Apres le diner, sur l'herbe. La mostra e' un grande affresco impressionista dipinto nell'anima degli scavi archeologici da cui le singole opere affiorano lievi, come particolari. Dopo la cena, sull'erba...recita il titolo della mostra, parafrasando Manet.
Apres le diner, sur l'herbe
a cura di Cecilia Guida
L'esposizione è promossa dall'Associazione Culturale O.A.S.I.
Osservatorio Arte Scienza Innovazione, in collaborazione con il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - DARC, con il patrocinio
del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio.
Sin dagli anni '80 De Simone, esploratore dell'invisibile, indaga il
suggestivo versante della smaterializzazione dell'opera d'arte,
sperimentando nuove possibilità percettive che, attraverso l'ironia del
linguaggio e l'affinamento delle capacità sensoriali, determinano uno
slittamento dei limiti cognitivi. Le opere di De Simone vivono lo spazio
e il tempo in divenire mimetizzando, assorbendo e ridefinendo il reale.
In quest'ottica la mostra diventa un grande affresco impressionista
dipinto all'interno degli scavi archeologici da cui le singole opere
affiorano lievi, come particolari. Dopo la cena, sull'erba...recita il
titolo della mostra, parafrasando Manet.
Così, nei pressi del Ninfeo vibrano nell'atmosfera le note di una
melodia acquatica, un Concerto per Claude Monet (2006) 2007, mentre
nella Grande Cisterna richiami di luce bianca descrivono nel tempo
approcci d'amore accompagnati dal canto nuziale del grillo campestre,
Après le diner, sur l'herbe (2006) 2007. Infine, ispirandosi alla
leggenda secondo la quale Commodo uccise un leone a mani nude
nell'arena, De Simone, con un salto nel 200 d.C., manda in diretta
l'episodio allagando lo spazio del Teatro Marittimo con il ruggito di un
leone seguito dagli applausi finali di una piccola folla (Un leone per
Commodo, 2007).
Ciascun sito prescelto ospita un'installazione inedita che dialoga con
le rovine, integrandosi perfettamente con Villa dei Quintili a
testimonianza di come l'arte e la tecnologia possano costituire un ponte
tra passato e presente; un connubio perfetto che consente a questi
luoghi affascinanti e carichi di memoria di tornare a vivere.
Roberto De Simone è nato nel 1954 a Roma, dove vive e lavora. Ha
esordito sulla scena artistica nel 1983 a Londra con una performance
presso l'Old Royal Observatory, Greenwich Park. Tra le mostre si
segnalano le collaborazioni con lo Studio Bocchi e con la galleria Horti
Lamiani Bettivò; Mandelzoom, Biblioteca Comunale di Marta, Viterbo
(1986); 12/35 - I° giovani artisti a Roma, Ex Borsa in Campo Boario
(1988); MLAC Università degli Studi di Roma (1991); Arte in classe,
Istituto Giosuè Carducci, Roma (1993); Viennese Story, Vereinigung
Bildender Kunstler Wiener Secession, Vienna (1994); Back-up, MLAC
Università degli Studi di Roma (2003); L'evolution de l'Art, Space,
Bratislava (2007).
Durante la giornata inaugurale, sabato 15 settembre dalle ore 17.30 alle
ore 20.30, l'ingresso avverrà dal lato del Ninfeo (Via Appia Antica di
fronte al civico 290) e i visitatori saranno esonerati dal pagamento del
biglietto.
La mostra è realizzata con il coordinamento di Bianca Casadei e
beneficia del sostegno di MUSIS Museo Multipolare della Scienza e
dell'Informazione Scientifica, dell'Ordine degli Ingegneri della
Provincia di Roma - Commissione Arte e Cultura, di ALTRALUCE, della
Ditta Vincenzo Grilli e di Scoglio di Frisio.
Inaugurazione ore 17.30
Villa dei Quintili
Via Appia Nuova, 1092 - Roma