Fondazione D'Ars Oscar Signorini Onlus
Ritorno alla pittura figurativa. Cento anni indietro e mille in avanti. L'artista sceglie di recuperare questo linguaggio, dopo aver lavorato per 35 anni alla "Carte assorbenti", di spiccata matrice astratto-informale.
Ritorno alla pittura figurativa. Cento anni indietro e mille in avanti
Per 35 anni Antonio Massari ha lavorato alle carte assorbenti. Per questo suo particolare modo di essere artista, Pierre Restany lo ha definito il meccanico delle acque (e da molto tempo ormai Massari attende, come desiderio segretissimo, di passare a magistrato sempre delle acque) Oggi egli non cattura più le chine galleggianti sulle acque della vasca da bagno. Da più di 10 anni è tornato alla pittura figurativa perché la sua tecnica era ormai una miniera esaurita. È tornato attraverso un esercizio difficile, a volte estenuante, che lo ha provato perfino nel corpo. È riuscito a tornare e al tempo stesso a trovare i momenti alti della sua arte che in altri tempi ci aveva stupiti quando, ancora negli anni Sesanta, i temi della sua pittura ad olio erano arrivati a quelli della pianura salentina vista dall’alto.
L’allontanamento dalla tecnica figurativa Massari lo aveva subito attraverso un passaggio di purificazione aperto in forma di macchie, di frammenti e di onde. Le impronte sulle carte assorbenti sono state per lui l’evento che gli riportò alla memoria non pochi ricordi d’infanzia, quando andava osservando le iridescenze di carburante sulle pozzanghere, quelle strane onde che concentricamente si allargano sempre di più. Le carte assorbenti non hanno paternità, nel complesso delle leggi che le generano nel suo laboratorio egli si attribuisce il ruolo di garzone. Antonio Massari mi scrive: «Tutti i miei lavori per 35 anni ho coltivato il fiore del caso assoluto e non del caso pilotato di Jean Fautier e di Jackson Pollock».
Della vasta produzione di carte assorbenti, indimenticabili restano le Microonde Stellate, le Pulsar e Fasce di Allen, le Onde parallele e quelle a Clessidra, le Carte Genetiche, i Capelli di Milvia, le Onde Gotiche, le Carte della Terra Fiorita, le Carte Elettriche, le Carte di Metastasio, le Carte di Turandot, le Carte di San Pietro, le Carte dei Diamanti, e quelle di Newton, le Carte delle Piramidi e ancora quelle dedicate a Giotto, a Mozart, le Carte del Cinema, le Carte di Teodora, di Aloysia Carmela (la beatina leccese Luigia Mazzotta). Di suo padre Michele Massari invece ha ripreso il Moto Perpetuo, e non ho citato tutto. Con l’acqua in seguito ha fatto cose satraordinarie, quando l’ha capovolta, quando l’ha fatta arrampicare. Splendido il suo Omaggio a Jean Tinguely, come stupefacente la sua Pianta di Capo Giuseppe.
Stupendo mondo straordinariamnete variopinto quello suo.Massari aveva lasciato il figurativo alcuni decenni fa, all’epoca in cui l’esaltazione dell’opera d’arte passava attraverso l’informale, il concettuale, nella pura astrazione combinata all’ideazione delle forme, ai contenuti metaforizzati in spazi spesso solo accennati. È stato allora che egli, come tanti altri pittori, ha lasciato le tele, gli oli, le forme della natura come quelle dei viventi, per approdare ai più moderni modi del fare arte. Mai però aveva smesso del tutto di fare ritratti a matita o grafite o carbone. Pratica questa che, in un certo senso, lo teneva legato con un sottilissimo filo all’arte figurativa, non si sa mai. Per questo, una volta presa la decisione di chiudere definitivamente con le carte assorbenti, il suo orizzonte pittorico si è riaperto ai paesaggi, alle nature morte, ai ritratti, alle scene di vita. La ripresa del figurativo non è stata per lui come una passeggiata all’ombra dello Zimbalo di Lecce.
Com’era ovvio ha comportato la sofferenza di dover reimpostare la mente alla nuova difficile prova, in un certo senso si è dovuto ri-defifinire, per cui la ripresa a volte è stata lenta, difficoltosa, sempre però costante. La scelta pittorica ha visto privilegiare la tecnica della tempera, come rinnovata esperienza ha cominciato rivisitando le opere di suo padre Michele Massari, l’altro grande pittore salentino della prima metà del Novecento, poi è passato allo studio delle opere dei grandi impressionisti francesi, gli artisti da lui sempre amati. Il tutto però sempre con un tocco di grande originalità.
Ammirare oggi le tempre di Michele Massari che riproducono i dipinti di questi artisti, non significa rivedere dei fac-simili dell’opera di Modigliani, Morandi, Cézanne, Sironi, Carra, Sisley, Monet, Picasso e altri ancora; al contrario ci si accorge subito di trovarsi subito davanti a un’opera del tutto nuova, originalissima e densa di contenuti pittorici. Si tratta di una reinterpretazione.L’originalità della pittura figurativa di Antonio Massari sta nel puro candore che egli riesce a dare ai dipinti di nuovi paesaggi, alle nature morte piene di una luce così animata da dare vitalità alle pareti. Straordinari i suoi ritratti a tempera di grandi personaggi della nostra epoca dove le forme si combinano con eterei fluidi simbolici e dove il figurativo si confonde con l’astratto rivelando una personalità artistica che ingloba armoniosamente la nostalgia del passato con la ricerca del presente.
Maurizio Nocera
Inaugurazione 25 giugno 2007
Galleria 9 Colonne
via Errico Petrella, 6 - Milano
orario: 9-13 e 14-17.30, sabato e festivi chiuso
Ingresso libero