Accademia di Belle Arti
Napoli
via Costantinopoli, 107
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WEB
Iabo
dal 16/7/2007 al 16/7/2007
ore 12
WEB
Segnalato da

NOTgallery



approfondimenti

Iabo
Marco Izzolino



 
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16/7/2007

Iabo

Accademia di Belle Arti, Napoli

Fatti sentire. Presentazione del progetto. L'opera d'arte irriproducibile nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica. Il software creato dall'artista ha la capacita' di realizzare opere che prescindono totalmente dalla attribuzione di originale o di riproduzione. L'operazione artistica e' cosi' accessibile a tutti.


comunicato stampa

Fatti sentire

Sono contento che IABO si sia convinto a mettere a frutto alcuni dei concetti nati dalle ricerche svolte in seguito alle discussioni tra artisti, studiosi e appassionati che si sono svolte intorno a NOTgallery, nei sui due anni e mezzo di vita. Nell'epoca della riproducibilità tecnica delle opere d'arte (nata dalla diffusione degli strumenti fotografici e cinematografici) Benjamin afferma si sia realizzata una sostanziale rottura della continuità tra l’arte antica e quella moderna. Le nuove tecniche di riproduzione hanno determinato l'ingresso della serialità nella produzione artistica che col tempo ha inevitabilmente condizionato il fare stesso degli artisti, ma soprattutto ha fatto si che l'opera abbia perso quella che Benjamin definisce “l'aura”, cioè il valore del suo essere unica ed irripetibile.

Benjamin descrive "l'aura" come “l’hic et nunc dell’opera d’arte la cui esistenza unica è irripetibile nel luogo in cui si trova"; afferma inoltre che “ciò non vale soltanto per l’opera d’arte, ma anche e allo stesso titolo, ad esempio, per un paesaggio che in un film si dispiega di fronte allo spettatore, in un processo che investe, dell’oggetto artistico, un ganglio che in nessun oggetto naturale è così vulnerabile, cioè la sua autenticità”. E ancora: “Il processo è sintomatico; il suo significato rimanda al di là dell’ambito artistico. La tecnica della riproduzione sottrae il riprodotto all’ambito della tradizione.Moltiplicando la riproduzione essa pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi”.

Benjamin collega la perdita dell'aura nell'opera contemporanea all'irruzione delle masse nella scena sociale e culturale, le quali richiedono sempre più beni culturali che è giocoforza si trasformino in "merce". La riproduzione dell'opera in sede diversa da quella di origine non ne comporta tuttavia una perdita di qualità, quanto piuttosto una desacralizzazione, che favorisce una esperienza diffusa della cultura sostituendo al valore elitario "rituale" un valore espositivo antiestetizzante. Molti anni sono passati dalla pubblicazione del saggio di Benjamin (1936) ed indubbiamente da allora il sistema politico-sociale democratico ha compiuto notevoli passi in avanti e, a livello complessivo, la fruizione della cultura ha assunto un carattere generalizzato. Tuttavia l'arte visiva sembra essere l'unica forma di espressività artistica che ha sviluppato dei meccanismi di difesa dalla possibilità di una fruizione generalizzata delle opere.

Nonostante la sempre più evoluta capacità tecnica di riproduzione dei manufatti artistici, il mercato ha generato delle forme di differenziazione delle opere (quelle riproducibili: fotografie, stampe, video, ecc.) in cosiddette "originali" e "riproduzioni" (mutuate dalle più antiche forme di opere multiple, cioè le stampe). Ciò è avvenuto in quanto la proprietà di opere d'arte visiva "originali" è considerata ancora una forma di distinzione simbolica delle classi economiche dirigenti; ciò a costo di dare alle opere un valore "estrinseco" alla loro qualità estetica. La definizione di "originale" data ad un opera costituisce così una sorta di ricostruzione fittizia "dell'aura" di benjaminiana memoria, che da al suo possessore la sensazione di appartenere ad una cerchia di "eletti" la quale sola ha accesso al "rito esoterico" dell'arte. Se in teoria filosofie come quella della "factory" di Andy

Se in teoria filosofie come quella della "factory" di Andy Warhol o, più di recente, quella del "superflat" della moderna cultura artistica giapponese, sembrino contrastare un simile fenomeno, nella pratica i possessori delle opere di Warhol o di Murakami amano di esse la distinzione sociale che sono in grado di offrire.
Ciò che è interessante del software creato da IABO in collaborazione con Ruben Coen Cagli (che ho scherzosamente definito la "centrifuga", poiché miscela a caso le immagini delle opere create dall'artista) è la capacità di creare delle opere che prescindano totalmente dalla attribuzione di "originale" o di "riproduzione" che gli si possa dare.

Il software crea a caso sempre nuove immagini, partendo da un archivio di materiale visivo sempre uguale: in sostanza crea sempre dei nuovi originali utilizzando delle riproduzioni. L'operazione artistica (il "rito"), così come il possesso dell'opera originale (il "sacro") è in questo modo accessibile a tutti.
Certamente il risultato estetico non è esaltante (ma quanta arte lo è veramente?), tuttavia le riflessioni che questo strumento tecnologico induce sulla possibilità di creare in futuro dei meccanismi di fruizione generalizzata della produzione artistica, mi spingono a ritenere che il software potrà essere lo spunto dal quale prenderanno avvio le ricerche di molti altri artisti.
Marco Izzolino

FattiSentire.java
Applet interattiva per il remix visivo di www.iabo.it
Ruben Coen Cagli

Il programma sviluppato per http://www.iabo.it è il risultato di varie discussioni sulle modalità di fruizione e di navigazione del website di IABO. Se è vero che le metafore visive, su cui si basano le interfacce grafiche, sono quelle degli attrezzi del quotidiano, dello spazio fisico ordinario, delle architetture effettive; è pure vero che i processi di calcolo sottostanti si articolano secondo strutture più astratte e riconfigurabili, dove lo stesso blocco di codice può dare luogo a molteplici interpretazioni, e viceversa ogni elemento percepibile può essere codificato in diverse sequenze e generato da differenti elaborazioni.

Ed è proprio da questa effettiva malleabilità del supporto-codice - l'essenza di ogni medium digitale - che originano i fenomeni del remix e della sinestesia, tratti distintivi della Information Arts. Noi abbiamo attinto a questa fonte per ridisegnare un'altra interfaccia possible del sito di IABO: un segmento in cui l'esperienza della navigazione diventa imprevedibile, in cui le tele di IABO si fanno codice e si rimescolano producendo immagini astratte che però conservano il segno dell'autore. Un remix paradossale innescato dall'elaborazione numerica in tempo reale della voce del navigante. E dunque se vuoi navigare, Fatti sentire!

Accademia di Belle Arti di Napoli
Via Costantinopoli 107 Napoli
ore 12

Dalle ore 20 fatti sentire sarà presentato a
La Luna Nel Bicchiere
Via Pedamentina San Martino 29° Napoli
Inpho: 081 549 3490 - +39 339714882
lalunanelbicchiere@libero.it

In collaborazione con:
NOTgallery - Piazza Trieste e Trento, 48 Napoli
http://www.notgallery.cominfo@notgallery.com
tel. 0810607028

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Fabio Donato
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