Arianna. Prima personale dell'artista che presenta una elaborazione del rapporto con il mito del Minotauro. A cura di Eleonora Sgaravatti. Il mito come luogo d'origine, che rivela nel sacro le dinamiche del quotidiano.
Arianna
a cura di Eleonora Sgaravatti
Giovedì 12 luglio p.v. Spazio Punctum inaugura la mostra Arianna, prima personale di Vincenzo Rulli che presenta una elaborazione del rapporto con il mito del Minotauro.
La mitologia è una tra le prime espressioni attraverso cui l’uomo manifesta la consapevolezza di avere un rapporto con la trascendenza e, prescindendo dalla razionalità, riesce a toccare le sue corde più intime. Il mito ci dice innanzitutto che la storia primordiale è divina. Quest’origine divina, anche se non è riconosciuta, è presente a livello larvale nell’inconscio ed emerge come simbolo1.
Il mito è il luogo d’origine, rivela nel sacro le dinamiche del quotidiano, è la manifestazione sensibile della verità venuta meno alla storia: trasforma la storia in natura, le contingenze particolari in necessità eterne, i fatti in progetti di ordine superiore, le intuizioni del cuore in certezze.
Il mito del Minotauro è percepito dall’artista come rappresentazione della lotta dell’uomo alla ricerca della verità di se stesso. Il lavoro si sviluppa in due punti e con supporti materici differenti.
La natura animale e mostruosa del Minotauro (la zona d’ombra conscia che abita l’uomo, vittima dei suoi vicoli ciechi) e quella umana ed eroica di Teseo (la forza inconscia) convivono nella dilatazione del primo punto che fa da anticamera al labirinto prospettico costruito nel secondo. Qui la frammentazione del video e delle superfici scorpora spazialmente la figura, lasciando aperta la possibilità di rintracciarla in un intero. La sconfitta del mostro da parte di Teseo, rappresenta la riconciliazione tra personalità conscia e inconscia, che mette in moto il processo di individuazione personale e opera un processo di guarigione. Si tratta di liberarsi dai danni subiti, dai condizionamenti, le influenze ereditarie, che perpetuate nei secoli hanno generato un essere mostruoso. La persona che non entra in relazione con l’inconscio attribuisce la sua angoscia a problemi esterni (il Minotauro è oggettivamente rinchiuso in un labirinto senza vie di uscita). L’inconscio suscita paura per la mancanza di potere che si ha su di esso, di contro all’immenso potere che l’inconscio ha sul soggetto (il Minotauro aspetta Teseo come un salvatore e soccombe quasi senza opporre resistenza). Accogliere l’inconscio nell’esistenza significa riportare l’uomo alla sua condizione di creatura2. La vita è in noi prima del pensiero, non dipende da ciò che razionalmente comprendiamo, né dalla nostra volontà, e va servita e rispettata nell’ordine sacro del suo divenire. Il sacro è ineliminabile; lo si soffoca da una parte e risorge dall’altra, in forma di mitologie collettive e di idoli. L’inconscio è nella dimensione del sacro.
Vincenzo Rulli è nato nel 1980 a Roma dove vive e lavora. Sta per diplomarsi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Inaugurazione Giovedì 12 Luglio ore 19
Spazio Punctum
Vicolo del Governo Vecchio 2 - Roma
Orario: da martedì a sabato dalle 16 alle 20