John Philipps
Dmitri Kessel
Henri Cartier Bresson
Robert Capa
Werner Bishof
Rene' Burri
Erich Lessing
Paul Almasy
Raimond Depardon
Edouard Boubat
Marc Riboud
Mahmoud Kalari
Abbas
Alain Keler
Alain Mingam
Gabriele Basilico
Fulvio Roiter
Angelo Cozzi
Romano Cagnoni
Un itinerario sulla via della seta. La mostra mette in evidenza gli eventi e le personalita' che hanno caratterizzato l'Asia in questi 168 anni trascorsi dall'invenzione della fotografia con circa 180 immagini. Tra gli autori Rene' Burri, Gabriele Basilico, Henri Cartier Bresson, Robert Capa e molti altri nomi noti.
Un itinerario sulla via della seta
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L’Assessorato ai Beni ed alle Attività Culturali del Comune di San Vito al Tagliamento in collaborazione con il C.R.A.F., Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Lestans e con la partecipazione della Galleria Civica di Modena propone una mostra fotografica che avrà luogo dal 1 luglio al 26 agosto 2007 negli ambienti del complesso dei Battuti di via Bellunello in San Vito al Tagliamento.
La tematica della iniziativa è rivolta all’Asia, e a questa saranno dedicate le fotografie, creazioni di fotografi di chiara fama internazionale dell’800 e del ‘900.
Le opere che saranno esposte provengono da enti di indubbio prestigio quali lo stesso CRAF, l’Archivio Storico della Diocesi di Concordia Pordenone, la Galleria Civica di Modena e altri archivi privati.
L’itinerario culturale sulle vie della seta seguirà la datazione delle fotografie e rappresenterà il percorso della fotografia e dei suoi autori, sia europei ché asiatici, mettendo anzi in evidenza l’ emergere progressivo di questi ultimi sulla scena culturale internazionale e, nello stesso tempo, gli eventi e le personalità che hanno caratterizzato l’Asia in questi 168 anni trascorsi dall’invenzione della fotografia.
La mostra si compone di c.a. 180 fotografie ed è rappresentativa di grandi Autori della storia della fotografia mondiale dell’800 e del ‘900 dei quali nel conseguente catalogo viene presentata una selezione di 130 immagini.
Il catalogo, curato da Walter Liva, direttore del CRAF, conterrà anche un testo di Gilberto Ganzer, direttore del Museo Civico di Pordenone.
A oltre un secolo di distanza da quando la felice e fortunata formula Seidenstrassen, «via della seta», venne coniata dallo studioso tedesco Ferdinand von Richtofen per sintetizzare efficacemente gli intensi traffici commerciali e gli scambi culturali intercorsi tra Oriente e Occidente da almeno il III secolo a.C. fino ai giorni nostri, questo nome è ancora oggi sinonimo di esotismo, avventura, viaggio in terre lontane: ma oltre a indicare una fitta rete di comunicazioni estesa per migliaia di chilometri su tutta l’Asia Centrale e le regioni vicine. Si può affermare che via della seta sia divenuta col tempo sinonimo stesso degli intensi e prolungati rapporti tra Oriente e Occidente, un nome-simbolo rappresentativo di una mutevole realtà storica ma non legato soltanto al passato, bensí attuale e vivo.
Si chiama ''via della seta'', ma sarebbe forse meglio usare il plurale per indicare l’insieme delle rotte carovaniere che, estendendosi dall’Asia Orientale al bacino del Mediterraneo, attraversavano le vaste regioni dell’Asia Centrale mettendo in contatto popoli, nazioni, imperi, religioni e tradizioni diverse e favorendo cosí l’interscambio culturale nel senso piú ampio del termine.
Allo stesso modo, lo storico dell’arte Ernest Gombrich, il più importante storico dell’arte del ‘900, sosteneva che la stessa storia dell’arte andava intesa come un itinerarium – dall’antichità alla contemporaneità – composto da tratti culturali ognuno dei quali caratterizzato da stili e canoni estetici diversi.
Anche la fotografia, nei suoi 167 anni di vita si è caratterizzata con una serie di tratti culturali che hanno seguito la cultura del tempo e le tecniche impiegate: dagli iniziali dagherrotipi, ai calotipi, alle carte all’ albumina di ottocentesca memoria fino alle prime immagini a colori e all’attuale realizzazione digitale delle immagini, peraltro visibili immediatamente al momento dello scatto senza dover attendere tutta la trafila dello sviluppo e della stampa (chimica) in camera oscura.
L’ invenzione della fotografia permetteva anche di far vedere al mondo i luoghi descritti dalla Bibbia e dai Vangeli, di Gerusalemme e della Galilea, come aveva intuito da subito, nel marzo del 1839 Prosper Merimée vice presidente della Commission des Monuments Historiques in Francia, e da allora la fotografia ha seguito le rotte dei mercanti e degli eserciti delle potenze europee che avevano anche la necessità di far vedere all’opinione pubblica le immagini delle ricchezze naturali e storiche di quei paesi lontani che oramai erano diventati proprietà coloniale dell’Occidente.
Accanto alla caratterizzazione “geografica” delle vie della seta, oggi interessa maggiormente mettere in evidenza altri aspetti intendendo allora le vie della seta come itinerari storici e culturali che percorrono anche simbolicamente l’Asia, dal Mediterraneo fino alla Cina e al Giappone e che la fotografia – con la sua capacità di rappresentazione della realtà – egregiamente evidenzia dalla metà dell’800 sino ai giorni nostri.
Dei fotografi dell’800 vengono presentate le splendide immagini originali realizzate da Walter Woodbury, John Thomson, Charles Sheperd, Felice Beato, Félix Bonfils, Raimund von Stillfred, Hikoma Ueno, Per Vilhelm Berggren, Kimbei Kusakabe, Plate & Co., Clifton & Co, Pierre Dieulefils,…., oltre a una serie di fotografie inedite di Pechino che fanno parte dell’archivio del Cardinale Celso Costantini, vescovo in Cina dagli anni ’20 del ‘900.
Il ‘900 è stato per larga parte il secolo del fotogiornalismo, e le fotografie realizzate in Asia dai grandi fotografi, come John Philipps, Dmitri Kessel, Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Werner Bishof, René Burri, Erich Lessing, Paul Almasy, Raimond Depardon, Edouard Boubat, Marc Riboud, Mahmoud Kalari, Abbas, Alain Keler, Alain Mingam,… hanno segnato l’informazione internazionale, e poi gli italiani Ilo Battigelli (in Arabia tra il 1945 e il 1950), Gabriele Basilico, Fulvio Roiter, Angelo Cozzi, Romano Cagnoni (il cui ritratto di Ho Chi Minh diventò nel 1966 la copertina di Life), Vittoriano Rastelli, Danilo De Marco, Adriano Perini, il sensibile fotoreporter Fabiano Avancini… fino ai “new topographers” del nuovo secolo Stefano Graziani e Andrea Pertoldeo, …e ai grandi maestri contemporanei originari dell’Asia come i cinesi Jang Meng Jer, Jing Wang, Daniel Lee e il grande maestro della fotografia di Hong Kong Leong Ka Tai, o i giapponesi Ueda Shoji, Kan Azuma, Keijki Tahara, Ken Ohara, Nobuyoshi Araki, Kenro Izu,Yoshikazu Shirakawa, Takumi Fujimoto, e le nuove giovani stelle della fotografia asiatica che brillano di luce propria: l’israeliano Ziv Koren (alla cui vita è stato dedicato un film che ora è stato addirittura proiettato in Iran),
Newsha Tavakolian bravissima e coraggiosa reporter iraniana, la “scoperta” Rena Effendi, fotografa dell’Azebaijan, il fotografo di moda indiano Amit Dey, l’indonesiano Darvis Triadi che da parte sua introduce nella fotografia i canoni estetici del “batik” indonesiano e Fauzan Ijazah, a Banda Aceh il giorno dello Tsunami, il saudita Khaled Khidr con fotografie assolutamente inedite della Mecca e di Medina
La mostra si conclude con una serie di immagini di Chayan Khoï, artista “cyberrealista” di origine iraniana che da diversi anni vive a Parigi e che nelle sue immagini di grande formato assembla con il digitale particolari di mondi scomparsi o fantasiosi – interpretando anche lui la via della seta – e dando il senso delle nuove strade imboccate dall’arte contemporanea. Cogliendo l’opportunità data dal digitale, elabora le sue coloratissime fotografie in assemblaggi che chiama cyberrealismo, termine derivato da cibernetica e realismo, e per il quale le sue opere numeriche restano figurative nella messa in scena in una stessa immagine meravigliosa della natura e del patrimonio mondiale.
In sostanza l’itinerario culturale sulle vie della seta seguirà la datazione delle fotografie e rappresenterà il percorso della fotografia e dei suoi autori, sia europei ché asiatici, mettendo anzi in evidenza l’ emergere progressivo di questi ultimi sulla scena culturale internazionale e, nello stesso tempo, gli eventi e le personalità che hanno caratterizzato l’Asia in questi 168 anni trascorsi dall’invenzione della fotografia.
La mostra si compone di c.a. 180 fotografie ed è rappresentativa di grandi Autori della storia della fotografia mondiale dell’800 e del ‘900 dei quali nel conseguente catalogo viene presentata una selezione di 130 immagini.
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The Cultural Activities and Assets Councillorship in San Vito al Tagliamento Commune, in collaboration with the C.R.A.F. (Photograph Research and Registration Center) in Lestans and the Civic Gallery in Modena, present a photographic exhibition to be realized from July 1st to August 26th within the wonderful rooms of the Battuti building complex in San Vito al Tagliamento. The main themes will be focused on Asia. The photographs, made by world-wide renown artists of the XIX and XX Centuries, will be exclusively dedicated to it.
All the works come from prestigious Institutions, among which the C.R.A.F. itself, the Brandis Collection in San Giovanni al Natisone, the Historical Archives of the Diocese in Concordia Pordenone, as well as the Civic Gallery in Modena and further more private archives. The cultural itinerary about the “silk way” will be based on the photographs’ chronology and will represent the course of photography itself and of its, both European and Asian, authors. It will moreover emphasize the progressive standing out of the Asian ones on the international cultural scenes, as well as the events and personalities that have characterized Asia during the last 168 years, since photography has been invented.
The exhibition is made of about 180 pictures by the main authors of world-wide photography history in 1800 and 1900, of which a selection of 130 images is presented in the consequent catalogue. The catalogue, which is cured by the C.R.A.F. manager Walter Liva, will also contain a text by Gilberto Ganzer, who is the manager of the Civic Museum in Pordenone.
The successful and fortunate key Seidenstrasse, that is the “silk way”, was coined by the German scholar Ferdinand Von Richtofen in order to effectively synthesize the intense commercial trades and cultural exchanges that had intercoursed between the Eastern and the Western world since at least the III Century before Christ up to nowadays. Such name is still today a synonym for exoticism, adventure, journey towards distant lands. Besides pointing to a close communication net extending itself for thousand of kilometers all over central Asia and the nearby regions, the silk way has, by this time, become a synonym for the intense and prolonged relationships between East and West. It is a symbol for a changeable historical reality and is not only linked to the past, it is still present and alive. It is called the “silk way”, but it would be better use the plural in order to point out at the caravan routes as a whole which, by being extended from the Oriental Asia to the Mediterranean dock, used to cross the wide regions in Central Asia and put into contact different peoples, nations, empires, religions, and traditions. They moreover fostered the cultural interchange in its broadest sense.
In the same way, Ernest Gombrich, who was the most important art historian in 1900, used to assert that art history itself was to be intended as an itinerarium – from ancient times to contemporary days – that is an itinerary made of cultural traits, each of them characterized by different aesthetic styles and rules.
Photography too, all over its 167 living years, has been characterized by a series of cultural features following the awareness of the age and the consequently adopted techniques. It developed from the initial daguerreotypes, calotypes, and XIX Century’s albumin papers up to the first colored images and to the current digital images realization, that is immediately visible (from the snap without waiting for the processing and chemical printing in the dark room).
Moreover, the invention of photography allowed the whole world to see Jerusalem and the Galilee lands as described in the Bible and the Gospels, as Prosper Merimée immediately perceived in March 1839. He was the vice president of the French Commission des Monuments Historiques. Ever since photography has followed the merchants’ routes, as well as the European powers’ armies. They needed to show to public opinion the images of the natural and historical richness in those distant lands which had, by that time, become colonial properties of the Western countries.
Besides the “geographic” characterization of the silk way we are nowadays interested in emphasizing further aspects by proposing the silk ways as historical and cultural itineraries. They symbolically run across Asia, from the Mediterranean Sea to China and Japan. Photography, with its capability of representing reality, remarkably highlights such routes from the half of 1800 up to nowadays.
As far as the XIX Century’s photographers are concerned, some wonderful original images will be presented. They have been realized by Walter Woodbury, John Thomson, Charles Sheperd, Felice Beato, Félix Bonflis, Raimund Von Stillfred, Hikoma Ueno, Per Vilhelm Berggren, Kimbei Kusakabe, Plate & Co., Clifton & Co., Pierre Dieulefils, ….., besides a series of unpublished pictures of Pecking. They are part of the archives of Cardinal Celso Costantini, who has been Bishop in China from the twenties.
1900 has largely been the Century of the photo-journalism. The pictures made in Asia by great photographers, such as John Philipps, Dmitri Kessel, Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Werner Bishof, René Burri, Erich Lessing, Paul Almasy, Raimond Depardon, Edouard Boubat, Marc Riboud, Mahmoud Kalari, Abbas, Alain Keler, Alain Mingam, …. have defined international information.
There are the Italians then, among whom we have Ilo Battigelli (who was in Arabia between 1945 and 1950), Gabriele Basilico, Fulvio Roiter, Angelo Cozzi, Romano Cagnoni (whose Ho Chi Minh portrait became Life’s cover in 1966), Vittoriano Rastelli, Danilo De Marco, Adriano Perini, the photoreporter Fabiano Avancini ….up to the XXI Century’s “new topographers” Stefano Graziani and Andrea Pertoldeo who are Guido Guidi’s assistants at IUAV…and up to the great contemporary Asian masters such as the Chinese Jang Meng Jer, Jing Wang, Daniel Lee and the great photography master in Hong Kong Leong Ka Tai. There are the Japanese Ueda Shoji, Kan Azuma, Keijki Tahara, Ken Ohara, Nobuyoshi Araki, Kenro Izu, Yoshikazu Shirakawa, Takumi Fujimoto, and the new stars of Asian photography: the Israeli Ziv Koren (whose life was dedicated a film that has recently been shown even in Iran), Newsha Tavakolian (brave and very good Iranian female reporter), the newly discovered Rena Effendi who is a photographer from Azerbaijan, the Indian fashion photographer Amit Dey, the Indonesian Darvis Triadi who introduces the aesthetic Indonesian “batik” rules into photography.
Fauzan Ijazah, Banda Aceh on the Tsunami day, the Saudi Khaled Khidr with absolutely unpublished pictures of Mecca and Medina. The exhibition ends with a series of images from Chayan Khoi, an Iranian “cyber-realist” artist who has been living in Paris for different years now. In his jumbo size images he digitally puts together particulars from disappeared and fantastic worlds – by interpreting the “silk way” as well – and gives a sense to new ways of contemporary art. By taking the opportunity from the digital image, he elaborates his colored photographs by assembling them. This is called “cyber-realism”, deriving from cybernetics and realism. His numeric works remain figurative in their showing themselves as a wonderful unique image of nature and of world-wide property.
In conclusion, the cultural itinerary on “the silk ways” will follow the chronology of the photographs and represent the course of photography itself and of its, both European and Asian, authors. It will moreover emphasize the progressive standing out of the Asian ones on the international cultural scenes, as well as the events and personalities that have characterized Asia during the last 168 years, since photography has been invented.
The exhibition is made of about 180 pictures by the main authors of world-wide photography history in 1800 and 1900, of which a selection of 130 images is presented in the consequent catalogue.
Inaugurazione ore 11
Antico Ospedale dei Battuti
Centro storico - San Vito al Tagliamento (PN)
Orario: da venerdì a domenica ore 10.00 -12.30, ore 16.00 – 19.30 o su prenotazione
Ingresso libero