Carlo Adelio Galimberti
Patrizia Masserini
Ciro Palumbo
Alfio Presotto
Carlo Previtali
Federico Severino
Domenico Montalto
La malattia spirituale della modernita' nell'opera di 6 artisti contemporanei e nella riflessione di due grandi filosofi italiani: Emanuele Severino e Umberto Galimberti. A cura di Domenico Montalto.
Sei artisti contemporanei
a cura di Domenico Montalto
La nave dei folli, salpata nell’autunno del Medioevo, dopo aver attraversato i secoli approda ai lidi contemporanei per accogliere nuovi passeggeri nel suo eterno viaggio in quella terra di mezzo fra realtà e fantasia che è la follia: il Museo della Basilica di Clusone (BG) ospita, dal 23 giugno al 22 luglio, la mostra “La nave dei folli” che invita sei artisti contemporanei – due scultori e quattro pittori, tutti figurativi – a confrontarsi con questa tematica affascinante, esplorando l’influenza che la categoria filosofica, morale, sociale della follia esercita sull’arte figurativa contemporanea. Un’indagine che sarà completata dalle riflessioni e dai contributi di due grandi filosofi italiani: Emanuele Severino e Umberto Galimberti.
Curata da Domenico Montalto e organizzata da Arsmedia Bergamo, in collaborazione con Falpa Promozione Arte, questa mostra - appositamente pensata per gli storici spazi dell’Oratorio dei Disciplini di Clusone - sede del Museo e celebre nel mondo per la straordinaria Danza Macabra affrescata in facciata – presenta una sessantina di opere (sculture e olii), suddivise in sei ampie “isole” personali e idealmente collegate dal comune fil rouge tematico.
Il progetto vuole prima di tutto essere un omaggio a tre capolavori della letteratura, della pittura, del cinema, la cui forza suggestiva permane nel tempo. Tre modelli di riferimento infatti accompagnano idealmente gli artisti e i visitatori sulla rotta della Stultifera Navis, della Nave dei folli : il grottesco e sfrenato viaggio dei matti verso il naufragio finale del Carnevale – metafora della pazzia come stipendium peccati - descritto nel 1494 a Basilea dall’umanista Sebastian Brant nel suo libro La nave dei folli; l’omonimo capolavoro pittorico di Hieronymus Bosch (1450-1516), che riprende l’anatema dell’intellettuale contro la degenerazione dei costumi, raffigurando una barca, battente l’insegna dei lunatici, occupata da un’allegra brigata di gaudenti. Infine, Ship of Fools, film del 1965 diretto da Stanley Kramer e interpretato da Vivien Leigh, dove i destini, gli amori, i rancori dei passeggeri di una nave che salpa da Vera Cruz diretta a Brema, danno vita al più celebre melodramma marinaresco nella storia del grande schermo.
Su questa traccia si muovono, ciascuno con la propria sensibilità, i sei autori, selezionati fra gli artisti figurativi che, oltre a una comprovata qualità avessere già dato prova di un’affinità all’argomento, nel tentativo di restituire un’antologia iconografica della follia moderna, all’ombra ideale di quel monumento alla vanitas, all’umana fragilità che è la “Danza Macabra” di Clusone.
Lo scultore Federico Severino (Brescia, 1953) dà forma nella terracotta e nel bronzo a figure dolenti, interrogative, enigmatiche, allusive allo sgomento con cui l’uomo contemporaneo occidentale vive la propria condizione antropologica.
Lo scultore Carlo Previtali (Bergamo, 1947) rivisita con l’antica tecnica della ceramica raku l’iconografia classica e le personificazioni mitiche del sogno, dell’ebrezza e dell’invasamento dionisiaco: Bacco, Medusa, Satiri, Sileni.
La pittrice Patrizia Masserini (Gazzaniga, Bergamo) propone un immaginario urbano di grande attualità visuale che “contamina” codici linguistici diversi (la pittura da cavalletto con atmosfere on the road desunte da altri media come la pubblicità, il cinema, la fotografia), con personaggi che esprimono straniamento, solitudine, malinconia universale. Il pittore Carlo Adelio Galimberti (Monza, 1946) è autore di una figurazione colta e allegorica in cui rivive il mestiere antico della pittura, con cicli dedicati alle maschere, al carnevale, alla follìa, e recuperi iconologici dalla mitologia greca e dalla commedia dell’arte.
Il pittore Ciro Palumbo (Zurigo, 1965) è autore di “favole metafisiche” con scene che sconvolgono le ordinarie coordinate spazio-temporali, in un’atmosfera onirica, inquieta, teatrale, ricca di suggestioni e rimandi alla cultura del passato. Il pittore Alfio Presotto (Torre di Mosto, Venezia 1940) si distingue per una raffinata pittura d’interni e di figure muliebri, dagli accenti fortemente romantici, in cui si uniscono erotismo e simbologie macabre, che esprimono la vanitas cosmica e l’indecifrabilità della realtà.
A completare questa riflessione a più voci è un catalogo-monografia, edito da Arsmedia, che contiene, oltre a un saggio del curatore Domenico Montalto, interviste dello stesso Montalto ai filosofi Emanuele Severino e Umberto Galimberti, rispettivamente padre e fratello di Federico Severino e Carlo Adelio Galimberti.
Presso il bookshop sarà disponibile anche il Dvd con il video dedicato alla mostra. PRESENTATO da ANDREA DIPRE’
Inaugurazione: 23 luglio ore 18, alla presenza degli autori e dei filosofi
Museo della Basilica
Clusone (BG)