsa è una pittura che è un riflesso di una vita intensa, fatta di emozioni, dubbi, isolamenti, incontri, aspettative deluse o realizzate, e che rappresenta un modo per raggiungere la consapevolezza di sé.

Una pittura complessa, che non pretende di offrire delle risposte ma che piuttosto tende a porre degli interrogativi. Negli anni, l’arte di Buci Sopelsa si è evoluta nella direzione della bidimensionalità: le immagini sono condotte molto più radicalmente in superficie e fatte quasi fuoriuscire, verso lo spettatore. I personaggi rappresentati mostrano tutti, in modo più o meno marcata, dei meccanismi di difesa, coprendo in tutto o in parte il viso, avanzando le mani, talvolta i piedi. Di fronte a figure che appaiono in procinto di abbondonare lo spazio della finzione pittorica per ricongiungersi a quello reale, forte è lo shock di chi osserva. Questo effetto di disorientamento è accentuato dall’incerta denotazione sessuale dei personaggi, che mostrano tratti di appartenenza, indifferenziatamente, all'uno o all'altro genere, o a un terzo, che mescola di proposito acconciature maschili e smalti rossi. Per quanto concerne l’aspetto spaziale, Giuseppe Barbieri, critico e professore universitario di Storia delle Arti e di Conservazione dei Beni Artistici, sottolinea come “La superficie pittorica, continuamente intersecata da diagonali e scandita in campi di diversa ampiezza, potrebbe anche apparire come una sorta di trasfigurata home page, di un mondo nella cui rete tutti siamo avvolti, e dove si manifestano tutte le nostre ossessioni.

Certo, in queste scansioni percepiamo soprattutto il collegamento con le precedenti “messe in scatola” della vita di un'umanità che tentava in qualche modo di cogliere delle vie d'uscita. Ma ora quel diaframma non lo percepiamo più: e non è detto che siano le figure che osserviamo quelle in gabbia...”. Ad “Out of Here - Fuori dalla Biennale”, Buci Sopelsa interverrà non soltanto come artista ma anche come scrittrice, presentando la sua ultima fatica letteraria: “Barba ben rasata e un filo di rossetto”, che, in forma di diario, affronta con una freschezza disarmante un argomento complesso e di grande attualità cone quello dei transgender, uomini che amano le donne a tal punto da identificarsi con esse. “Barba ben rasata e un filo di rossetto” è la storia di una madre che scopre una verità che a molti appare sconcertante: il figlio quarantenne, affascinante e atletico, professionalmente appagato e con una vita private simile a quella di molti altri, dà vita a un alter ego femminile Mia. I due si confrontano con le loro paure, le loro speranze mantenendo un’estrema stima reciproca, rispettando i propri spazi e allo stesso tempo cercando un confronto costruttivo duraturo.
Il terzo grande artista presente con le sue opere ad “Out of Here - Fuori dalla Biennale” è il friulano Pier Toffoletti, di cui Vittorio Sgarbi ha scritto: “Spesso fa riferimento al passato classico: tuttavia, le sue immagini sono decisamente moderne, come lo è la sua sensibilità per i segni, i graffiti ed il trattamento della base su cui dipinge, che sono il completamento di ogni suo lavoro”. La matrice artistica più immediatamente riconoscibile è quella del medialismo: una corrente che mutua dall’universo mediologico, assumento connotazione mentali ed analitiche.


Toffoletti mescola consapevolmente elementi della tradizione ad altri appartenenti al proprio background esistenziale e collettivo. Protagonista è il corpo, vissuto come strumento di liberazione dell’anima: nel loro iperrealismo magico, i corpi sono sospesi in uno spazio a-temporale, creature archetipiche e al contempo icone di quotidianità. Molto importante è il trattamento cromatico: la gamma di colori acidi usati per le figure aumenta il senso di spiazzamento e di atemporalità. La luce, fredda e artificiale, pervade la visione. Le immagini, fotografate nella scia di un sogno come polaroid solarizzate, fluttuano nello spazio e paiono umane luminescenze, ferme nell’estasi di un istante plastico che sembra sempre presagire messaggi universali. Tra i simboli ricorrenti nell’opera di Toffoletti, forse non sempre consapevolmente, c'è quello dello specchio, che richiama il mito di Narciso e la visione spirituale, la contemplatio, e in generale la gnosi, perché attraverso di esso si trova concretizzato l'avvicinamento del soggetto e dell'oggetto: anche in Toffoletti, la scelta del soggetto artistico doppio ha un ulteriore valore, proprio a testimoniare un’importante caratteristica della sensibilità contemporanea circa la percezione del sè.

Nella società contemporanea l’individuo percepisce se stesso come un doppio di corpo ed anima slegati e conseguentemente riuniti come le tessere di un grande mosaico. Completano l’elenco degli artisti in esposizione Le Rond, Terry May, Giovanni Ranella, Alfredo Borrelli, Andreina G. Carpenito, Paolo Vannini, Laura Tarugi, Luisa Delle Vedove, Marina Fontana, Maurizio Brescini, Andre Poggipollini, Daniele Benvenuto e Guido Forlani.

Immagine: Maurizio Roasio, © Galleria Tondinelli 2002

Inaugurazione ore 21

Castello Estense
Piazzetta del Castello - Ferrara
Orario: chiuso lunedi, 9.30 - 16.45
Ingresso euro 6, ridotto 5

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