Viafarini (vecchia sede)
Milano
via Farini, 35
02 66804473
WEB
Illingworth - Kostova - Paci
dal 3/10/2001 al 6/10/2001
02 66804473 FAX 02 66804473
WEB
Segnalato da

Lino Baldini




 
calendario eventi  :: 




3/10/2001

Illingworth - Kostova - Paci

Viafarini (vecchia sede), Milano

Shona Illingwoth: l'installazione video ritrae un uomo che ha trascorso un lungo periodo di tempo in prigione. Daniela Kostova: in otto minuti di proiezione lo spettatore avrebbe il tempo di interrogarsi sull'identita' della protagonista, su cosa stia facendo e soprattutto sul perche'... Adrian Paci: entrando nello spazio espositivo si sente la voce di una bambina che canta con civetteria infantile una vecchia canzone per bambini di Shkodra.


comunicato stampa

Shona Illingwoth (vive e lavora a Londra)
Walking on letters
Installazione video, DVD; 8 minuti
L'installazione video ritrae un uomo che ha trascorso un lungo periodo di tempo in prigione. Col susseguirsi delle immagini egli descrive gli aspetti materiali della sua cella traendoli dalla memoria con un'ossessiva aggiunta di dettagli ad ogni cambiamento. Come questa descrizione rivela, la sua voce è soffocata e mentre questi strati di suono si accumulano, la descrizione diventa sempre più frammentata e permette soltanto a isolati dettagli di emergere. Diventa poi necessario leggere le labbra per seguire il racconto. La voce è usata per unire le dimensioni fisiche e psicologiche dello spazio da lui descritto.
L'uomo è nell'oscurità, s'intravedono coperte rivoltate e oggetti sparsi sul pavimento, che creano un terreno nuovo e imprevedibile su cui camminare. Poi egli si convince che, con il tempo e la concentrazione, può rendere sensibili i suoi piedi a "leggere" le lettere nel buio per percepire da chi sono state scritte, sentendole semplicemente con i piedi. La cella è uno spazio persistente e opprimente, si ha una liberazione temporanea sentendo il sottile frammento di spazio nascosto tra la pianta dei piedi e le lettere sul pavimento. L'unica superficie fisica dello spazio visibile nel video è il pavimento.
L'opera studia a fondo la relazione tra il vedere e il sentire e cambia il punto di vista tra gli spazi interni del pensiero, dell'emozione, della memoria e il mondo fisico esterno, concentrandosi sui punti dove il suono e l'immagine passano tra i due. Per esempio nelle sequenze di lettura labiale il suono è letto attraverso l'immagine e viene contemporaneamente ricreato nella mente di colui che guarda come una voce interiore.

Daniela Kostova (vive e lavora a Sofia, Bulgaria)
Frame, 2000
Video; 8 minuti
In otto minuti di proiezione lo spettatore avrebbe il tempo di interrogarsi sull'identità della protagonista, su cosa stia facendo e soprattutto sul perché. In realtà quello che interessa è l'atto stesso del vedere, il desiderio di "guardare".
Un grande riquadro nero occupa quasi per intero l'inquadratura, relegando l'immagine ai margini, trasformandola in cornice. Ciò che abitualmente si trova all'interno dell'inquadratura, e quindi viene percepito come significante, è censurato. L'immagine invece, doppiamente delimitata, non mostra chiaramente nulla, ma costringe a riflettere sui limiti della ripresa che presentando una fetta della "realtà" esclude tutto il resto.
L'immagine ha la priorità su ogni altra forma di percezione a tal punto che la familiarità ai racconti che ogni giorno si vedono scorrere abitua, oltreché ad un sistema narrativo, ad un sistema della visione. L'operazione di censura infastidisce perché non consente di avere la conferma che ciò che si pensa di vedere stia realmente accadendo; inoltre alimenta il desiderio di spiare ciò che fa la protagonista senza che ci si renda conto che non fa nulla di diverso da ciò che facciamo noi.

Adrian Paci (nato a Shkodër, Albania; vive e lavora a Milano)
Apparizione, 2000
DVD; 5 minuti
Entrando nello spazio espositivo si sente la voce di una bambina che canta con civetteria infantile una vecchia canzone per bambini di Shkodra. Seguendo la voce lo spettatore si trova in una sala di proiezione buia alla fine dello spazio espositivo. Ma nel frattempo la bimba (la piccola Tea, figlia dell'artista) è scomparsa.
Ma che cosa possiamo dire della piccola Tea? Che cosa può fare con questa canzone, e fino a che punto farà parte della cultura e della sua educazione, e ancora, quale sarà per lei il ruolo e l'importanza della tradizione del suo paese in un contesto più vasto? La distanza fra le immagini proiettate, o in altre parole il vuoto tra di loro, diventa un significante ben appropriato, molto più importante delle immagini in sé. Ciò accade perché quel vuoto suggerisce l'inevitabile distanza sempre crescente tra lei e i suoi nonni. L'unico tratto comune (al di là del legame di sangue tra loro) si può rintracciare nella colonna sonora, che resta uguale quando si passa da un'immagine all'altra. Ma per quanto sarà così?

Shona Illingworth
Daniela Kostova
Adrian Paci
a cura di Lino Baldini

Inaugurazione giovedì 4 ottobre ore 18

Orari: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19

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