Ali Al Jabiri
Mauro Baldino
Young Sil Choi
Ahmed Felemban
Massimo Fiocco
Antonio Laglia
Michela Lenzi
Cristina Madini
Mariza Pauluk
Germana Ponti
Claudio Recchi
Gianluca Tedaldi
Tiziana Di Bartolomeo
Mostra collettiva. L'Associazione Espressioni d'Arte presenta alcuni dei suoi artisti, molto diversi tra loro. Un gioco di rimandi che le opere riescono a rispecchiare e raccontare garantendo la coesistenza di diversi punti di vista.
Mostra collettiva
a cura di Tiziana Di Bartolomeo
Per la pittura che ha bisogno di lentezza, pensiero, attenzione alla scelta del colore del segno per creare.
L’Associazione Espressioni d’Arte presenta alcuni dei suoi artisti, molto diversi tra loro per personalità, per esperienze artistiche e per risultati espressivi in un confronto aperto di stili, tecniche e stili generazionali.
Tutti portiamo dentro di noi senza rendercene conto i ricordo di un tempo lontano, di situazioni vissute da noi o da da popolazioni passate questi frammenti fanno parte della coscienza collettiva in cui possiamo ritrovarci tutti, sono frazioni della memoria involontaria, lo spazio e il tempo in cui la esistenza acquisisce la profondità dell’arte
Questa associazione, Espressioni d’Arte, ha preso le mosse da alcune qualità che gli artisti associati hanno in comune: la ricchezza delle passioni creative, l’amore per la ricerca e per tutte le espressioni che in un certo senso esulano e/o sono connesse ai canoni classici dell’arte.
Dal 7 luglio al 30 agosto avrà luogo nelle sale espositive della Biblioteca Morante di Roma la seconda mostra dell’Associazione Espressioni d’Arte. Gli artisti partecipanti proporranno al pubblico opere eseguite appositamente sulla base di un tema specifico, che sarà diverso per ciascuna delle esposizioni proposte durante l’anno, questa Esposizione avrà come tema Il Tempo ritrovato. Sono in mostra le opere degli artisti Ali Al Jabiri (Iraq), Mauro Baldino, Young Sil Choi (Corea), Ahmed Felemban (Arabia Saudita), Massimo Fiocco, Antonio Laglia, Michela Lenzi, Cristina Madini, Mariza Pauluk, Germana Ponti, Claudio Recchi, Gianluca Tedaldi.
Tema scelto: “Il Tempo ritrovato”. Un gioco di rimandi che l’arte riesce a rispecchiare e raccontare garantendo la coesistenza di diversi punti di vista.
Curatrice Tiziana Di Bartolomeo
Il tempo ritrovato
Parlare di tempo è come tornare alle origini della coscienza umana, al mito, ai fondamenti e ai misteri della nostra condizione.Il tempo fugge, plasma, dona e ruba, come Cronos genera e divora le sue creature. Come nel mito greco, si può usare qualche astuzia per ingannare questo inesausto logorio delle cose stabili e sostituire ciò che il tempo divorerebbe con qualche altra cosa, insomma salvare il salvabile.
Proseguiamo, infatti, col mito. Per salvare il giovane Zeus dall’inevitabile fine toccata ai suoi fratelli, la madre Gea – cioè la Natura, la terra – ingannò il consorte che ingurgitò una pietra invece del neonato e così, cresciuto, Giove conquistò poi l’Olimpo. Giove è espressione della coscienza vigile, della ragione, della certezza, della nuova consapevolezza che la stirpe umana ha raggiunto nel suo crescere.
Pur nella nuova condizione di dominio sul tempo (tempo minutamente incatenato dai nostri cronografi, descritto nel succedersi annuale, disciplinato in ogni sua fase), il progenitore Cronos sembra aver mantenuto un potere incantatore che sfugge alle certezze. Fuggono gli istanti più cari, si allontanano i volti, sbiadisce la gloria; per contro, anche il dolore più fiero si stempera e negli antichi sarcofagi si trastullano i pesci della fontana.Il Tempo ha mantenuto un suo sotterraneo potere, si rimette all’opera ad ogni assopimento della ragione, della vigilanza del nostro volitivo controllo sulle cose.
Questa mostra si lega al tema, vago e allo stesso tempo profondo, della nostalgia per ciò che abbiamo non più a portata di mano che ci era caldo al contatto e si è allontanato inesorabilmente. Come dice il titolo, però, la mostra si concentra su ciò che a questo fuggitivo tempo è caduto per strada e che, nel vano nostro rincorrerlo, abbiamo ritrovato. Spoglie, naturalmente, piccole cose, alimento per le illusioni o per un collezionismo disincantato eppure testimoni della nostra perenne condizione di pellegrini dell’esistenza. A nessuno forse piace questa definizione di itinerante pellegrino che, pure, ha tutto il rispetto dei Padri della Chiesa. Forse, fare pace con il nostro predone personale, quello che ci sottrae il tesoro delle certezze è già un momento di verità che non può essere più rubato.
L’arte offre immagini, le immagini entrano attraverso l’occhio nel cuore e spaziano, si avvoltolano in ciò che stava prima di loro e creano un teatro di personaggi. Lasciamo che questa esperienza possa prendere anche noi spettatori. La scelta è varia. Ci sono linguaggi franchi e inoppugnabili, ci sono allusioni che parlano alla cultura o, all’opposto, alle viscere. Ci sono diaframmi poetici per velare il troppo certo e verità scoperte per allontanare la compagnia dei tentennamenti. Ce n’è per molti.
che l’arte riesce a rispecchiare e raccontare garantendo la coesistenza di diversi punti di vista..
Storico dell'Arte Gianluca Tedaldi
Biblioteca Comunale Elsa Morante
via Adolfo Cozza, 7 - Roma
Ingresso libero