Geometrie di luce. Il Roden Crater project. L'esposizione si propone di descrivere e documentare criticamente - sia dal punto di vista figurativo che scientifico - il ruolo che la luce e l'ombra svolgono nella definizione degli spazi architettonici progettati dal celebre artista statunitense. La mostra, oltre a presentare disegni esecutivi relativi ad ognuno degli spazi ipogei, in cui saranno evidenziate le varie implicazioni scientifico-astronomiche ad essi relative, offre allo spettatore la possibilita' di comprenderne il reale funzionamento spaziale in relazione alla loro orientazione cardinale e astronomica. Il giorno dell'inaugrazione, l'Universita' Iuav di Venezia conferisce a James Turrell la laurea honoris causa.
Geometrie di luce. Il Roden Crater project
Lunedì 1 ottobre 2007 a Venezia - presso il Cotonificio veneziano, I piano, Aula Gino Valle - verrà inaugurata la mostra Geometrie di luce. Il Roden Crater project di James Turrell, aperta fino al 9 novembre 2007. L’esibizione si propone di descrivere e documentare criticamente - sia dal punto di vista figurativo che scientifico - il ruolo che la luce e l’ombra svolgono nella definizione degli spazi architettonici progettati dal celebre artista statunitense James Turrell (Los Angeles 1943) nella grandiosa sistemazione che investe la zona centrale del Painted Desert, presso Flagstaff (Arizona), e precisamente l’area che gravita intorno al e al di sotto del Roden Crater. Il progetto dell’artista statunitense, eseguito in collaborazione con architetti, ingegneri, geologi e astronomi americani, prevede la realizzazione di complesse strutture architettoniche totalmente ipogee - con aperture adeguatamente eseguite e orientate - ove sarà possibile, grazie alla rigorosa geometria che ne definisce le superfici configurative e all’uso delle sole luci naturali (solare, lunare e stellare), coinvolgere il visitatore in un complessa rete di esperienze percettive visive, uditive e aptiche. L’interesse che vari organismi di ricerca mondiale hanno manifestato nei confronti di questa straordinaria opera - in via di completamento -, riposa sul carattere composito e stratificato dei concetti di configurazione e percezione spaziale che il progetto di Turrell implica, ribadendo la natura interdisciplinare del fare architettura, qui ancora definibile come luogo in cui arte e scienza possono trovare un terreno di mutuo scambio.
La mostra, oltre a presentare disegni esecutivi relativi ad ognuno degli spazi ipogei, con pannelli in cui saranno evidenziate, con linguaggio piano e rigoroso, le varie implicazioni scientifico-astronomiche ad essi relative, offrirà allo spettatore la possibilità di comprenderne il reale funzionamento spaziale in relazione alla loro orientazione cardinale e astronomica. Infatti, con l’ausilio di sofisticati programmi di disegno e renderizzazione digitale, saranno presentati modelli digitali e animazioni grafiche capaci di offrire al visitatore la possibilità di svolgere un viaggio virtuale all’interno dei vari ambienti del Roden Crater project, ricorrendo a scelte espositive capaci di alludere anche l’esperienza percettiva della luce in simbiosi con la complessa geometria degli spazi ideati dallo stesso James Turrell. Grazie alle animazioni digitali sarà infatti possibile documentare e osservare virtualmente le costellazioni o fenomeni celesti e luministici visibili nei vari ambienti attraverso un alternarsi di simulazioni diurne e notturne, in vari periodi dell’anno.
L’allestimento espositivo e quello acustico - appositamente realizzato da Maria Pia De Vito, Michele Rabbia e Maurizio Giri - mireranno dunque ad immergere il fruitore in un continuum spaziale e sonoro unico nel suo genere, capace di focalizzarne l’attenzione su particolari esperienze di percezione alterata della luce e dell’ombra, in sintonia con l’opera di James Turrell. Al fine di dare ai plurimi contenuti scientifici e grafici della mostra una maggiore divulgazione, è prevista la pubblicazione di un catalogo, ricco di immagini originali, con saggi redatti sia dai vari studiosi del comitato scientifico (A. De Rosa, G. D’Acunto, I. Rizzini, A. Sdegno), che da James Turrel, dall’astronomo R.L. Walker e dal collezionista G. Panza di Biumo. Il volume conterà anche estese e approfondite schede sui vari ambienti previsti dal progetto, curate dal team Imago rerum (F. Bergamo, I. Friso, G. Liva, C. Monteleone, M. Torres) dello IUAV. Il catalogo della mostra, curato da Agostino De Rosa, sarà pubblicato dalla casa editrice Electa (Milano), e conterrà un CD-rom interattivo col quale compiere un viaggio virtuale nel futuro Roden Crater project.
L'Università Iuav di Venezia conferirà a James Turrell la laurea honoris causa in architettura lunedì 1 ottobre alle ore 10, presso la sede del Cotonificio Veneziano (Dorsoduro 2196, Venezia). Le motivazioni della laurea honoris causa a James Turrell (Los Angeles 1943) risiedono nel ruolo fondamentale che l'artista statunitense ha rivestito, a partire dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, nel ridefinire l'impiego della luce (naturale e artificiale) in contesti spaziali originali, progettati da lui stesso o dai più grandi architetti contemporanei (Tadao Ando, Herzog & de Meuron, SOM...). Turrell inoltre ha saputo individuare una nuova sensibilità nei confronti dei rapporti tra architettura e paesaggio: questo testimonia la grandiosa sistemazione che investe la zona centrale del Painted Desert, presso Flagstaff (Arizona), e precisamente l'area che gravita intorno al e al di sotto del Roden Crater.
L'idea di trasformare il Roden Crater, un vulcano spento, in un immensa opera d'arte, che potremmo definire un “monumento alla percezione”, risale al 1973: quando, sorvolando il deserto, Turrell s'imbatte nel vulcano, ne intuisce subito le straordinarie potenzialità. Da allora in poi prende forma un progetto che prevede la realizzazione di complesse strutture totalmente ipogee, in collaborazione con architetti, geologi, archeo-astronomi e ingegneri americani. Il Roden Crater si arricchisce di installazioni destinate all'esaltazione dei fenomeni luminosi, all'osservazione delle costellazioni e alla percezioni dei suoni dell'universo. Grazie alla rigorosa geometria che ne definisce le superfici e all'uso delle sole luci naturali (solare, lunare e stellare), sarà possibile coinvolgere il fruitore in un percezione attiva dello spazio, costringendolo a “vedere se stesso nell'atto di vedere”. Vari organismi di ricerca mondiale stanno manifestando forte interesse verso questo complesso architettonico - in via di completamento - testimone della natura interdisciplinare del fare architettura, qui ancora definibile come luogo in cui arte e scienza possono trovare un terreno di mutuo scambio.
La mostra In occasione del conferimento della laurea honoris causa si inaugurerà, presso l'aula Gino Valle del Cotonificio Veneziano, una mostra - la prima al mondo nel suo genere - dedicata interamente al progetto del Roden Crater. L'esibizione descrive e documenta criticamente - sia dal punto di vista figurativo che scientifico - il ruolo che la luce e l'ombra svolgono nella definizione degli spazi architettonici progettati da Turrell. Il progetto dell'artista statunitense, eseguito in collaborazione con architetti, ingegneri, geologi e astronomi americani, prevede la realizzazione di complesse strutture architettoniche totalmente ipogee - con aperture adeguatamente eseguite e orientate - ove sarà possibile, grazie alla rigorosa geometria che ne definisce le superfici configurative e all'uso delle sole luci naturali (solare, lunare e stellare), coinvolgere il visitatore in un complessa rete di esperienze percettive visive, uditive. L'interesse che vari organismi di ricerca mondiale hanno manifestato nei confronti di questa straordinaria opera - in via di completamento - riposa sul carattere composito e stratificato dei concetti di configurazione e percezione spaziale che il progetto di Turrell implica, ribadendo la natura interdisciplinare del fare architettura, qui ancora definibile come luogo in cui arte e scienza possono trovare un terreno di mutuo scambio.
La mostra, oltre a presentare disegni esecutivi relativi ad ognuno degli spazi ipogei, offrirà allo spettatore la possibilità di comprenderne il reale funzionamento spaziale in relazione alla loro orientazione cardinale e astronomica. Infatti, con l'ausilio di sofisticati programmi di disegno e renderizzazione digitale, saranno presentati modelli digitali e animazioni grafiche capaci di offrire al visitatore la possibilità di svolgere un viaggio virtuale all'interno dei vari ambienti del Roden Crater project, ricorrendo a scelte espositive capaci di alludere anche l'esperienza percettiva della luce in simbiosi con la complessa geometria degli spazi ideati dallo stesso James Turrell. Grazie alle animazioni digitali sarà infatti possibile documentare e osservare virtualmente le costellazioni o fenomeni celesti e luministici visibili nei vari ambienti attraverso un alternarsi di simulazioni diurne e notturne, in vari periodi dell'anno. L'allestimento espositivo e quello acustico - appositamente realizzato da Maria Pia De Vito, Michele Rabbia e Maurizio Giri - mireranno dunque ad immergere il fruitore in un continuum spaziale e sonoro unico nel suo genere, capace di focalizzarne l'attenzione su particolari esperienze di percezione alterata della luce e dell'ombra, in sintonia con l'opera di James Turrell.
Inaugurazione e cerimonia ore 10
IUAV ex Cotonificio
Dorsoduro, 2196 - Venezia