Mute Mutazioni di Massa. La mostra si propone di sollecitare l'attenzione del visitatore sulle rapide trasformazioni che coinvolgono il mondo contemporaneo. Esposti opere pittoriche, installazioni, e alcuni cortometraggi.
Mute Mutazioni di Massa
a cura di Teresa Ferlisi
La mostra personale di Sergio Figuccia “Mute Mutazioni di Massa” si propone come strumento per sollecitare l’attenzione del visitatore sulle rapide trasformazioni che coinvolgono il mondo contemporaneo con una velocità non più controllabile.
La crescita della comunità, divenuta ormai globale in tutte le sue accezioni, non sempre ha aspetti positivi; troppo spesso ci si scontra con risvolti anche drammatici che costituiscono gli effetti collaterali del progresso.
Invadenti nuove tecnologie e mostruosità edilizie, innalzate quasi a sfidare la natura e le leggi della fisica, continuano a svilupparsi silenziosamente, deturpando e danneggiando, spesso irrimediabilmente, il nostro mondo. Nuove scoperte genetico-alimentari, nuovi microrganismi, nuovi “esseri-fotocopia” vengono alla luce nei laboratori scientifici, con ripercussioni profonde sulla salute dell’uomo.
La rassegna prevede l’esposizione di ventidue lavori di Figuccia su altrettante tematiche legate alle rapide trasformazioni che la storia recente della nostra società ci sta imponendo.
Le opere pittoriche in mostra sono diciassette, tre le istallazioni, appositamente sonorizzate dal musicista palermitano Alfonso Di Lio, e due sono infine i cortometraggi proposti a ciclo continuo, dedicati al legame indissolubile fra l'uomo e la propria terra di origine (“Solo ritorno”), e al diffuso concetto di fatalismo (“Killer per …caso”).
E’ emblematico anche l’acronimo “M.M.M.”, che oltre ad offrire una forma sincopata al titolo della manifestazione, è anche l’immagine grafica capovolta della celebre abbreviazione “W.W.W.” che è simbolo di internet, di globalizzazione, di diffusione di massa.
Il suo contrario quindi rappresenta il classico “rovescio della medaglia”; progresso non sempre è sinonimo di positività: occorre sapersi fermare e riflettere.
Ex Convento della Magione
Piazza Magione - Palermo
Ingresso libero