Museo Civico Medievale
Bologna
via Manzoni, 4
051 2193916, 051 2193930 FAX 051 232312
WEB
La Basilica Incompiuta
dal 3/10/2001 al 6/1/2002
051 203930

Segnalato da

Studio Esseci




 
calendario eventi  :: 




3/10/2001

La Basilica Incompiuta

Museo Civico Medievale, Bologna

Progetti antichi per la facciata di San Petronio. Sette secoli, l'impegno di molti dei maggiori protagonisti della storia dell'architettura, per una facciata rimasta comunque incompiuta. La fantasia dei bambini di oggi per immaginare una facciata che non sara' mai.


comunicato stampa

Progetti antichi per la facciata di San Petronio

Sette secoli, l'impegno di molti dei maggiori protagonisti della storia dell'architettura, per una facciata rimasta comunque incompiuta.

La fantasia dei bambini di oggi per immaginare una facciata che non sarà mai.

Dal 4 ottobre al 6 gennaio, il Museo Civico Medievale di Bologna propone la preziosa esposizione "La Basilica incompiuta. Progetti antichi per la facciata di San Petronio". La mostra presenta ventiquattro progetti per il completamento della facciata della basilica di San Petronio a Bologna elaborati tra il XVI e il XVIII secolo, di proprietà del Museo di San Petronio e recentemente restaurati dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico. Con essi, modelli d'epoca, ritratti dei grandi committenti, dipinti, medaglie, documenti sulle vicende della celebre basilica bolognese.

Promossa da Musei Civici d'Arte Antica-Assessorato e Settore Cultura del Comune di Bologna, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Bologna, Basilica di San Petronio e organizzata da Musei Civici d'Arte Antica e Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Bologna con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, la mostra è curata da Marzia Faietti e Massimo Medica, con l'apporto di un ampio comitato scientifico (comprendente Jadranka Bentini, Sergio Bettini, Howard Burns, Marzia Faietti, Mario Fanti, Deanna Lenzi, Massimo Medica, Maurizio Ricci, Eugenio Riccòmini, Augusto Roca de Amicis, Richard J. Tuttle, Elisabetta Vasumi Roveri,Vitale Zanchettin).

La lunga vicenda di San Petronio inizia nel 1390, quando la città decide di innalzare una grande basilica dedicata al Santo protettore, con l'intento di celebrare la conquista della libertà comunale. Il progetto originario, ideato da Antonio di Vincenzo, che prevedeva la realizzazione di una facciata a fasce bianche e rosse, venne realizzato solo parzialmente nell'attuale parte inferiore, che appare oggi rivestita nel portale centrale dagli splendidi rilievi biblici (1425) di Jacopo della Quercia. La parte superiore restò al "grezzo" in attesa che si raccogliessero idee e soprattutto fondi per completare ciò che così mirabilmente era stato improntato.

Segue il progetto realizzato intorno al 1518 dal bolognese Domenico Aimo da Varignana, con cui i successivi elaborati dovettero misurarsi anche in virtù della sua commistione di motivi gotici e spunti raffaelleschi di modernità.

Bologna intanto diventa la seconda città dello Stato Pontificio e la sua basilica scenario dei più importanti eventi. Un momento di grandezza che influenza anche Arduino Arriguzzi, l'architetto che, nel 1514, progettò di farne la basilica più grande del mondo, addirittura superiore a S. Pietro a Roma, progetto che venne poi bloccato da papa Pio VI con la realizzazione dell'edificio dell'Archiginnasio.

Tra il 1522 e il 1523, arriva da Siena Baldassare Peruzzi, forte della esperienza e della fama derivate dal suo intervento romano per San Pietro. I disegni che egli elabora (esposti in mostra) vengono giudicati "belisimi e magnifici" ma restano sulla carta.

La parola passa quindi a Giacomo Ranuzzi che viene presto affiancato, per volontà di Paolo III dall'architetto pontificio del momento, Jacopo Barozzi da Vignola. Per dipanare il contrasto tra i due professionisti, i Fabbricieri chiamano a dire la loro due "periti" esterni, Giulio Romano e Cristoforo Lombardo che si pronunciano a favore del Vignola, lasciando per altro loro suggestivi suggerimenti iconografici, esposti nella mostra.

Nel 1530, il tempio ospita l'evento simbolicamente più importante del momento, l'incoronazione da parte di Clemente VII dell'imperatore Carlo V. Questo offre il destro ai Fabbricieri per chiedere all'Imperatore di contribuire alle spese per la facciata, solleticandolo con la proposta di raffigurarvi scene della cerimonia che lo aveva visto protagonista. Nel 1556 i lavori riprendono ma non durano molto. A dirigerli era stato chiamato Domenico Tibaldi, ma incertezze, dubbi, controversie ebbero nuovamente la meglio.

Su invito del Presidente della Fabbrica, il conte Giovanni Pepoli, entra in scena Andrea Palladio che, come documentano i quattro disegni esposti, finì con l'ideare una facciata "alla moderna", senza alcun vincolo con la basica gotica, proponendo anzi la rimozione totale del basamento, sostituito da un portico-pronao. A bloccare l'innovativo progetto provvide Papa Gregorio XIII. Sarà lo stesso Pontefice a commissionare un disegno ad Alberto Alberti; il disegno, datato 1580, evidenziava un tentativo di conciliazione, rispettivamente nella parte inferiore e in quella superiore, tra gotico e moderno, che finivano tuttavia per essere giustapposti tra loro senza una reale compenetrazione.

Quasi mezzo secolo dopo, nel 1626, Girolamo Rainaldi, contattato dai Fabbricieri per una consulenza sulla costruzione delle volte della navata centrale, offrì nel suo studio per la facciata una interpretazione originalissima della disputa ormai secolare, attraverso una complessa intelaiatura in cui si avvicendavano elementi d'estrazione tardomanieristica a motivi medievali.

La mancanza di fondi obbligò a sospendere anche nel secolo successivo il dibattito intorno alla facciata, sbloccato soltanto a seguito del testamento stilato dal cardinale Pompeo Aldrovandi nel 1747, con il quale veniva stanziata un ingente somma per terminare la costruzione. Dei numerosi progetti che scaturirono in quella occasione, affidati dai Fabbricieri dapprima a Carlo Francesco Dotti, l'architetto del Senato dal novembre 1748 incaricato della ripresa dei lavori, e successivamente a Mauro Tesi. Con Dotti e Tesi si registrano gli ultimi tentativi per riaffermare l'opportunità di un completamento della facciata petroniana in stile moderno.

Progetti e tentativi si susseguirono per tutto l'Ottocento e sino agli anni Trenta dello scorso secolo, senza per altro effetti pratici. La Basilica incompiuta continuò nella sua storia di cantiere senza fine.

Ciò che non è stato realizzato può però essere immaginato. Sono invitati a farlo, con disegni, elaborazioni, modelli, i ragazzi che visiteranno la mostra, a cui è dedicato un concorso, promosso dalla Sezione Didattica dei Musei.

Inaugurazione: mercoledì 3 ottobre, ore 17

Orario: martedì-sabato 9-18.30, domenica e festivi 10-18.30; chiuso lunedì, Natale e Capodanno.

Bologna, Museo Civico Medievale

Ingresso alla Mostra e al Museo, lire 8.000 ridotti lire 4.000 Catalogo a cura di Marzia Faietti e Massimo Medica, edizione Sate lire 60.000 (lire 50.000 in mostra); in mostra sarà disponibile anche una guida breve.

Per informazioni: URP Comune di Bologna tel. 051/203040

Per prenotazione di visite guidate per scolaresche ed informazioni sul concorso per le scuole: Sezione Didattica dei Musei Civici d'Arte Antica: tel. 051-203934 / 203935.

Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 fax 049.655098 email esseci@protec.it

in collaborazione con Ufficio Comunicazione, Promozione e Stampa dei Musei Civici d'Arte Antica-Gilberta Franzoni

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