A cura di Patrizia e Manuela Cucinella. Scrive Lucio Barbera: ''Dei veri e propri ''spot di attenzione'' sono quelli che mette in onda Carmelo Pugliatti, invertendo ciò cui siamo abituati. Non più consumatori ma, piuttosto divorati da immagini in carta patinata, ormai abbiamo scoperto la società del benessere indicata non come traguardo da raggiungere, ma quasi come condizione naturale dell'uomo.(...)"
A cura di Patrizia e Manuela Cucinella
Scrive Lucio Barbera: ''Dei veri e propri ''spot di attenzione'' sono quelli che mette in onda Carmelo Pugliatti, invertendo ciò cui siamo abituati. Non più consumatori ma, piuttosto divorati da immagini in carta patinata, ormai abbiamo scoperto la società del benessere indicata non come traguardo da raggiungere, ma quasi come condizione naturale dell'uomo. E così sappiamo che non si può invecchiare, che alla comodità non c'è fine, che il lusso è un diritto, che il divertimento non consente neppure la noia, perché anche ad essa la morale del consumo provvede, offrendo soluzioni alternative. Gli uomini vanno in palestra e un deodorante li rende irresistibili anche in ascensore, le donne sono tutte bellissime e stupendamente disponibili e ammiccanti come un aperitivo.
In questo film che ci passa davanti, e che non si avverte più come uno spot ingannevole che interrompe troppo spesso l'affaticata giostra quotidiana, quasi con fastidio vengono accolti gli ''incerti della vita'', tutto ciò che, al contrario, fa parte del drammatico gioco a nascondere dell'esistenza: la malattia, la solitudine, la disperazione, la stessa morte, tutto sacrificato sull'altare di quella demenziale ''allegria'' che guida lo spettacolo. E più non ci si rende conto che il tempo non scorre sempre uguale in ogni luogo.
Ed ecco che proprio in questo ''film dell'assurdo'' il giovane artista messinese, già protagonista di uno sconvolgente e straordinario ciclo pittorico intitolato ''Nigrizia'', inserisce ora i suoi ''spot'' visivi. ''Televisori, mirini di telecamere, monitor di computer''. - scrive lo stesso Pugliatti - ''Il mondo visto attraverso la tecnologia imperante. Solitudini, brutali assassinii, povertà ci colpiscono, ma non tanto quanto ci possano toccare da quando li osserviamo attraverso i nuovi media. Visioni dell'oggi rese in quadri celesti, sì...ma non celestiali''. Ed ecco che in questa insolita trasmissione è possibile cogliere frammenti di una umanità costretta ai margini: un assassino, una povera coppia, la solitudine della vecchiaia, l'ubriaco, un prostituto. Una umanità randagia che l'artista inserisce all'interno dell'inquadratura di un occhio non tecnologico ma quanto mai umano: grandi superfici di spazi, a volte la presenza di un edificio e poi questo vuoto in cui circola il malessere esistenziale.
Ma ciò che più va notato è che l'artista, con una assoluta povertà di mezzi guarda a queste presenze non con lo sguardo compassionevole di chi voglia mettersi l'animo in pace mostrando un po' di attenzione, ma piuttosto mettendosi al di là dell'inventato schermo: lui è dalla parte della sofferenza sicché l'immagine che produce è un colpo di piccone alla testa di chi guarda. Dai suoi dipinti emerge allora non tanto la condanna di quel tacito consenso che proviene da uno sguardo poco attento e che rende possibile questo scempio, quanto l'urlo dello scempiato. C'è un solo modo di non ascoltarlo: chiudere gli occhi.
Pizia Arte
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