Azione#1
Azione#1
Sarà Lijuba Ekhart (Roma, 1977) a concludere il ciclo di mostre al St.
Stephen’s Cultural Center Foundation, che riprenderanno dopo il periodo
estivo.
La giovane artista, figlia d’arte, dopo aver frequentato la Summer
Akademie di Salisburgo, con il professor Georg Eisler e dopo vari viaggi di
studio all’estero, concluderà il suo percorso accademico in Italia. Dal
padre Godwin Ekhard, allievo di Oscar Kokoshka, apprende la dedizione
e l’amore per l’arte che la portano oggi a presentare l’installazione sono-
ra Azione#1.
Azione#1 nasce da uno sguardo al lavoro del padre nella ricerca estetica,
volta verso l’arte totale come compenetrazione di linguaggi, e nella dimen-
sione politica dell’artista che parla del/al sociale. La scelta delle mani
come soggetti che rappresentano l’individuo nella prassi dell’agire, la loro
mimica il suo stato psicofisico, si uniscono al sonoro che descrive e com-
pleta il significato dell’opera.
Il fruitore dell’opera è chiamato a riflettere sulla
ripetizione ossessiva di queste mani-moduli,
simili tra loro, ma non identiche. I soggetti sono
quasi seriali come gli individui nella società che
rischiano di perdere la loro identità, uniformati,
forse per inerzia o stanchezza. Mani contratte,
ma volte verso il basso in posizione arrendevole.
Pronte per essere guidate dai fili che le sostengo-
no ma che paralizzano ogni movimento di libertà.
E il sonoro rappresenta sia la volontà del singolo di ricercare un’apparte-
nenza a un gruppo sociale e di identificarsi con questo, sia di volgersi
all’immaterialità del corpo che si dissolve in suono e dal suono trae quel-
le istanze di ricerca di una dimensione umana “altra” che sfugge alle leggi
della “corporeità” del quotidiano, del materiale, del reale, la volontà quindi
di ricercare il “divino”. Ma entrambe le ricerche rischiano di essere mani-
polate e le istanze da cui il singolo parte possono trasformarsi in odi raz-
ziali e possono portare ad agire senza consapevolezza, come testimonia-
no le guerre e la violenza.
Il singolo che si sente simile al suo prossimo, ma differente per cultura, la
prevaricazione di una voce sull’altra, la forza dell’uguaglianza che abdica
alla volontà di imporsi sull’altro anche quando ci si tende la mano per per-
correre la stessa strada.
Con questa mostra si concludono le attività all’interno del nuovo spazio
messo a disposizione dal St. Stephen’s Cultural Center Foundation, con
la complicità e il fondamentale impegno della direttrice della Fondazione
Agnès Martin.
St.Stephen's Cultural Center Foundation
Via Aventina, 7 - Roma
Ingresso libero