Chiostro delle Oblate
Firenze
Via dell'Oriuolo, 24
055 2343735 FAX 055 2343735

Rivivere il chiostro
dal 14/6/2007 al 20/7/2007
Inaugurazione ore 17.30

Segnalato da

Studio Giambo




 
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14/6/2007

Rivivere il chiostro

Chiostro delle Oblate , Firenze

Una trentina di persone appartenenti a culture e formazioni diverse, con linguaggi e strumenti assai eterogenei fra loro, si sono idealmente unite, accomunate dallo stesso intento: realizzare la loro opera all'interno di un cerchio.


comunicato stampa

Opere inscritte nel cerchio

Nella Firenze di oggi, rumorosa ed affollata, ancora più prezioso appare l’angolo di un giardino riservato e raccolto che quasi per incanto spunta talvolta all’interno di un edificio antico cogliendoci di sorpresa come potrebbe la visione di un’oasi insperata. E così, dietro la severa inferriata di un cancello, scopriamo all’improvviso il Chiostro antistante il Museo “Firenze com’era”. Siamo nella centralissima Via dell’Oriuolo, ed il Chiostro è parte integrante del grande complesso dell’ex Convento delle Oblate, le religiose laiche che Monna Tessa, giovane ed umile fantesca della ricca casata di Folco Portinari, verso la fine del dodicesimo secolo, riunì intorno a sé per creare una vera e propria famiglia di infermiere ospedaliere.

La struttura, nella spoglia ed armonica linearità delle sue mura, nella disposizione semplice e rigorosa delle sue alte colonne, invita a ritrovare il silenzio, permettendo così di lasciare fuori la gravezza ed il frastuono delle vie cittadine. In questo grande spazio a cielo aperto, disposte su due lati, una lunga serie di arcate si aprono sul giardino abitato da quattro abeti altissimi e da alcuni cespugli di oleandri rosa. Sulle panchine e sui muretti del Chiostro qualche visitatore del museo siede per una breve sosta, ponendosi in ascolto di ciò che sembra essere un dolce alito di pace. L’atmosfera suggerisce ed ispira pensiero e memoria. Marguerite Yourcenar sosteneva l’indissolubilità del rapporto tra l’opera d’arte ed i segni lasciati su di essa dal trascorrere del tempo, tuttavia in questo Chiostro, quelle tracce che nel corso dei secoli si erano inevitabilmente depositate, sembrano essersi dissolte. Resta nell’aria pulita, la presenza invisibile di mille volti umani, il sussurro delle loro voci, la consapevolezza delle loro esistenze passate. Sono sensazioni fugaci quelle che portano a riflettere su quanto grande ed incolmabile sia la distanza dal tempo trascorso; è vero, la vita fluisce in modo irrimediabile, ma possiamo tentare di ritrovare e trattenere la memoria del passato.


Ecco che questo “spazio” che ruota intorno al “vuoto” di un Chiostro ci restituisce la memoria di un grande complesso, ma la restituzione, sta anche nel far rivivere quest’area, facendo in modo che il vuoto dell’ “hortus conclusus” (giardino chiuso, nell’accezione medioevale) venga colmato ed aperto ad una rassegna di arte contemporanea, divenendo così luogo urbano di incontro, relazione e conoscenza. Il giardino dell’accoglienza, dell’ascolto e della fioritura della memoria, abbandona un po’ quella sua aria austera e torna a vivere: il passato incontra il presente. Si realizza così il Progetto di Rivivere il Chiostro, nato da un’idea di Silvia Fossati, Presidente dell’Associazione Arte Lingua e Cultura “Studio Giambo” di Firenze che offre l’opportunità ad artisti provenienti da vari paesi del mondo di esprimersi all’interno di un cerchio sospeso nell’aria. Una trentina di persone appartenenti a culture e formazioni diverse, con linguaggi e strumenti assai eterogenei fra loro, si sono idealmente unite, accomunate dallo stesso intento: realizzare la loro opera all’interno di un cerchio. La simbologia del cerchio è ricchissima. Raccolto in se stesso, mirabile come il volto di un angelo di Piero della Francesca, il cerchio è il segno della perfezione.

Può essere inteso come una sorta di area sacra in cui ogni distinzione o divisione è assente. Ma è anche corso ininterrotto della vita, rappresentazione del tempo ed ancora ricerca di Dio o nel Buddismo Zen, ultima tappa del perfezionamento interiore con l’acquisizione dell’armonia dello spirito. Le interpretazioni possibili sono infinite. L’artista raccoglie la sfida e con le sue opere rende omaggio al Chiostro e ne compie la rinascita. Il suo è un linguaggio poliedrico che non vuole soltanto creare figure nuove, anche se è indubbio che la capacità di rinnovarsi costituisce una ricchezza, ma vuole avviare un processo di apertura, di senso e di dialogo. Questo è ciò che avvicina artisti italiani, portoghesi, spagnoli, cileni, argentini, brasiliani, giapponesi o canadesi.

Questo è ciò che troveremo all’interno di questa rassegna attraverso delle originali sperimentazioni materiche e formali. Non esiste dunque soltanto l’arte del passato, quando i Medici incentivavano la ricerca artistica ed usavano il loro potere per la creazione del bello, ma anche l’arte degli artisti contemporanei, i quali pur vivendo in una realtà più ostile, cercano di allargare ed approfondire la nostra comprensione della verità attribuendo ad una forma nell’atto del crearla, l’incontro con un significato, con il senso delle cose, o meglio ancora con quel “groviglio” che è la nostra vita. Ecco che portando l’arte nel Chiostro ci coinvolgono in un mistero da svelare; sullo sfondo di un antico Convento, in forte contrasto, vibra sospeso nell’aria calda di un’estate anticipata il volo leggero della fantasia.
Eleonora d’Aquino

Inaugurazione ore 17.30

Chiostro delle Oblate
Via dell'Oriuolo, 24 - Firenze
Ingresso libero

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