Nature metropolitane. Le opere si rincorrono sui righi di un pentagramma tridimensionale. La tavolozza dell'artista affianca, sagacemente, le tinte acide e scioccanti delle intermittenti insegne luminose metropolitane, ai toni smessi di un invernale pomeriggio lombardo.
Nature metropolitane
Alle 19,00 di giovedì 4 ottobre, la galleria PoliArt di Milano apre la stagione espositiva con una personale di Marco Casentini.
Più volte ospite d’importanti gallerie europee ed americane, l’artista, che vive negli States, torna in Italia dopo le recentissime mostre a San Diego e a San Francisco, con un progetto interamente dedicato alla particolare location della galleria milanese.
Le opere, pensate e realizzate per questo spazio, come in un elegante contrappunto musicale, si rincorrono sui righi di un pentagramma tridimensionale, accordandosi con gli elementi architettonici della galleria. Quasi un canzoniere cromatico, dunque, che racconta la poetica di un artista consapevole della lunga storia della pittura, ma alquanto attento ad interpretarne le attuali pulsioni (più che le tendenze), con un linguaggio contemporaneo originale.
La tavolozza di Marco Casentini affianca, sagacemente, le tinte acide e scioccanti delle intermittenti insegne luminose metropolitane, ai toni smessi di un invernale pomeriggio lombardo. Ogni colore ha una densità specifica e vive, nella sua interezza, lungo i confini di una partizione ortogonale misurata per equilibri, ma intensamente ritmica e dinamica, per l’imprevedibile cangianza cromatica.
Anche sui materiali diversi dalla tela, come il plexiglas e i murales, Casentini intona un sound di colori ad impasto spento, quasi assorbente, che prepara ad accensioni improvvise di altezze coloristiche specchianti, come se fosse la voce calda e suadente di un sax contralto che percorre la melodia rapsodica di un corale jazzistico.
Quella di Casentini, poi, è un pittura che non si ferma in superficie, ma aggira l’oggetto quadro (nei cubotti) mediante una forte accentuazione dello spessore delle opere. In questo ciclo, che occupa spazialmente la parete, si possono recuperare allusioni alla Minimal Art di un Donald Judd, ma in Casentini è la pittura che ha il sopravvento sull’oggetto, facendosi creatrice della terza dimensione. È poi nelle opere su plexiglas che l'artista raggiunge e colma la frontiera più recente della sua ricerca, costruendo una pittura che dialoga con il suo retro, visibile nelle campiture che appaiono nella trasparenza del plexiglas.
Ecco che, partito dalla fascinazione per i colori che più connotano la nostra quotidiana natura metropolitana, Casentini giunge ad innescare un sapere della pittura su se stessa, che non può che invitarci ad imitarla.
Durante il periodo della mostra sarà disponibile un cd con un fotogramma musicale dedicato alla mostra dalla compositrice bolognese Paola Samoggia.
Inaugurazione ore 19
Galleria PoliArt
via Gran Sasso 35 - Milano
Ingresso libero