Doug Aitke
Francis Alÿs
Arman
Bianco e Valente
Botto & Bruno
Jordan Crandall
Ceal Floyer
Piero Gilardi
Bertrand Lavier
Gary Hill
Jenny Holzer
Eva Marisaldi
Matthew McCaslin
Tatsuo Miyajima
Charlotte Moormann
Antoni Muntadas
Carsten Nicolai
Tony Oursler
Nam June Paik
Marko Peljhan
Kiki Seror
Wolfgang Staehle
Axel Stockburger
Jean Tinguely
Grazia Toderi
Franco Vaccari
Wolf Vostell
Gianni Romano
Media Connection e' una mostra a cura di Gianni Romano che affronta quarant'anni di contaminazione tra arte e tecnologia, dalle sperimentazioni pionieristiche degli anni Sessanta fino alle nuove frontiere della rivoluzione digitale: un percorso a ritroso nel tempo che racconta come la connessione tra i media, cio' che oggi ci permette di comunicare e di creare con più facilita', sia il risultato di una lunga storia fatta di pulsioni opposte, di amore e odio per la tecnologia.
Media Connection è una mostra a cura di Gianni Romano che affronta quarant'anni di contaminazione tra arte e tecnologia, dalle sperimentazioni pionieristiche degli anni Sessanta fino alle nuove frontiere della rivoluzione digitale: un percorso a ritroso nel tempo che racconta come la connessione tra i media, ciò che oggi ci permette di comunicare e di creare con più facilità , sia il risultato di una lunga storia fatta di pulsioni opposte, di amore e odio per la tecnologia.
"Media Connection è un viaggio tra alcune delle opere d'arte più significative degli ultimi quarant'anni per capire come in questo arco di tempo i media abbiano cominciato a dialogare tra di loro fino ad arrivare, grazie alla rivoluzione digitale, ad una vera e propria convergenza." afferma il curatore.
La mostra inizia con una carrellata sul presente, un momento in cui tutti i media confluiscono ormai nel grande "contenitore" di Internet, per poi per risalire fino all'inizio degli anni '60, che coincide con la prima scoperta dei singoli media da parte degli artisti. Una panoramica che parte dalle più complesse installazioni "multimediali" realizzate attraverso la convergenza di diversi media e risale fino alle prime opere che riflettono le reazioni degli artisti di fronte ai primi oggetti tecnologici e mediatici - una radio, una TV, un telefono - che vengono manipolati, riutilizzati e a volte perfino distrutti.
L'arte oggi
La mostra inizia simbolicamente con una finestra virtuale, un gigantesco salvaschermo che lo spettatore deve idealmente attraversare. E' un lavoro di Francis Alÿs (mai esposto in una mostra, essendo nato per il Web) che invita lo spettatore a scavalcare la finestra/schermo che ci apre il nuovo territorio della sperimentazione artistica, caratterizzata da un utilizzo a tutto tondo dei media e dei meccanismi mediatici.
L'austriaco Axel Stockburger presenta un'installazione video dove migliaia di "marchi" si susseguono così velocemente da annullarsi: un'affermazione "No Logo" resa attraverso le immagini. L'opera dell'americana Kiki Seror riflette in pieno la cultura di una generazione che "vive" su Internet e in cui i confini tra pubblico e privato sono così labili da diventare invisibili: spettacolari lightbox e video visualizzano il virtuale attraverso rielaborazioni tridimensionali dei testi delle conversazioni delle chat-room erotiche di cui è assidua frequentatrice.
Molti artisti insistono sull'annullamento delle categorie spazio-temporali prodotto dalle nuove tecnologie, che permettono di comunicare in tempo reale tra luoghi lontanissimi: è il caso del tedesco Wolgang Staehle che trasmette 24 ore su 24 l'immagine dell'Empire State Building ripreso da una webcam; o di Jordan Crandall, che crea delle micronarrazioni utilizzando le telecamere di sorveglianza ad infrarossi usate dalla polizia per controllare il confine tra Messico e Stati Uniti; dell'americano Matthew McCaslin, che lavora con intrecci di cavi elettrici, luci e monitor, riflettendo sul significato della comunicazione, o infine dello sloveno Marko Pelijhan che trasmette in diretta radio da Lubjiana.
Il percorso della mostra è segnato da alcuni ambienti dal gusto techno-minimal, specchio di una nuova tendenza diffusa nell'ultimissima generazione di artisti che si confronta con l'estetica del mondo digitale: i led numerici del giapponese Tatsuo Miyajima, le immagini techno-mentali di Bianco e Valente, le installazioni di luci e suoni di Ceal Floyer, gli oggetti di Eva Marisaldi, il meccanismo ideato da Carsten Nicolai per "rubare" l'immagine allo spettatore, i manichini video-animati da Tony Oursler.
Grazia Toderi nel suo video "Nata nel '63" crea un "amarcord" della sua infanzia attraverso le immagini della conquista dello spazio così come vennero mandate in onda dalla televisione del tempo. Botto & Bruno, infine, propongono (in anteprima alla Triennale) una grande stanza nella quale confluiscono suoni e immagini che rappresentano un viaggio attraverso la periferia torinese.
Gli anni '80
Gli anni Ottanta vedono l'affermarsi del pensiero post-moderno, un momento in cui gli artisti criticano i media per le loro capacità di seduzione all'interno del discorso sociale. L'americana Jenny Holzer è una delle artiste più famose che in questo periodo cominciano a misurarsi con la tecnologia: l'artista costruisce led elettronici uguali a quelli degli aeroporti e delle stazioni per enunciare frasi fatte, dette "truismi", che sottolineano l'ambiguità della comunicazione quotidiana. Gary Hill, maestro indiscusso della video-arte, presenta "Goats and Sheep" un lavoro inedito per il pubblico della Triennale. Si tratta di una video installazione nella quale il dialogo tra due mani mette in discussione gli schemi percettivi di chi guarda.
Una canzone di Enzo Jannacci ci introduce all'installazione "La television" di Antoni Muntadas, anch'egli impegnato nella riflessione sulla seduzione del linguaggio televisivo.
Gli anni '70
La famosa "Esposizione in tempo reale" di Franco Vaccari, simbolo di una pratica artistica che rivoluziona il tradizionale rapporto tra il pubblico e l'opera, viene riproposta come fu presentata alla Biennale di Venezia del 1972: gli spettatori vengono invitati a servirsi di una macchina per foto tessere e a creare un grande murale con i propri ritratti, diventando protagonisti dell'opera anziché assistervi passivamente. Tra gli altri lavori rappresentativi di questo periodo, una macchina fotografica "ridipinta" dal francese Bertrand Lavier, un'altra macchina fotografica spaccata da Arman e l'opera "Frozen Words", un grande cubo di cemento in cui sono state congelate decine di cornette telefoniche. Piero Gilardi presenta una delle sue installazioni interattive dove una visione della natura viene sommersa da acque che sono comandate dal nostro respiro.
Gli anni '60
Negli anni sessanta gli artisti cominciano a confrontarsi con le innovazioni tecnologiche che invadono la vita quotidiana e in particolare con la televisione, oggetto-simobolo di un'epoca.
La televisione è centrale nel lavoro di Nam June Paik, dove viene utilizzata sia come oggetto che come immagine. La sua famosa performance in cui Charlotte Moormann (musa ispiratrice di Paik e artista-simbolo di Fluxus) "suona" un televisore, viene ricordata in mostra da una serie di fotografie e dal violoncello della performer. Il monitor televisivo è protagonista anche nel lavoro del tedesco Wolf Vostell, che nell'opera dal titolo "La rivoluzione della Televisione" lo imprigiona in alcuni frammenti del muro di Berlino. Una vecchia radio completamente smontata, eppure funzionante, dello svizzero Jean Tinguely, rappresenta il punto d'arrivo ideale di questo viaggio all'indietro nel tempo.
Il video
Nove video - selezionati da Elena Volpato della Galleria d'Arte Moderna di Torino - illustrano come gli artisti abbiano riflettuto sulla potenza dell'immagine in movimento. La selezione parte dalle immagini di Nam June Paik dove il televisore diviene accessorio d'abbigliamento e la musica acquista sul monitor una presenza fisica psichedelica. Suoni e immagini, inoltre, si rincorrono nelle opere video di Michel Auder, Christian Jankowski, Dara Birnbaum, Allan Kaprow, David Hall, Nam June Paik, Mona Hatoum, Pipilotti Rist e Gary Hill.
La Net Art
Una sezione speciale di MEDIA CONNECTION - a cura di Valentina Tanni - è dedicata ai progetti d'artista su Internet, ormai conosciuti come Net Art. Le tecnologie di rete hanno stimolato l'immaginazione degli artisti creando in pochi anni una nuova corrente artistica. Si tratta, tuttavia, di un arte che è nata per essere fruita davanti allo schermo dei nostri computer. La sezione Web di MEDIA CONNECTION ripropone, dunque, una situazione simile senza cercare di spettacolarizzare questo tipo di arte. La selezione, riproposta nel cd rom che accompagna il catalogo, presenta quindici progetti di Net Art, nel tentativo di offrire un campionario rappresentativo che funzioni come introduzione al genere. Le opere selezionate comprendono progetti ormai storici come quelli di Antoni Muntadas e Jenny Holzer e altri più recenti basati sulla manipolazione dei codici (html e ascii) di artisti come Jodi.org e Vuk Cosic. La rassegna prosegue poi con i software di navigazione alternativa di Mark Napier e Maciej Wisnieski, la riflessione sul ruolo dei computer nella vita quotidiana di Alexei Shulgin e Tomoko Takahashi, fino alle pratiche attiviste di etoy e 0100101110101101.ORG.
Artisti in mostra
Doug Aitken, Francis Alÿs, Arman, Bianco e Valente, Botto & Bruno, Jordan Crandall, Ceal Floyer, Piero Gilardi, Bertrand Lavier, Gary Hill, Jenny Holzer, Eva Marisaldi, Matthew McCaslin, Tatsuo Miyajima, Charlotte Moormann, Antoni Muntadas, Carsten Nicolai, Tony Oursler, Nam June Paik, Marko Peljhan, Kiki Seror, Wolfgang Staehle, Axel Stockburger, Jean Tinguely, Grazia Toderi, Franco Vaccari, Wolf Vostell.
Il curatore
Gianni Romano ha curato mostre d'arte in vari paesi europei: Privacy (Milano 1993), Low Tech (Vienna 1995), Camera (Ginevra 1997) e la 51a edizione del Premio Michetti (Francavilla al Mare 2000).
Collabora con riviste d'arte nazionali e internazionali e alla fine del 1995 ha fondato una delle prime webzine d'arte contemporanea in Europa: "postmedia".
Ha curato cataloghi d'arte con numerosi artisti della scena attuale. Inoltre ha pubblicato: "Artscape: panorama dell'arte in Rete" (Milano, Ed. Associati, 2000) e "Contemporanee. Percorsi, lavori e poetiche delle artiste dagli anni Ottanta a oggi", (Milano, Ed. Associati, 2000) con Emanuela De Cecco.
Il catalogo
Media Connection è accompagnata da un catalogo su carta con CD Rom allegato. Il CD descrive le opere di Net art e permette la connessione diretta ai siti, oltre ad alcuni estratti dei video visibili in mostra. Il libro, pubblicato da Edizioni Scheiwiller, Milano, comprende i saggi critici di Saul Anton, Valentina Tanni, Elena Volpato, Gianni Romano, immagini e schede bibliografiche degli artisti.
Orario: dalle 10.00 alle 20.00, chiusura lunedì
Ingresso Lit. 10.000
La Triennale di Milano - Palazzo dell'Arte
Viale Alemagna 6, 20121 Milano