Filippo Barbieri
Paolo Berardinelli
Vanessa Chimera
Tessa Manon Den Uyl
Melania di Leo
Vincenzo Frattini
Domenico Antonio Mancini
Salvatore Manzi
Nark Bkb
Maria Vittoria Perrelli
Walter Picardi
Sara Rossi
Marinella Senatore
Petar Stanovic
Maria Giovanna Mancini
Una selezione di video di giovani artisti italiani e internazionali. Il titolo preso a prestito da Foucault svela la necessita' di offrire un luogo d'attenzione alla frammentarieta' e alla discontinuita' del reale nella percezione che ne ha l'individuo e che trova una formalizzazione nella riflessione artistica.
Selezione di video
La Fondazione Menna in occasione della partecipazione alla Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI –
Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, presenta Eterotopie/Eterocronie, una selezione di video di
giovani artisti italiani e internazionali.
Il video, per la sua natura mediale di immagine in movimento con effetto di realtà, si presta ad essere letto come spazio
altro, esso stesso eterotopia.
Il titolo preso a prestito da Foucault svela la necessità di offrire un luogo d’attenzione alla frammentarietà e alla
discontinuità del reale nella percezione che ne ha l’individuo e che trova una formalizzazione nella riflessione artistica.
Ad ogni Eterotopia (spazio ‘altro’) si associa un’Eterocronia (tempo ‘altro’) senza alcuna unità strutturale: ad ogni
luogo corrisponde un tempo ma non una determinata temporalità.
La nostra è l’epoca della simultaneità, non dell’accumulo furioso del futuro su un passato. Non c’è progressività nella
storia ma c’è un dentro e un fuori, un qui ed un lì, con ritmi esterni ed interni, con tempi interni e tempi esterni.
Contro una certa storia che mitizza il passato e inneggia all’ ‘ideologia del ritorno’ si oppone la frammentarietà
dell’eterocronia, narrazioni episodiche. Le Eterotopie, i luoghi “altri”, si susseguono, si sovrappongono e si
giustappongono allo spazio reale. L'attraversamento della vita/cultura è l'attraversamento della diversità del luogo: un
continuo travalicamento verso il fuori, un costante sincopato cambiamento di ritmi e velocità in accelerazione e
rallentamento.
Il video permette un’esperienza libera dei luoghi, tale da evidenziare le discontinuità e le contraddizioni della città e
della coscienza, in una altalenante impossibilità di giungere alla definizione, tra finzione e verità. Spazio anch'esso di
attraversamento, rettangolo circoscritto che si natura in soglia da oltrepassare, il video si aggiunge e si sovrappone al
luogo della quotidianità con la sua scansione temporale differente.
Lo spazio del mito (la narrazione mitologica nell’opera di Tessa Manon Den Uyl e la mitologia dell’individuo
nell’opera di P. Berardinelli), totalmente de-funzionalizzato, va completamente rivisto alla luce della riflessione sulla
possibilità della nuova meccanica di identificazione del soggetto.
La morte dell’individuo nel video di P. Stanovic si tinge ironicamente di rosa per la provocatoria scelta di eternizzare il
momento del suicidio attraverso l’immaginazione.
L’arte esibita nella performance ripetibile all’infinito, lo sguardo documentativo dell’artista (V. Chimera) nel tentativo
vano di essere impersonale, mostrano il frammento come episodio.
Le immagini interstiziali di D.A.Mancini sono anch’esse contro-spazi: la video-list non cerca di ristabilire organicità al
susseguirsi continuo di immagini ma le restituisce al pubblico come frammenti.
I luoghi delle eterotopie cosiddette di crisi, carceri e manicomi, (nel lavoro di F. Barbieri e di S. Manzi) sono gli spazi
in cui la cultura si istituzionalizza per mantenere una possibilità di controllo sull’individuo. Con il suo atto voyeuristico
l’artista svela le differenze, penetra le barriere e le proietta sullo schermo.
Il tempo della morte raggelato in eternità è un tempo differente da quello della vita: ma nel luogo della morte e nel
tempo della morte l’altrove è la vita (W. Picardi).
All’interno del spazio dello schermo, un’eterotopia associata ad un’eterocronia, S. Rossi rappresenta il tempo, mettendo
in cortocircuito il discorso sull’unità.
Narrazioni episodiche (M. Senatore), narrazioni senza racconti (M. Di Leo): la storia che si racconta è fatta di
temporalità; la Storia, invece, persa la lineare progressività, non può che essere considerata un insieme magmatico, un
archivio da cui prelevare dati (M.V. Perrelli).
Una finzione con effetto di realtà l’omaggio a Gino de Dominicis di V.Frattini.
Sabato 6 Ottobre ore 18- 22
Ingresso libero