Triennale Bovisa
Milano
via Lambruschini, 31
02 36577801, 02 724341 FAX 02 89010693
WEB
Due mostre
dal 24/6/2007 al 15/9/2007
11-24, chiuso lunedi'

Segnalato da

Enrica Steffenini




 
calendario eventi  :: 




24/6/2007

Due mostre

Triennale Bovisa, Milano

"Che Guevara: rivoluzionario e icona", la fotografia che Alberto Korda scatto' a Che Guevara sembra essere l'immagine piu' riprodotta nella storia della fotografia, simbolo della rivoluzione e della ribellione giovanile. In mostra opere di diversi artisti (tra cui Vik Muniz, Martin Parr, Marcos Lopez, Annie Leibovitz, etc.) inoltre poster e oggettistica che testimoniano della sua straordinaria diffusione; a cura di Trisha Ziff. "Gerard Rancinan. La trilogia del sacro selvaggio. L'Arte, l'Altro, la Fede", la mostra e' composta da circa 60 fotografie di grande formato estratte da tre ambiziosi progetti che hanno impegnato l'artista negli ultimi anni: Art to death, Elogio della diversita' e una serie di ritratti di importanti uomini di religione.


comunicato stampa

Che Guevara: rivoluzionario e icona
The Legacy of Korda's Portrait

A cura di Trisha Ziff

La fotografia che Alberto Korda scattò a Che Guevara sembra essere l’immagine più riprodotta nella storia della fotografia. Quel ritratto è rimasto nel tempo il simbolo della rivoluzione e della ribellione giovanile, nonostante sia stato riprodotto innumerevoli volte su poster, magliette e oggetti kitsch. La mostra Che Guevara: rivoluzionario e icona. The Legacy of Korda's Portrait, che si terrà presso la Triennale Bovisa esaminerà la straordinaria potenza di quell’immagine e la storia della sua diffusione.

Dalla copertina dell’album American Life di Madonna all’American Five Dollar Bill di Pedro Meyer, in cui il viso di Abraham Lincoln è sostituito da quello del Che, il Guevara di Korda mostra una natura sia populista che controculturale. Oggi quell’immagine è oggetto di caricature e parodie e contemporaneamente è utilizzata come grido di protesta politica da parte di movimenti disparati che si battono per la cancellazione del debito, per l’anti-americanismo, per l’identità latino-americana, per i diritti degli omosessuali e delle popolazioni indigene.

In mostra vi saranno opere di vari artisti tra cui Vik Muniz (Stati Uniti/Brasile), Pedro Meyer (Messico), Martin Parr (Inghilterra), Marcos Lopez (Argentina), Annie Leibovitz (Stati Uniti), i magnifici poster originali concessi in prestito dal Center for the Study of Political Graphics di Los Angeles e oggetti vari tra cui banner e cimeli del Che. Queste immagini aiuteranno a tracciare l’evoluzione della foto di Korda dalla sua creazione agli utilizzi che se ne fa al giorno d’oggi.

La fotografia di Ernesto “Che” Guevara, Guerrillo Heroico, fu scattata nel 1960 da Alberto Dìaz Guttièrez (1928-2001), conosciuto come Alberto Korda, un ex fotografo di moda che era diventato il fotografo personale di Fidel Castro. Korda scattò due foto di Guevara mentre questo saliva sul podio durante il funerale di circa 140 cubani uccisi da un’esplosione. Il fotografo disse di essere stato ispirato dall’intensità dell’espressione del Che il quale a suo parere era encabronado y dolente (corrucciato e triste). Nello scatto originale il Che si trovava tra un uomo e delle foglie di palma, ma durante il processo di stampa Korda decise di isolare il Che e così nacque il primo piano di quel viso estremamente espressivo che presto divenne un’icona.

Quello che successe alla fotografia dal momento in cui fu scattata fino ai giorni nostri, dove è una delle immagini più famose della cultura popolare, è una storia complessa e caratterizzata da resoconti contrastanti. Praticamente sconosciuta prima di essere riprodotta in Italia in occasione della morte di Guevara, l’immagine divenne all’improvviso in tutto il mondo l'icona della rivolta studentesca del ’68. Comparve su poster, magliette, murales e fu usata in una miriade di dimostrazioni negli anni che seguirono.

Da allora il Che di Korda vive di luce propria. Le complesse convinzioni ideologiche di Guevara vengono spesso confuse con il generico simbolismo rivoluzionario della sua immagine, cosicché indipendentemente dalla vita e dalle conquiste del Che, Guerrillo Heroico continua a rappresentare in America Latina, Medio Oriente e Asia un glorioso simbolo politico di lotta contro la tirannia e l’oppressione.

Allo stesso tempo, tuttavia, Guerrillo Heroico è diventato un singolare fenomeno contemporaneo. Quarantacinque anni dopo la sua creazione, pur continuando a rappresentare un simbolo rivoluzionario, è entrato anche nel mondo della cultura popolare, della moda e delle celebrità. Quel primo piano viene immediatamente riconosciuto, sia che venga utilizzato in una sofisticata opera d’arte, come immagine “radical chic” o come oggetto di una parodia.

Il tour
La mostra è stata ospitata dall’International Center for Photography di New York, dal Centro de la Imagen di Città del Messico e dal V&A Museum di Londra. Dopo Milano, a ottobre la mostra sarà ospitata presso l’Institut de Cultura di Barcelona. Il tour terminerà nel 2010.

La mostra è stata organizzata dalla curatrice indipendente Trisha Ziff in collaborazione con UCR/California Museum of Photography, University of California, Riverside. La mostra è stata resa possibile grazie al supporto di 212 Berlin, Mexico City; Centro de la Imagen, Mexico City; The Anglo Mexican Foundation; e Zone Zero. Principali prestatori: Center for the Study of Political Graphics, Los Angeles; Collezione David Kunzle, Los Angeles; Darrel Couturier, Couturier Gallery, Los Angeles; Netflix e l’Estate of Alberto Korda. Coordinamento per l’Italia: Grazia Neri.

Catalogo Electa

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Gerard Rancinan
La trilogia del sacro selvaggio

a cura di Virginie Luc

Il “sacré sauvage” è una pulsione d’amore, primitiva e violenta. Un sentimento anarchico e potente, al tempo stesso pagano e divino,sacro e profano. La trilogia “Sacré Sauvage” abbraccia l’Arte, l’Altro, la Fede. Tre campi di investigazione in cui Rancinan ritrova, sotto le macerie del progresso e dell’ultra modernità, quella stessa pulsione sacra.

La mostra è composta da circa 60 fotografie di grande formato estratte da questi tre ambiziosi progetti che hanno impegnato Gerard Rancinan negli ultimi anni: "Art to death", "Elogio della diversità" e una serie di ritratti di importanti uomini di religione.

"Art to death"è un viaggio nel mondo dell’arte contemporanea e nell'universo creativo di alcuni tra gli artisti più significativi del panorama internazionale, da Damien Hirst a Paul McCarthy, da Marina Abramovic a Andres Serrano, da Orlan a Maurizio Cattelan. L’ “Elogio della diversità” è un incredibile reportage fotografico sull'handicap, è elogio puro e travolgente della diversità. È partecipazione e comprensione di queste forme e di queste vite. È abbraccio stretto a questi corpi mancati e ai loro difetti fisici.

Nel lavoro dedicato alla fede Rancinan ritrae infine, con lo stile delle antiche tele del Seicento di Diego Velázquez, cardinali che oggi hanno un ruolo di primo piano nella Chiesa e che domani potrebbero essere decisivi per indirizzare le scelte di un futuro conclave. Come i pittori delle corti barocche, il grande fotografo fissa la personalità e la storia dei porporati in una ricca galleria di ritratti.

Gerard Rancinan, nato a Talence nel sud-est della Francia il diciotto febbraio del 1953, a quindici anni è apprendista fotografo nel quotidiano di Bordeaux "Sud Ouest". A diciotto anni realizza il suo primo reportage per il giornale, riprendendo un incidente di camion avvenuto vicino a Bordeaux. Inizia a girare il mondo per fotografare terremoti, guerre, le Olimpiadi. Diventa una delle personalità di spicco dell'agenzia Sygma, che abbandona tuttavia nel 1986 per dedicarsi in toto ai progetti fotografici che destano il suo interesse.

Virginie Luc, giornalista e grande reporter, ha intervistato in esclusiva alcune delle maggiori personalità del nostro tempo per le più importanti testate internazionali ("Life Magazine", "Stern", "Paris Match", "The Sunday Times", "La Revista del Mundo"): fra gli intervistati si possono citare Giovanni Paolo II, il Dalaï Lama, Bill Gates, Henry Kissinger, Yasser Arafat, Hosni Moubarak, ecc. Nel 1993 Virginie Luc fonda insieme a Jean-Christophe Grangé l'agenzia stampa L&G che promuove importanti reportage per la stampa internazionale. Fra gli altri, Art à mort, una sorta di esplorazione allinterno del mondo dell'arte contemporanea con interviste agli artisti di grido del momento: Andres Serrano, David Lynch, Paul McCarthy, Marc Quinn, Marina Abramovic, Jan Fabre.

Accompagna la mostra il volume Rancinan. La trilogia del Sacro Selvaggio edito da Federico Motta Editore.

Immagine: Andy Warhol

Conferenza stampa Lunedì 25 giugno 2007 ore 11.30
Inaugurazione 25 giugno 2007 ore 18.30

Triennale Bovisa
Via Lambruschini 31 - Milano
Orari: dalle 11.00 a mezzanotte, chiuso il lunedì
Ingresso 5/4/3 euro

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