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Lidia Sanvito
dal 12/9/2007 al 25/9/2007
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12/9/2007

Lidia Sanvito

A+M Bookstore, Milano

La CISL e' a tre metri. 'Deflettore' si presenta come una scultura-segno. E' un'opera che per la sua autonomia e sintesi formale e per il suo colore arancione ha in se' la carica espressiva del segnale.


comunicato stampa

La CISL e' a tre metri

a cura di Giulia Formenti

“Deflettore” di Lidia Sanvito si presenta come una scultura-segno.
E’ un’opera che per la sua autonomia e sintesi formale e per il suo colore arancione ha in sé la carica espressiva del segnale.

Nei lavori precedenti, l’artista appositamente gioca a nascondere-confondere le sue sculture tra gli elementi architettonici dello spazio, con una consapevole combinazione tra la leggerezza e la trasparenza di materiali come carta, silicone, polietilene espanso, usoprene e i colori non-colori come bianco e nero: l’osservatore è quindi portato a stimolare al massimo i propri strumenti della percezione per arrivare in modo attivo e poetico ad una graduale scoperta di senso.

In questo caso, l’opera, fin da subito, attira su di sé l’attenzione. Affascina e diverte nello stesso tempo: la morbidezza e la flessuosità della materia catturano i nostri sensi, come tutte le cose molli, e il colore caldo arancio, insolito per la Sanvito, evoca un gusto pop, comunque misurato e contenuto nell’eleganza della forma. Un segno grafico, una freccia, diventa scultura, materia.

Una forma sintetica ed immediata perde la sua rigidità standardizzata ed assume un aspetto organico che rimanda ad una manta o ad una razza adagiata sul fondo del mare. La freccia, dal suo essere segno comune, diviene altro attraverso un modo di operare semplice: l’artista infatti piega la freccia su se stessa ed incastra la punta con la coda.

Un gesto essenziale riconducibile ai giochi con la carta, agli origami, ad una manualità semplice che crea forme con pieghe ed incastri. E’ in questa essenzialità di gesti e di forme che si esprime la creatività poetica di Lidia Sanvito, in cui colti richiami all’essenziale monumentalità del Minimalismo, all’utilizzo del segno grafico come elemento costruttivo e dinamico del Costruttivismo russo, alla mollezza colorata dei materiali di Oldenburg o alla rivisitazione dei feltri di Beuys o Morris non fanno altro che impreziosire il lavoro.

L’opera occupa uno spazio e nello stesso tempo lo comprende, lo avvolge e lo lascia rifluire al suo interno in una semplice curva: nella freccia, ripiegata su se stessa, inizio e fine coincidono, mentre la forma dialoga con la luce attraverso la trasparenza opaca della materia. La scultura è un invito a fermarsi a cogliere i segni, ma è anche una presenza che evoca il multiforme in stretta relazione con lo spazio circostante, sia fisico che sociale.

La libreria che accoglie l’opera diviene il luogo della percezione istintiva ed in relazione ad essa il “fuori”, come nel mito della caverna di Platone, orienta la nostra conoscenza delle cose. Tutto parte dalla nostra esperienza quotidiana, dai riferimenti culturali che abbiamo e dal modo in cui associamo i segnali: spesso Lidia Sanvito utilizza le parole sia come elemento costruttivo dell’opera sia come elemento mediano tra la quotidianità e la conoscenza del reale.

In questo caso è implicato un segno convenzionale che indica direzione: se si esce dalla libreria, si nota che al n° 31 di via Tadino c’è la scritta –con freccia- che dà il titolo alla mostra: “La CISL è a tre metri”.
Seguendo il segnale però nulla appare e da qui si aprono diverse possibilità di comprensione o di non comprensione del reale.

E’ da qui che scaturisce l’operazione dell’artista che scrive: “Bisogna ammettere che la realtà supera di gran lunga l’immaginazione e che la forza delle cose spesso ci determina. La fruizione artistica si riduce quindi a un momento estetico che si dà nell’atto della percezione. Molto dipende da come noi ci orientiamo rispetto ai fenomeni, quasi tutto da come si colgono i fatti. La scultura riassume questo assunto: una volta usciti dalla libreria, potrebbe succederci di tutto…”
Giulia Formenti.

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via Tadino, 30 - Milano
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