Terza edizione della manifestazione, ormai consolidato terreno di contaminazione tra scultura contemporanea e archeologia. Se le figure in legno intagliate di Stephan Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al Rinascimento del Nord Europa, le creazioni in acciaio corten di Wim Delvoye si richiamano al gotico, mentre Marc Quinn, con i suoi marmi, bronzi e cementi, si muove intorno al concetto stesso di classicita'. A cura di Alberto Fiz.
Stephan Balkenhol, Wim Delvoye e Marc Quinn
A cura di Alberto Fiz
Stephan Balkenhol, Wim Delvoye e Marc Quinn, tre artisti per la terza edizione di Intersezioni, ormai consolidato terreno di contaminazione tra la scultura contemporanea e l’archeologia.
Lo scenario con cui molti dei maggiori protagonisti europei desiderano confrontarsi è quello, straordinario, del Parco Archeologico di Scolacium, il luogo che deriva da Minervia Scolacium, la colonia romana che s’installò nel 123-122 a.C. sulla città greca di Skilletion (prima di Balkenhol, Delvoye e Quinn, qui hanno realizzato i loro progetti Antony Gormley nel 2006 con Time Horizon e l’anno precedente Tony Cragg, Jan Fabre e Mimmo Paladino).
L’evento espositivo è organizzato anche quest’anno dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria.
La scelta di far convivere la poetica di tre artisti come Stephan Balkenhol (Hessen, 1957), Wim Delvoye (Gand, 1965) e Marc Quinn (Londra, 1964) che Alberto Fiz, curatore del progetto, ha deciso di coinvolgere per questa terza edizione, non è affatto casuale. La cifra di Intersezioni, ovvero una relazione forte tra luogo e creazione d’artista, è quest’anno potentissima ed emozionante e prima di realizzare i loro interventi, i tre artisti hanno voluto vivere il luogo, lasciarsi fascinare dagli antichi edifici, prima di progettare i loro interventi.
“Con tecniche, modalità e poetiche assolutamente autonome”, spiega Alberto Fiz, “Balkenhol, Delvoye e Quinn, appartenenti alla medesima generazione, hanno saputo cogliere l’evoluzione della scultura ponendosi in relazione dialettica nei confronti della storia dell’arte, intesa come comune bagaglio culturale da cui attingere”. Se le figure in legno intagliate di Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al Rinascimento del Nord Europa, le creazioni in acciaio corten di Delvoye si richiamano al gotico, mentre Quinn, con i suoi marmi, bronzi e cementi, si muove intorno al concetto stesso di classicità.
“Intersezioni è ormai una realtà imprescindibile e anche quest’anno si pone come uno dei progetti internazionali più stimolanti, in grado di proporre un modello autonomo per la divulgazione della cultura facendo convivere differenti sinergie in un dialogo continuo tra antico e contemporaneo”, spiega Maurizio Rubino Assessore alla Cultura della Provincia di Catanzaro che, insieme al Presidente della Provincia Michele Traversa, ha voluto con determinazione questo progetto.
Del resto, in questo luogo magico e incontaminato della Calabria a pochi chilometri da Catanzaro, nel comune di Borgia, in uno spazio di 40 ettari, si coglie la silenziosa potenza di una storia millenaria testimoniata da uno dei siti archeologici più importanti dell’Italia meridionale, una preziosa stratificazione di civiltà: greca, successivamente italica, quindi romana e infine normanna.
Il luogo diventa non solo la sede espositiva ma il punto focale di un’indagine a tutto tondo in grado di recuperare un’unità che appariva perduta. Quest’anno, poi, si assisterà ad un progetto integrato che, per la prima volta, coinvolgerà anche l’importante Museo Archeologico di Scolacium dove verranno collocate tre sculture di Quinn. Sarà, poi, utilizzato da Balkenhol il Museo del Frantoio, già scenario nel 2006 della suggestiva esposizione dedicata a Gormley. Per quanto riguarda gli spazi esterni sono oltre 40 i progetti installativi proposti con opere talvolta inedite e generalmente mai esposte prima d’ora in Italia.
Stephan Balkenhol ha scelto d’insediarsi nell’area della Basilica normanna di Santa Maria della Roccella. Qui farà approdare la sua Barca di 8 metri di lunghezza e 5 tonnellate di peso, scolpita in legno, con due immagini, l’una maschile l’altra femminile, sulle due fiancate, quasi una rievocazione leggendaria delle navi dei pirati. Accanto ad una serie di caratteristici lavori in legno dipinto che faranno da contrappunto alla Basilica, l’artista tedesco ha voluto rendere un omaggio a Scolacium, un luogo che gli ulivi hanno per secoli preservato. Egli, infatti, incoronerà simbolicamente il Parco della Roccelletta con la sua Kranz-Skulptur, una corona reale composta da 22 parti in cemento e bronzo. A completare il progetto sarà la mostra retrospettiva nel vicino Museo del Frantoio dove compaiono, tra l’altro, due grandi altorilievi di quasi tre metri ciascuno.
Di particolare suggestione è il progetto gotico di Wim Delvoye collocato nella zona del Foro dove lo stile assume un aspetto allegorico e paradossale del tutto straniante nel contesto di Scolacium. Su questo tema l’artista belga ha già proposto, in differenti contesti, le sue opere ma il progetto ambientato al Parco della Roccelletta è sicuramente il più imponente e ambizioso. Delvoye ha realizzato un vero e proprio cantiere per costruzioni edili dove ciascuna macchina si trasforma in un’opera d’arte in movimento. Sono destinati ad avere uno straordinario impatto scenografico i due caterpillar alti nove metri già esposti negli Stati Uniti che trasformeranno il Parco in un cantiere permanente aperto durante la mostra con scavatrici, segnali e transenne, tutti rigorosamente decorati in acciaio corten. Non mancano nemmeno due Betoniere e un camion di quasi nove metri, Dump Truck, analogo per ideazione al Flatbed Truck che rappresenta in questi giorni uno degli elementi di maggior attrazione di Art Basel, la più importante fiera d’arte contemporanea del mondo. Quelle di Delvoye sono macchine monumentali dove il valore d’uso viene messo in discussione dall’aspetto postmoderno del linguaggio.
Nel suo personale dialogo con la classicità, Marc Quinn indaga la poetica del frammento e nel contesto del Teatro ambienta le sue Flesh, ovvero una serie di opere in bronzo patinato nero dove l’artista inglese indaga l’elemento organico mettendo in scena carni di animali che all’interno del Teatro assumono le sembianze di vere e proprie figure fantasmatiche. Un’indagine, quella di Quinn che si rivolge alla lezione di Rembrandt ma non è priva di riferimenti a Francis Bacon. Per la prima volta, poi, verranno esposte due opere in cemento come Hoxton Venus e Totem che evocano la componente maschile e quella femminile richiamando la tematica della Barca di Balkenhol.
L’installazione proseguirà idealmente all’interno del Museo Archeologico di Scolacium dove verranno collocate tre sculture in marmo bianco legate alla poetica del frammento che entrano in relazione con le sculture romane acefale creando una serie di confronti e rimandi ricchi di conseguenze.
Immagine: Wim Delvoye, Dump Truck, 2006, acciaio corten, cm.860x270x310
Organizzazione:
Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria
Info: 0961. 391356-84342-741257
Catalogo: Electa con testi in italiano e inglese
Ufficio Stampa:
Studio Esseci-Sergio Campagnolo
tel. 049 663499; fax 049 655098
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Vernice per la stampa: 13 luglio ore 19,00
Parco Archeologico di Scolacium - Roccelletta di Borgia (Catanzaro)
Orari: tutti i giorni 10-21,30
Ingresso libero