The Air is on Fire. In mostra dipinti, fotografie, disegni, film sperimentali e creazioni sonore, che evocano le esperienze d'infanzia, i fantasmi dell'adolescenza, le preoccupazioni di adulto del regista. Il tema ricorrente della casa, con le sue risonanze inquietanti, appare in quadri scuri dalle superfici organiche e dai messaggi misteriosi. I suoi nudi a colori e in bianco e nero sviluppano la sua concezione di archetipo femminile: creature affascinanti le cui labbra e unghie sono dipinte di rosso vivo. Le fotografie in bianco e nero di paesaggi industriali esplorano invece la geometria delle forme architettoniche e catturano l'atmosfera fuori dal tempo di luoghi abbandonati dall'uomo.
The Air is on Fire
a cura di Hervé Chandes con Helene Kelmachter e Ilana Shamoon
La Triennale di Milano presenta David Lynch. The Air is on Fire, una mostra ideata e realizzata su iniziativa dalla Fondation Cartier pour l’art contemporain, dedicata ai molteplici aspetti dell’arte di David Lynch. Per la prima volta in Italia l’artista espone dipinti, fotografie, disegni, film sperimentali e creazioni sonore.
Per il pubblico è così l’occasione di scoprire e rivisitare l’arte di David Lynch alla luce delle opere inedite installate in uno spazio concepito dall’artista stesso.
Nato nel Montana nel 1946, David Lynch trascorre la sua infanzia a disegnare e dipingere. Nel 1965 inizia l’Accademia di Belle Arti presso la Pennsylvania Academy of Fine Arts di Filadelfia. Qui scopre una passione per le immagini in movimento: un giorno, mentre è solo nel suo studio, vede una brezza leggera spostare dolcemente gli oggetti incollati sulla tela su cui stava lavorando. Sei mesi dopo questa esperienza, termina il suo primo cortometraggio sperimentale. Così è nata la vocazione di uno dei registi più talentuosi al mondo, e il più giovane a oggi a aver ricevuto un Leone d’Oro alla carriera - consacrazione che ha ottenuto nel 2006 in occasione della proiezione del suo ultimo film INLAND EMPIRE alla Mostra del Cinema di Venezia.
Per tutta la sua carriera di regista, David Lynch non ha mai smesso di dipingere, disegnare, fotografare, e creare delle animazioni; ha esteso il campo delle sue indagini artistiche alla composizione musicale e alla creazione sonora.
La mostra nasce dall’accumulo di quadri, cartelle etichettate che contengono quantità di disegni, scatole d’archivio piene di fotografie presente nello studio di David Lynch. Questa collezione molto ben conservata risale agli anni del liceo e fino ad oggi non è mai stata esposta. Presentate a Hervé Chandès, direttore della Fondation Cartier, queste opere sono riunite in un allestimento ideato da David Lynch stesso.
Dei quadri sono sospesi a dei grandi portanti metallici rivestiti con delle tende o con delle tele dipinte; dei film di animazione sono proiettati in una sala cinematografica in miniatura che richiama Eraserhead (1977); un disegno dell’artista rappresentante un salotto è trasformato in una ricostruzione a grandezza naturale.
Queste installazioni costituiscono un allestimento molto personale in cui il visitatore può entrare in contatto con un nuovo aspetto dell’immaginario di David Lynch, in un’atmosfera che non appartiene che a lui.
I dipinti, le fotografie e i disegni di Lynch evocano le sue esperienze d’infanzia, i fantasmi dell’adolescenza, le sue preoccupazioni di adulto. Il tema ricorrente della casa, con le sue risonanza inquietanti, appare in quadri scuri dalle superfici organiche e dai messaggi misteriosi. Il sense of humor irriverente di Lynch è presente sia nei suoi dipinti più seri, sia nel momento in cui apporta una risata salvifica ai suoi film più sconcertanti. Le sue fotografie catturano diversi umori e ambienti, dai più sensuali e onirici ai più cupi e perturbanti. I suoi nudi a colori e in bianco e nero sviluppano la sua concezione di archetipo femminile: creature affascinanti le cui labbra e unghie sono dipinte di rosso vivo. Le sue fotografie in bianco e nero di paesaggi industriali esplorano la geometria delle forme architettoniche e catturano l’atmosfera fuori dal tempo di luoghi abbandonati dall’uomo.
La serie dei Distorted Nudes presenta dei fotomontaggi digitali creati a partire da fotografie erotiche datate dagli anni 1840 al 1940; David Lynch ne fa nascere delle creature che per quanto ancora umane assumono delle forme e delle espressioni irreali. Infine, i suoi schizzi e disegni presenti lungo tutto il percorso espositivo costituiscono l’aspetto più intimo della sua creazione. Esposte per la prima volta, queste opere, conservate dall’adolescenza e regolarmente consultate da Lynch per trarne ispirazione, mettono in luce in modo eccezionale e libero da ogni censura il suo processo creativo. Svelano le sue fonti di ispirazione e mettono in evidenza le linee forza che attraversano l’insieme della sua opera.
La mostra è accompagnata da un catalogo che riflette la diversità degli ambiti di creazione dell’artista e propone un percorso attraverso un gran numero di opere, commentato da David Lynch nel loro ordine di apparizione nel libro sotto forma di conversazione con la giornalista americana Kristine McKenna.
Esplorando i legami fra arte e cinema nella storia dell’arte del XX secolo e più dettagliatamente nel corpus lynchano, una ricca intervista fra Boris Groys e Andrei Ujica offre un chiarimento teorico sulla costruzione dell’opera di questo grande cineasta, pittore, scultore, fotografo.
Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6 - Milano
Orario: 10.30-20.30, lunedì chiuso
Ingresso: 8, 6, 5 euro