MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino
Bellinzona
via Tamaro, 3
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WEB
Francesca Guffanti
dal 17/8/2007 al 6/10/2007

Segnalato da

CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino


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Francesca Guffanti



 
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17/8/2007

Francesca Guffanti

MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Bellinzona

Una decina di opere pittoriche


comunicato stampa

La rappresentazione dello sguardo sul mondo è una prerogativa di tutti, e ancor più degli artisti, che agiscono da sempre come anticipatori di un contesto sociale futuribile.
Il ritorno alla pittura non è solo un’interferenza nel sistema evolutivo, quanto una esigenza “tout court” di tornare a una pratica materiale e materica della fattura di un’opera, come se il sublime tecnologico, ormai veicolato in un contesto multimediale, avesse inevitabilmente portato verso una eccessiva smaterializzazione ed estetizzazione della comunicazione: anche visiva.

Per la sua personale “svizzera” al CACT, Francesca Guffanti (1962) ha realizzato una decina di opere pittoriche su tela di grande formato [riunite sotto un unico titolo tematico Dangerous Minds], approfondendo uno dei temi a lei cari: la quotidianità dei gesti – e delle gesta – del mondo infantile. La mostra chiude in qualche modo una tappa importante del suo lavoro. La riflessione su di un universo futuribile, dell’infanzia, dalle molte incognite: sociali, identitarie, quelli di possibili menti pericolose, che segneranno il loro futuro e le nostre responsabilità.

F.G. raccoglie incessantemente documenti fotografici, impressioni fuggitive quanto insistentemente reali, da cui parte per disegnare le sue espressioni tematiche sulla tela. Tale procedimento, del resto già in uso a fine Ottocento, gli permette di distanziarsi obbiettivamente dal mezzo pittorico, essendo la fotografia non solo un supporto, un ausilio, bensì parte del medium, del suo procédé artistico. Come se l’artista di Monza volesse ridare un giusto senso all’immediatezza del mezzo tecnologico, riconducendolo a mezzo simbolo tra modernità e tradizione.

Le sue figure infantili, quei piccoli killer, quelle menti pericolose, sono rielaborate con una tecnica volutamente non sempre pulita, raffinata e compita. È altamente psicologico e concettuale il tentativo di F.G. di superare il mezzo pittorico, affinché ogni suo quadro non rimanga la rappresentazione dell’oggetto, bensì evochi un esame soggettivo dell’universo dell’infanzia: dei suoi significati più analitici, delle identità comportamentali inevitabilmente riconducibili all’oggi, all’osservatore adulto, alle nostre responsabilità. L’uso del mezzo, in maniera talvolta scarna, disadorna, scavata, fa presagire le tremende realtà di un piccolo mondo in divenire, il nostro futuro di speranze, di apprensioni. Come se l’artista, nella sua singolare anticipazione, volesse scavare nelle nostre incombenze di adulti-bambini, vittime inevitabili e fors’anche (in)consapevoli di un sistema, i cui valori hanno preso volontariamente le distanze dall’umanità e da un comune senso di giustezza.

Nella videoroom, il CACT ripropone, a complemento della mostra, la significativa opera video Presenze Trasparenti (1999) di Silvano Repetto (1968).

In arte niente è casuale, quanto causale, e da sempre la creazione è lo specchio dell’anima di chi guarda, dello spettatore-autore dell’opera.

CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino
via Tamaro, 3 Bellinzona

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