Paolo Erbetta Arte Contemporanea
25 opere ed una installazione. Una volta rivestiti da una griglia di cerotti o da una fitta rete di punti di silicone o ancora da intrecci d'elastici o da ritagli di finto prato, gli oggetti acquisiscono una nuova identita' estetica.
Skin
A cura di Ivan Quaroni
La Galleria Paolo Erbetta Arte Contemporanea è lieta di presentare SKIN, prima mostra personale di Michele Giangrande in cui saranno presentate circa venticinque opere dell’artista ed una installazione site specific.
Nato a Bari nel 1979, Michele Giangrande ha intrapreso una personalissima ricerca plastica, caratterizzata da un originale modus operandi che lo porta a ricoprire oggetti quotidiani e d’uso comune con un rivestimento realizzato nei più disparati materiali, come cerotti ed elastici, silicone ed erba sintetica o addirittura vere piume d’uccello.
In questo modo, i giocattoli, gli strumenti musicali, le armi e gli altri oggetti scelti da Giangrande acquistano una nuova epidermide, una sorta di seconda pelle che cambia non solo l’apparenza delle cose, ma anche il loro significato. Infatti, una volta rivestiti da una griglia ordinata di cerotti oppure da una fitta rete di punti di silicone o ancora da intrecci d’elastici o da ritagli di finto prato, gli oggetti acquisiscono una nuova identità estetica, tutta giocata su accattivanti pattern e texture, ma anche un senso nuovo, scaturito dal rapporto di relazione tra l’originaria funzione dell’oggetto e la sua nuova pelle e che si presta ad una moltitudine d’interpretazioni, ora ironiche ora drammatiche. Quelli di Michele Giangrande, diversamente dai ready made di duchampiana memoria, sono oggetti
profondamente modificati nella sostanza, oltre che nella superficie. L’artista, infatti, non si limita a prelevare dalla realtà quotidiana i suoi manufatti, ma li trasforma per mezzo di una manipolazione disciplinata e paziente, che da un lato conserva il simulacro degli oggetti, ma dall’altro ne altera l’aspetto. Insomma le opere di Michele Giangrande intrattengono un rapporto ludico, ma anche critico con la realtà fenomenica, che induce l’osservatore a interrogarsi sul senso ultimo delle cose.
È il caso della grande installazione appositamente realizzata per questa occasione, in cui l’artista costruisce due grandi Torri di Babele con l’ausilio di centinaia di coni di cialda. Si tratta di un monumento effimero alla superbia umana, che è, allo stesso tempo, citazione dell’episodio biblico e allusione esplicita alla tragedia dell’11 settembre.
Paolo Erbetta
Via IV Novembre, 2 - Foggia
Orario: lunedì - sabato 11:00/13:00 - 17:00/20:30 (mercoledì e giovedì su appuntamento)
Ingresso libero