Il Paesaggio riposo dell'anima. Dipinti informali in cui le campagne hanno i colori forti e vivaci tipici delle ore assolate, e le onde del mare sono testimonianze vive della vita contadina.
Il Paesaggio riposo dell'anima
a cura di Armando Ginesi
Dal 22 al 30 settembre 2007, presso il “Caffe' Letterario” in Piazza del Popolo a Fermo, si svolgerà la personale di Giuseppe Basili dal titolo “Il Paesaggio riposo dell'anima”. La mostra è stata curata dal Prof Emerito di Storia dell'Arte, Armando Ginesi che scrive di lui: “Per Giuseppe Basili il paesaggio è un valore irrinunciabile del suo orizzonte esistenziale e pittorico. La ragione di fondo di questa sua passione è che egli vive in una terra (Le Marche e segnatamente i colli che sovrastano il fiume Aso) la quale è madre del paesaggio forse più filtrato, equilibrato e sintetico del mondo, come notò Guido Piovene in Viaggio in Italia, allorché scrisse che la penisola “nel suo insieme è una specie di prisma nel quale sembrano riflettersi tutti i paesaggi della terra, facendo atto di presenza in proporzioni moderate e armonizzandosi l'un l'altro […] L'Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo; Le Marche dell'Italia.
Qui abbiamo l'esempio più integro di quel paesaggio medio, dolce, senza mollezza, equilibrato, moderato, quasi che l'uomo stesso ne avesse fornito il disegno”. Questo straordinario ambiente naturale in cui i marchigiani hanno avuto da Dio la sorte di essere collocati (il destino essi lo hanno poi aiutato, con voglia di fare e con intelligenza, al punto da contribuire all'elaborazione di quel “disegno” equilibrato del quale hanno ricevuto in dono la sinopia) ha formato uno specifico atteggiamento artistico incline alla riflessione, al pensiero, alla memoria, alla percezione dell'infinito al quale è possibile aspirare (Giacomo Leopardi ne è una delle prove più evidenti, ma altrettanto lo è Osvaldo Licini).
Quando Basili spalanca le finestre delle sua abitazione, passeggia nelle vie periferiche di Petritoli, si avvia in auto verso altri centri collinari o punta al mare attraversando la vallata asolana, è questo paesaggio che si ritrova dinanzi allo sguardo. Lo stesso paesaggio di quando era bambino. Sicché, una volta che egli ha deciso di diventare pittore, lo ha scelto come strumento di narrazione del suo habitat, come luogo prediletto per il formarsi della sua coscienza di uomo e di artista. Nei suoi dipinti le campagne, vallive o collinari, hanno i colori forti e vivaci tipici delle ore assolate; le onde del mare - del suo mare di Pedaso, Cupramarittima, Grottammare, sul quale si affacciano, dall'alto, i colli ubertosi - sono testimonianze vive dei connotati della sua gente che, anche quando è diventata marinara, non ha mai dimenticato l'origine contadina. Il paesaggio per Basili è riposo dell'anima, è pienezza di sentimento, è soddisfazione, è gratificazione. Non ho mai visto, nella sua produzione pittorica, un'icona paesaggistica che sappia di nostalgia, di rimpianto, di melanconia.
Come già detto, i suoi colori sono carichi di sole: quelle che l'artista preferisce raffigurare sono le ore del mattino d'estate e la luce che ne deriva penetra nella parte più profonda del pigmento cromatico accendendola. L'uomo è nato ricercatore, incline alla conoscenza, alla visione di ciò che vive oltre gli aspetti della superficie. Basili esprime questa attitudine e, da un po' di tempo, pur restando fedele alla tematica paesaggistica, non si ferma più all'inquadratura a tutto campo ma scende verso il particolare. Zumma con il suo obbiettivo ideale, ingrandisce il dettaglio per conoscerne e descriverne pittoricamente la struttura. I suoi ultimi quadri, infatti, sono passati all'analisi del portato naturalistico e nel particolare ritrovano la stessa natura essenziale della globalità. Perché il sentimento del colore, la percezione del dato di natura restano integri anche se dalla visione totalizzante ci si sposta verso quella circostanziata. Una caratteristica della pittura di Basili è la fisicità resa manifesta da una pasta cromatica abbondantemente spatolata sulla tela.
Essa vuol significare che il suo paesaggio - a veduta intera o frazionata - non viene evocato attraverso la memoria né costituisce un paesaggio ideale, ma quello rispondente al vero il quale, come già detto, gli si presenta quotidianamente dinanzi agli occhi, ancorché trasfigurato dall'interpretazione poetica. Questa affermazione decisa e forte del valore del paesaggio, questa esaltazione della percezione sentimentale che scaturisce dalla sua fruizione, assumono anche una valenza didattico-sociale. Rappresentano infatti un invito - non sotto forma di denuncia ma attraverso una sottolineatura, anche a voce alta ovverosia a colore squillante, della bellezza naturale - a difenderlo, a salvaguardalo, questo bene primario dell'ambiente. E dunque si collocano nell'attualità più piena in un momento in cui una graduale perdita di senno collettiva quotidianamente e irresponsabilmente il paesaggio lo offende, sembra volerlo disconoscere come valore primario e lo violenta.
Inaugurazione ore 18
Caffe' letterario (Sala delle Colonne)
Piazza del Popolo - Fermo (AP)
Orari: 10.00-13.00 / 17.00-20.00.
Ingresso libero